Itinerari a tappe

Itinerari a tappe: 21 Itinerari

hiking-15
Escursionismo

Sentiero Spallanzani Tappa 2

L’itinerario inizia in corrispondenza del borgo di Ventoso, un chilometro a sud dell’abitato di Scandiano (15 minuti a piedi da Piazza Spallanzani a Scandiano). Dal borgo l’inizio del sentiero è facilmente riconoscibile perché situato in prossimità del fianco occidentale dell’ex fornace a calce di interesse paleoindustriale. Una carrareccia risale la valle del rio Guiglia tra macchie arbustive ed ampie praterie. La carrareccia è interrotta da un cancello privato, normalmente aperto, poco dopo si lascia la carraia per proseguire in salita su stretto sentiero. Raggiunto lo spartiacque si incrocia il sent. 604 (anello del M. Evangelo) e si prosegue verso sud-ovest con vasta veduta sui colli della bassa val Tresinaro. Il sentiero oltrepassa un fabbricato colonico (Bottegaro) e, matenendosi sulla linea di spartiacque, si snoda in falsopiano tra affioramenti di argilla scagliosa. Nella prateria a graminacee in primavera fioriscono numerose orchidee. A un bivio si prenda la mulattiera sulla sinistra che, con un cambio netto di direzione, scende velocemente. Se invece arrivate fino al gruppo di case in rovina poco più giù (Case Monte di Sopra), osservate la famosa quercia pluricentenaria (tra i più begli esemplari dell’Emilia), ma poi tornate indietro di 150 m circa, per riprendere la direzione giusta, oltrepassato un fabbricato colonico in stato di abbandono, per una carrareccia attraverso campi coltivati si scende rapidamente al gruppo di case in località Colombaro, con una casa a torre al centro. Passato, su strada asfaltata, il ponte sul Torrente Tresinaro, davanti alla chiesa di Rondinara si imbocchi il sentiero prima di una sbarra, sentiero che ricomincia a salire per campi coltivati. Lo stradello compie un semicerchio attorno a un gruppo di case (il Monte) e sbuca in una strada bianca da prendere verso destra. Il Monte è un Circolo equituristico, associato a.n.t.e (Associazione Nazionale Turismo Equestre): è privato, ma ci si può rivolgere a loro per informazioni sul Sentiero Spallanzani a Cavallo. La strada ora diventa asfaltata. Attraversata la provinciale in località Minghetta, si imbocca la strada che sale. Arrivati a un gruppo di case la strada diventa mulattiera e conduce al caratteristico Castello di Viano, parte del complesso difensivo matildico. Una strada bianca sul crinale spartiacque conduce a S. Polo di Viano, dove, poco prima del Municipio di Viano, notiamo un’altra bella casa a torre con decorazioni in rilievo e affresco murario (sec. XV). Si segue ora la strada asfaltata in direzione Mamorra per circa 2 km, per abbandonarla dopo Casino e imboccare uno stradello sulla destra che, dopo aver superato un gruppo di case, in rapida discesa raggiunge il Rio Faggiano e la strada provinciale in prossimità dell’edificio rurale detto Le Piane, dove si incrocia il sent. 616, anello del Querciolese. Percorsi verso sinistra 100 m di strada provinciale si sale a destra, su carrareccia ad uso agricolo, su un altro spartiacque, tra campi e vigne, in un bel paesaggio tipico della collina reggiana. A Ca’ de Vezzoli la strada asfaltata conduce alla provinciale per Reggio in località Cortevedola. Di fronte trovate la Chiesa parrocchiale e la scuola.Andando a sinistra direzione Casina  dopo 500 mt vedete sulla sinistra il parcheggio con il cartello che illustra le Salse di Regnano, vulcanetti di fango freddo che bolle nel terreno argilloso, fenomeno causato dalla presenza sotterranea di idrocarburi gassosi. Lazzaro Spallanzani aveva studiato varie volte le Salse. In fondo al parcheggio trovate il passaggio per raggiungere i  vulcanetti che si trovano a 100 metri dalla strada.

