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Nel “far west” dell’Appennino

Percorso che si sviluppa nel medio-alto Appennino, alla scoperta della flora della zona, con tappa nel “santuario botanico” del Giardino Esperia, fino alle meraviglie geologiche del monte Cervarola e quelle faunistiche del lago di Rovinella. La prima salita si sviluppa quasi interamente in ambiente boscato, dove si possono osservare, in base alla quota, le variazioni della vegetazione arborea, che passa dal querceto misto al castagno da frutto al pino nero e silvestre, fino ad arrivare alle faggete. Interessante un bell’esemplare di pino nero, detto “il Pino solitario”, posto in posizione panoramica. Alle pendici del monte Cervarola il sentiero attraversa pascoli ancora sfruttati e da qui la vista spazia da sud a est verso il monte Cimone e fino al Corno alle Scale, in un paesaggio dominato, nei mesi autunnali, da ampie distese della pianta ornamentale Carlina acaulis. Più oltre, si raggiunge poi il Giardino botanico alpino “Esperia” collocato in una bella ed estesa faggeta, che mostra la flora appenninica dei diversi habitat naturali, ma anche piante alpine e di provenienza extraeuropea. Anche grazie alla collaborazione avviata con il CNR, il Giardino svolge l’importante missione di conservazione delle specie rare e/o a rischio di estinzione. Da qui si raggiunge poi l’anfiteatro roccioso detto del “far west”, che costituisce la località-tipo delle stratificazioni delle arenarie del monte Cervarola. Poco distante, un piccolo specchio d’acqua chiamato lago di Rovinella ospita una cospicua popolazione di tritone crestato e del più raro tritone alpestre.

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Escursionismo

Sui passi di San Geminiano

Si tratta di un’escursione piuttosto breve su piste forestali, attraverso le estreme propaggini occidentali del Parco del Frignano ai confini con l’alto Appennino reggiano, dove il crinale corre a quote modeste, dividendo l'impervio versante garfagnino da quello modenese, molto più dolce nelle morfologie e ricoperto da estesi boschi. La brevità del percorso consente di compiere una visita al vicino borgo di San Pellegrino in Alpe, splendido “balcone panoramico” sulla Garfagnana e sulle Alpi Apuane, dove si trovano l’antico ospizio che, fin dall’Alto Medioevo, dava rifugio a viandanti e pellegrini, e il “Museo della campagna e della vita di ieri”. L’itinerario si sviluppa in parte lungo lo spartiacque con la Toscana, lungo il quale si trovano, in sequenza, l’Alpicella delle Radici, il bel punto panoramico del Colle dei Lagni e la cima della Nuda, fino al passo Giovarello, da cui si può salire sull’omonimo monte (già in territorio reggiano) per godere di una ulteriore vista panoramica fin sulle Alpi Apuane. Lungo la discesa s’incontra il piccolo rifugio forestale delle Maccherie e una vicina torbiera di rilevante interesse botanico, dove si può osservare la Carice di Davall, un’essenza tipica delle torbiere centroeuropee e rara in Appennino. Da qui si raggiunge la radura di San Geminiano, dove in passato sorgeva un ospizio e dove transitava la via Bibulca, il più antico esempio di viabilità transappenninica della zona, che poteva essere percorsa da un paio di buoi aggiogati, da cui il nome. Oggi rimane, al margine dei prati, la piccola cappella dedicata al Santo, che, secondo la leggenda, si era ritirato qui come eremita fino a quando i cittadini modenesi non lo vennero a prelevare affinché divenisse il loro pastore.

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La traversata del Parco (Itinerario n. 1)

L’itinerario attraversa gli ambienti più caratteristici del Parco dei Sassi di Roccamalatina: dal fiume alle argille varicolori, dai boschi di quercia agli antichi borghi rurali, dalle guglie arenacee ai boschi di castagno e cerro. Con un po’ di fortuna e nei periodi giusti della stagione, si possono incontrare specie di piante ed animali tipici dei vari ambienti. All’inizio di primavera, fioriture di primule, epatiche, viole e liliacee come il dente di cane; nei punti più freschi, estese infiorate di campanellini d’inverno. A primavera inoltrata fioriscono le orchidee, in varie specie, oltre ad altre liliacee come il giglio di S. Giovanni. Nella stagione secca fanno capolino le iridacee del genere Crocus. In autunno il sottobosco si colora di rosa, con le fioriture dei ciclamini. Le specie animali sono delle più varie: caprioli e scoiattoli, non poche specie di uccelli, dai picchi a cince e rampichini in bosco, dalla tottavilla alla pernice rossa nelle zone aperte a varie specie di rapaci, tra cui poiane e gheppi in particolare.
L’itinerario è poi particolarmente ricco di scorci panoramici, verso la valle del Panaro o verso il crinale appenninico, che si possono ammirare da diversi punti, come in prossimità della Pieve di Trebbio o dal crinale del monte della Riva. Ancorché di importante impegno escursionistico per dislivelli e lunghezza, offre una visione completa del Parco passando per i ponticelli sul rio Frascara, l’antica Pieve di Trebbio e il Centro Parco “Il Fontanazzo”. Prosegue poi per il Borgo dei Sassi, il monte della Riva e l’ampia panoramica sulla valle del Panaro, oltre al suggestivo borgo storico di Montalbano, prima di giungere all’arrivo a Zocca.
L’itinerario include due varianti (1/a e 1/b) che ne arricchiscono l’offerta escursionistica, una delle quali consente, inoltre, il collegamento al suggestivo borgo di Missano.

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