Riserva Naturale Sassoguidano

La Riserva naturale di Sassoguidano è situata nella media valle del Panaro, occupa 280 ettari nel comune modenese di Pavullo nel Frignano ed è costituita da un altopiano boscato che si allunga sulla imponente dorsale rocciosa del Cinghio di Malvarone (722 m.slm.). L'ambiente è quello della selvaggia valle del torrente Lerna, affluente del Panaro, che si sviluppa tra le rocce per poi aprirsi in un tipico paesaggio calanchivo, tra scoscese pareti e morfologie carsiche. Sull'altopiano, querceti e vecchi castagneti si alternano a verdi radure prative popolate da varie specie di orchidee e sede di piccole e interessanti zone umide.

Riserva Naturale Sassoguidano: 1 Itinerari

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Escursionismo

Fra torri, borghi e mulini

L’itinerario ad anello attraversa la Riserva di Sassoguidano fra boschi e prati, toccando tutti i suoi principali punti d’interesse. Dal parcheggio si intraprende la strada che s’inoltra nell’area protetta, tra boschi di roverelle e doline erbose, per giungere in breve all’Oasi WWF dello stagno di Sassomassiccio, che ospita numerosi anfibi, come la rana verde, la raganella, il tritone crestato, il tritone punteggiato ed il meno comune tritone alpestre, nonché la rara e importante pianta acquatica Hottonia palustris. Proseguendo, con breve digressione, si tocca poi l’oratorio di Sassomassiccio, probabilmente sorto intorno al XI-XIII secolo su resti di un castello e, più avanti, fra maestosi esemplari di castagno e ampie distese erbose percorse dai tracciati dei cinghiali e dei caprioli, si apre la vista sui rilievi appenninici dominati dal monte Cimone.
Proseguendo ancora lungo il sentiero si incontra prima il Centro visite della Riserva, poi l’area attrezzata da cui, salendo sulla destra, si raggiunge l’antica chiesa di Sassoguidano dedicata a San Paolo. Di fronte, si staglia maestoso l’imponente complesso roccioso calcarenitico del Cinghio del Malvarone, le cui ripide ed inaccessibili pareti sono l’habitat ideale per molte specie di uccelli, tra cui il falco pellegrino. Imboccando il sentiero in discesa, si giunge al nucleo rurale settecentesco della Torre, per scendere infine nella valle del torrente Lerna per arrivare al mulino Còrnola, azionato dalla grande ruota “a cassette”. Per rientrare occorre proseguire fino alla borgata di Niviano con la sua torre mozza e, da qui, imboccare il sentiero che risale per l’antico tracciato, a tratti ancora lastricato, che ritorna al parcheggio di partenza dell’itinerario.
 

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