Scopri di più

hiking-15
Escursionismo

Sentiero Spallanzani Tappa 3

Da Regnano si imbocca la stradina asfaltata (via Ballotta) che sale in direzione Monte Alfonso, raggiunto il quale si scende per una ripida carrareccia tra i campi, con bei paesaggi sulla valle sottostante. Attenzione all’orientamento: l’importante è mantenere la direzione sud. Raggiunta la strada asfaltata, si prosegue a destra, e varcato il Rio Cesolla, si giunge in salita all’ingresso di Riolo, altro interessante piccolo borgo. In alto si nota il borgo abbandonato di Cavazzone, raro esempio di insediamento a corte risalente nelle forme attuali ai secc. XVII-XIX, caratterizzato da un lungo porticato sotto cui transitava la mulattiera principale. Si raggiunge Riolo con breve stradello asfaltato, segnato con il sent. 622 del M. Duro. Si procede ora da Riolo lungo il sentiero 622. Attraversato il borgo prendere verso sud una carrareccia che, con brusca svolta a destra tra campi aperti prende a risalire la valletta del Rio Cesolla, in questo tratto oasi naturalistica affidata all’associazione Pro Natura. La carrareccia si inoltra in piano nella valletta, ormai stretta e boscosa, valicando il Rio Cesolla presso una suggestiva cascatella, incisa negli strati di arenaria. Sul versante destro si risale in un bosco misto con un’inusuale ricchezza di essenze arboree, tra cui spicca il pino silvestre, che a gruppetti colonizza le zone più aperte. Si passa dai 400 m del rio agli oltre 600 m, per poi scendere, prima lungo un campo altamente panoramico sull’alto Appennino fino alla catena del M. Cusna poi per una strada lungo la quale sono state costruite numerose case.
Si continua a scendere lungo lo stradello fiancheggiato da filari di querce fino a raggiungere S. Giovanni di Querciola dove è possibile trovare bar, ristorante e alimentari, nonché la Locanda Belvedere.
Senza scendere al ristorante, si tiene via Michelangelo sempre tra querce secolari, fino al vicino borgo di Prediera. Si attraversa la strada provinciale (a destra si lascia il sent. 622 per Ca’ Schiavino) e si prende via Spallanzani (guarda guarda.. ), percorrendo l’interno del borgo con un sottopasso. Per strada asfaltata si supera la Casa di Carità, il caseificio, e si raggiunge il vicino borgo Ca’ de’ Pazzi (bar e alimentari). Poco oltre si volta a destra in via Sorriva, stradello in discesa verso ovest, si supera l’abitato semi-abbandonato di Sorriva. Il sentiero ora continua nel bosco, dove a primavera si possono osservare bellissimi esemplari di orchidea (Orchis purpurea). In breve si raggiunge un bivio dove si scende bruscamente a sinistra per attraversare un ruscello e risalire sul versante opposto fino ad un altro evidente bivio: a sinistra il sent. 624 aggira il Monte delle Ripe (variante più facile e deviazione possibile al B&B Castagneda in 1 ora per l’eventuale pernottamento), a destra si raggiunge in piano il lago del Mulino del Tasso. Un bel sentiero sale al Monte delle Ripe, antica sede del Castello di Giandeto. Lasciato a destra il sent. 624 per il Lago dei Pini e Casina (1 ora, possibilità di pernottamento in albergo) si scende nel versante meridionale fino a un piccolo ruscello. Guadatolo, si raggiunge Case Mattioli, caratteristico gruppo di case fortificato. Incrociato di nuovo il sent. 624 (a sinistra per Castegneda, a destra per Casina) si imbocca una carrareccia tra i campi, all’inizio poco visibile che porta alla chiesa di Giandeto, dove si conclude la terza tappa.
 

