Escursionismo

Escursionismo: 514 Itinerari

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Fra torri, borghi e mulini

L’itinerario ad anello attraversa la Riserva di Sassoguidano fra boschi e prati, toccando tutti i suoi principali punti d’interesse. Dal parcheggio si intraprende la strada che s’inoltra nell’area protetta, tra boschi di roverelle e doline erbose, per giungere in breve all’Oasi WWF dello stagno di Sassomassiccio, che ospita numerosi anfibi, come la rana verde, la raganella, il tritone crestato, il tritone punteggiato ed il meno comune tritone alpestre, nonché la rara e importante pianta acquatica Hottonia palustris. Proseguendo, con breve digressione, si tocca poi l’oratorio di Sassomassiccio, probabilmente sorto intorno al XI-XIII secolo su resti di un castello e, più avanti, fra maestosi esemplari di castagno e ampie distese erbose percorse dai tracciati dei cinghiali e dei caprioli, si apre la vista sui rilievi appenninici dominati dal monte Cimone.
Proseguendo ancora lungo il sentiero si incontra prima il Centro visite della Riserva, poi l’area attrezzata da cui, salendo sulla destra, si raggiunge l’antica chiesa di Sassoguidano dedicata a San Paolo. Di fronte, si staglia maestoso l’imponente complesso roccioso calcarenitico del Cinghio del Malvarone, le cui ripide ed inaccessibili pareti sono l’habitat ideale per molte specie di uccelli, tra cui il falco pellegrino. Imboccando il sentiero in discesa, si giunge al nucleo rurale settecentesco della Torre, per scendere infine nella valle del torrente Lerna per arrivare al mulino Còrnola, azionato dalla grande ruota “a cassette”. Per rientrare occorre proseguire fino alla borgata di Niviano con la sua torre mozza e, da qui, imboccare il sentiero che risale per l’antico tracciato, a tratti ancora lastricato, che ritorna al parcheggio di partenza dell’itinerario.
 

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Gli antichi borghi e il lago Pratignano

Il percorso parte dai Due Ponti (Fanano), località posta alla confluenza fra i torrenti Fellicarolo e Ospitale. Nel primo tratto, si sviluppa interamente fra boschi misti di carpino nero, roverella e cerro, intervallati da castagni fino a raggiungere il borgo delle Caselle, uno dei maggiori insediamenti rurali montani abbandonato negli anni ’50 del secolo scorso a causa di un importante evento franoso. Dopo le vestigia del borgo, il sentiero si fa più irto per l’avvicinarsi della zona dei cinghi, scoscesa stratificazione geomorfologica che sovrasta la valle del torrente Ospitale. Poi, giunti in quota, in direzione del lago si incontrano zone più rade e vecchi pascoli ricolonizzati dalla vegetazione arborea. Il lago Pratignano, di rilevante pregio naturalistico, è posto a 1.307 metri di altitudine in un’ampia conca di origine tettonica, in un’area circondata da praterie che in autunno assumono la veste migliore per la fioritura della calluna. Sullo specchio d’acqua si osserva l’incessante azione colonizzatrice delle piante palustri che lo hanno progressivamente trasformato nella torbiera più importante dell’Appennino Modenese. Nei dintorni del lago, merita una visita, sul lato ovest, un grande faggio secolare e, in posizione seminascosta sul lato est, la cavità rocciosa detta “Grotta delle fate”. Volendo, ci si può ristorare nell’area pic-nic, prima di intraprendere di nuovo la discesa lungo una cresta con vista sul monte Cimone, toccando poi gli antichi abitati di Casa del Vento e di Monte Luzzo.

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