Sentiero Spallanzani Tappa 6
Per mulattiere inizia la discesa verso il fiume Secchia. Attraversata la strada asfaltata a Ginepreto borgo, si prosegue su carraia in discesa entrando presso una casa in una carrozzabile a fondo naturale. Il tracciato ha termine nel nucleo rurale di Ca’ Merlo. Ora si segua la traccia dell’antica mulattiera diretta al Mulino di Vologno. Siamo nell’alveo del Secchia, caratterizzato da interessanti esposizioni di gessi; si prende la stradina di fondovalle verso destra (a sinistra parte il sentiero Natura dei gessi triassici, n° 698) raggiungendo la strada asfaltata proveniente da Castelnovo in prossimità del ponte sul fiume Secchia, detto Ponte del Pianello (1 h), che si attraversa, per imboccare poi a sinistra oltre il bivio per le Fonti di Poiano il sentiero che conduce su un pianoro ricoperto di castagni. Una svolta a destra riconduce in direzione ovest: 100 m dopo si può compiere una deviazione verso una spettacolare cavità carsica denominata Tanone della Gacciolina (la si raggiunge imboccando un sentierino non segnato che dal castagneto sale in direzione Sud). Tornati al sentiero segnato, dopo un bel prato si è al nucleo rurale in abbandono di Ca’ Rabacchi dal quale si scende di nuovo alla strada provinciale, per attraversarla e imboccare la carraia che attraversa il letto del Rio di Sologno. Per cavalli e bici occorre invece seguire la strada provinciale a sinistra verso Carù, salendo eventualmente attraverso vecchie mulattiere che abbreviano i tornanti fino al paese di Gacciola, sopra cui ci si immette nel percorso principale al bivio di Fontanagatta. Ad un quadrivio di fronte all’ingresso degli edifici del Mulino della Gacciola (sbarra) si volta a sinistra. Questo è l’antico sentiero che porta al Monte Carù, ora quasi scomparso nella vegetazione. È una zona molto bella e poco conosciuta dagli escursionisti. Il nostro lavoro ha ripristinato l’uso di questo sentiero, un tempo usato dai frati dell’Eremo di Bismantova per raggiungere l’Oratorio di San Venerio, di antica origine e méta devozionale: pare sia l’erede di un ospizio per pellegrini romei. Salendo a un terrazzo di paleoalveo rivestito da un castagneto secolare con radure di felci, inizia il ripido sentiero a stretti tornanti. Si sale in breve da quota 450 m a quota 800 m, tra castagni, carpini, roverelle, ginepri. A quota 700 m si lascia l’evidente mulattiera che in piano porta a San Venerio (deviazione consigliata in 10 minuti), per salire bruscamente a destra seguendo ancora la costa del Monte Carù. A quota 800 m circa si incontra una mulattiera che conduce in mezza costa ai piedi della vetta fino all’abitato di Ca’ Budriotto dove si incontra la strada asfaltata. Al crocicchio per Fontanagatta si procede diritto su carraia e si arriva all’ingresso del borgo di Castellaro, arroccato su un poggio di origine vulcanica di colore rossastro (consigliabile la visita). Proseguendo si imbocca la mulattiera verso sud, parallela alla strada. Si entra così nel borgo di Cerrè Sologno, dove si sbuca sulla strada provinciale, che si prende a destra per poi lasciarla subito dopo, in corrispondenza del campo da calcio, per prendere una mulattiera che sale a sinistra. Ora il sentiero è su una dorsale in un’area interessante per il paesaggio argilloso. Si prosegue sullo spartiacque e si supera un dosso a quota 1.041 m, (M. delle Formiche) dal quale si scende verso sud ai piedi del M. Rimondatino (a sinistra si stacca il Sentiero Pighini che vi conduce in vetta, molto panoramica, in 20 minuti). Presto si giunge al bel paesino di Montecagno. Lo si attraversa in salita in direzione della chiesa e poi del cimitero, lungo una strada diretta al Monte Prampa (sent. 621). La si abbandona dopo circa 200 m per imboccare una mulattiera sulla destra che con un ampio semicerchio, ci porta al paese di Casalino, caratteristico vecchio borgo di montagna (fontana, bar trattoria). Da qui, in parte su asfalto, in parte per scorciatoie, si giunge al Mulino di Ligonchio, in splendida posizione sul torrente Ozola, e poi al bacino della centrale idroelettrica di Ligonchio (922 m) dove si fa tappa.
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