Scopri di più

hiking-15
Escursionismo

Sentiero Spallanzani Tappa 4

Dalla chiesa di Giandeto si segue per poco lo stradello asfaltato che attraversa la piana verso sud, voltando a sinistra per il borgo di Stropeda. Si prosegue per una carrareccia che perviene ad un crocicchio su una sella del M. Novella: a sinistra un bel tratto in piano raggiunge Ca’ di Bigo e Castagneda (B&B) in 30 minuti. Il Sentiero Spallanzani invece piega verso destra e scende in breve all’abitato di Croveglia, interessantissimo per le due case a torre del XV secolo. Poco a valle del borgo transita il Sentiero Matilde, nella tappa da Casina a Carpineti, che si presta a un’escursione ad anello con la tappa del Sentiero Spallanzani. Sempre per strade agricole in discesa verso il Tresinaro si arriva a un’altra borgata con case a torre, Cerpiano (1 h) dove si incontra la strada asfaltata, che si percorre in discesa per 400 metri. Raggiunta la provinciale presso il Mulino delle Noci, la si segue a destra per 150 metri; sulla sinistra, nella curva, si inerpica un sentiero un po’ infrascato che arriva al borgo di Mandra. Questo tratto sarà da evitare per bici e cavalli, che dovranno proseguire ancora sulla provinciale fino al bivio successivo, che a sinistra porta a Mandra per stradello (privato). Da Mandra si sale in breve al sito del castello medievale, presso cui sorge l’antico e venerato Oratorio di Santa Liberata. Una mulattiera sale al Monte Uccellara e poi scende, in un ambiente caratterizzato da formazioni argillose. A un bivio, a sinistra, si stacca una deviazione non segnata per Romagnano, uno dei borghi meglio conservati dell’intero Appennino reggiano. Ora l’itinerario prosegue su strada asfaltata. La chiesa di Pianzano già nel 1302 era una delle cappelle dipendenti dalla Pieve di S. Vitale. Giunti sulla strada provinciale in località Ca’ Spadaccini, la si percorre per 200 metri verso destra (Ovest), poi si imbocca un sentiero nel castagneto sulla sinistra, che sale in 15 minuti ad un bivio: a destra una carraia (adatta a bici e cavalli) raggiunge direttamente il Castello di Carpineti, mentre a sinistra il Sentiero Spallanzani sale in breve sullo stradello che a destra porta alla Pieve di S. Vitale. I ruderi dell’importante edificio sorgono in corrispondenza di un piano erboso. Dell’antica pieve romanica rimane solo il nartece ridotto a cappella e la canonica (secc. XVI-XVII), restaurata e adibita ad ostello, che ben si presta come posto-tappa per il pernottamento. Il sentiero ora è quello che corre sulla dorsale Monte Valestra – Monte Fosola, di grande interesse geologico e botanico. Ampio panorama sulla valle del Secchia. Attraverso un ricco sottobosco si scende un ripido pendio in un castagneto. L’intensa azione degli agenti atmosferici ha qui originato caratteristiche erosioni (costa Sabbioni). In leggera discesa si raggiunge il castello di Carpineti (850 m), poco prima del quale si incrocia la strada che scende al paese. Il castello di Carpineti occupa la sommità di un’aspra guglia arenacea che domina un ampio tratto delle valli del Secchia e del Tresinaro. Fu costruito nei secoli X e XI e fu uno dei pilastri difensivi del sistema di fortificazioni di Matilde di Canossa. Restaurato e attrezzato per visite con annesso ristorante e struttura ricettiva, può essere la conclusione della tappa. Anche nel paese di Carpineti si può pernottare in uno degli alberghi del centro, con rientro al castello il giorno successivo. Per raggiungere il paese si scende oltre il castello sul Sentiero Matilde, che volta a destra in discesa sostenuta presso una sella del crinale che, dopo i castagni, porta nella piazzetta principale.

