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Gli antichi borghi e il lago Pratignano

Il percorso parte dai Due Ponti (Fanano), località posta alla confluenza fra i torrenti Fellicarolo e Ospitale. Nel primo tratto, si sviluppa interamente fra boschi misti di carpino nero, roverella e cerro, intervallati da castagni fino a raggiungere il borgo delle Caselle, uno dei maggiori insediamenti rurali montani abbandonato negli anni ’50 del secolo scorso a causa di un importante evento franoso. Dopo le vestigia del borgo, il sentiero si fa più irto per l’avvicinarsi della zona dei cinghi, scoscesa stratificazione geomorfologica che sovrasta la valle del torrente Ospitale. Poi, giunti in quota, in direzione del lago si incontrano zone più rade e vecchi pascoli ricolonizzati dalla vegetazione arborea. Il lago Pratignano, di rilevante pregio naturalistico, è posto a 1.307 metri di altitudine in un’ampia conca di origine tettonica, in un’area circondata da praterie che in autunno assumono la veste migliore per la fioritura della calluna. Sullo specchio d’acqua si osserva l’incessante azione colonizzatrice delle piante palustri che lo hanno progressivamente trasformato nella torbiera più importante dell’Appennino Modenese. Nei dintorni del lago, merita una visita, sul lato ovest, un grande faggio secolare e, in posizione seminascosta sul lato est, la cavità rocciosa detta “Grotta delle fate”. Volendo, ci si può ristorare nell’area pic-nic, prima di intraprendere di nuovo la discesa lungo una cresta con vista sul monte Cimone, toccando poi gli antichi abitati di Casa del Vento e di Monte Luzzo.

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La traversata del Parco (Itinerario n. 1)

L’itinerario attraversa gli ambienti più caratteristici del Parco dei Sassi di Roccamalatina: dal fiume alle argille varicolori, dai boschi di quercia agli antichi borghi rurali, dalle guglie arenacee ai boschi di castagno e cerro. Con un po’ di fortuna e nei periodi giusti della stagione, si possono incontrare specie di piante ed animali tipici dei vari ambienti. All’inizio di primavera, fioriture di primule, epatiche, viole e liliacee come il dente di cane; nei punti più freschi, estese infiorate di campanellini d’inverno. A primavera inoltrata fioriscono le orchidee, in varie specie, oltre ad altre liliacee come il giglio di S. Giovanni. Nella stagione secca fanno capolino le iridacee del genere Crocus. In autunno il sottobosco si colora di rosa, con le fioriture dei ciclamini. Le specie animali sono delle più varie: caprioli e scoiattoli, non poche specie di uccelli, dai picchi a cince e rampichini in bosco, dalla tottavilla alla pernice rossa nelle zone aperte a varie specie di rapaci, tra cui poiane e gheppi in particolare.
L’itinerario è poi particolarmente ricco di scorci panoramici, verso la valle del Panaro o verso il crinale appenninico, che si possono ammirare da diversi punti, come in prossimità della Pieve di Trebbio o dal crinale del monte della Riva. Ancorché di importante impegno escursionistico per dislivelli e lunghezza, offre una visione completa del Parco passando per i ponticelli sul rio Frascara, l’antica Pieve di Trebbio e il Centro Parco “Il Fontanazzo”. Prosegue poi per il Borgo dei Sassi, il monte della Riva e l’ampia panoramica sulla valle del Panaro, oltre al suggestivo borgo storico di Montalbano, prima di giungere all’arrivo a Zocca.
L’itinerario include due varianti (1/a e 1/b) che ne arricchiscono l’offerta escursionistica, una delle quali consente, inoltre, il collegamento al suggestivo borgo di Missano.

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