Scopri di più

hiking-15
Escursionismo

Sentiero Spallanzani Tappa 5

Ritornati al castello di Carpineti sul percorso del Sentiero Matilde fatto in discesa nella tappa precedente, alla sella del crinale ai piedi del castello si volta a destra e si prosegue lungo l’antica via di crinale, probabilmente risalente al medioevo.
L’ambiente è caratterizzato da boschi di castagno, faggio e roverella. Aggirato il Monte Banzola si lascia a sinistra il Sentiero Matilde, che scende verso la Val Secchia e si mantiene il percorso di crinale, attraversando il piccolo casolare della Crocetta e risalendo i fianchi settentrionali del Monte Fòsola. Raggiunta Ca’ Fòsola (1.30 h) e i due grandi faggi gemelli che caratterizzano la sella prativa, si lascia a sinistra un sentiero per la vetta, preceduta da una grande croce installata in occasione del Giubileo del 2000. Qui, dopo aver percorso pochi metri in leggera discesa, si abbandona la carrareccia girando bruscamente a sinistra per proseguire in direzione Sud e in discesa decisa. In fondo ad una valletta si esce su vasti coltivi piegando a destra verso il piccolo borgo di Campogallinaro. Proseguendo tra altri campi aperti sulla magnifica vista della Pietra di Bismantova, si scende a sinistra nel suggestivo borgo di Saccaggio, dominato da due antiche case torre (secc. XV-XVI). In discesa sullo stradello a valle del borgo si attraversa una prima strada asfaltata per scendere al Rio Spirola dal quale si risale sulla provinciale Felina – Villaminozzo. La si percorre per 100 metri verso destra (attenzione al traffico!) e si sale bruscamente a sinistra su carrareccia in direzione Ovest in evidente salita. In località La Noce si segue la strada asfaltata per un chilometro circa fino a Campolungo. Qui, attraversata la strada per Casale, un tratturo tra i campi ci avvicina alla Pietra di Bismantova, dal versante nordorientale, rotto da zolle di piattaforma arenacea a diversi livelli. Alla base del pianoro detto Campo Pianelli, sede di importanti scavi archeologici, si incontra il sentiero segnato 697 che verso destra sale gradualmente alla sommità della Pietra per il percorso più largo e comodo, ma meno panoramico, attraverso fitti noccioleti e poi estese radure. Per ammirare invece la parte più severa della Pietra si prende il 697 a sinistra del pianoro, per imboccare poco dopo a destra il ripido sentiero 699, che sale tra macereti e massi caduti dalla sommità. Cavalli e bici dovranno invece seguire a sinistra il 697 che porta direttamente al Parcheggio dell’Eremo alla base della parete orientale della Pietra. Ad un bivio ai piedi della parete si lascia a sinistra il sentiero 699 che porta all’accesso della famosa Ferrata degli Alpini. Si sale invece a destra in una serie di salite tra massi di crollo e tratti di parete franati nei secoli scorsi, fino a sbucare sul pianoro sommitale, da cui si gode un magnifico panorama su tutto il crinale appenninico. Per scendere dalla Pietra si imbocca il comodo sentiero posto a Ovest (697), che, girando attorno alla base della spettacolare parete verticale, ci conduce all’Eremo di Bismantova, eretto sotto una cengia della parete alta oltre 100 metri. Vicino all’Eremo si trova un bar-ristorante frequentato da turisti e arrampicatori e un albergo rurale. Dall’ampio parcheggio sottostante si scende al tornante inferiore, da dove parte una carrareccia in mezzo ai campi in discesa. Dopo non molto si giunge alla chiesa di Ginepreto e all’azienda agrituristica dove è possibile pernottare.

Scopri di più

hiking-15
Escursionismo

Sentiero Spallanzani Tappa 6

Per mulattiere inizia la discesa verso il fiume Secchia. Attraversata la strada asfaltata a Ginepreto borgo, si prosegue su carraia in discesa entrando presso una casa in una carrozzabile a fondo naturale. Il tracciato ha termine nel nucleo rurale di Ca’ Merlo. Ora si segua la traccia dell’antica mulattiera diretta al Mulino di Vologno. Siamo nell’alveo del Secchia, caratterizzato da interessanti esposizioni di gessi; si prende la stradina di fondovalle verso destra (a sinistra parte il sentiero Natura dei gessi triassici, n° 698) raggiungendo la strada asfaltata proveniente da Castelnovo in prossimità del ponte sul fiume Secchia, detto Ponte del Pianello (1 h), che si attraversa, per imboccare poi a sinistra oltre il bivio per le Fonti di Poiano il sentiero che conduce su un pianoro ricoperto di castagni. Una svolta a destra riconduce in direzione ovest: 100 m dopo si può compiere una deviazione verso una spettacolare cavità carsica denominata Tanone della Gacciolina (la si raggiunge imboccando un sentierino non segnato che dal castagneto sale in direzione Sud). Tornati al sentiero segnato, dopo un bel prato si è al nucleo rurale in abbandono di Ca’ Rabacchi dal quale si scende di nuovo alla strada provinciale, per attraversarla e imboccare la carraia che attraversa il letto del Rio di Sologno. Per cavalli e bici occorre invece seguire la strada provinciale a sinistra verso Carù, salendo eventualmente attraverso vecchie mulattiere che abbreviano i tornanti fino al paese di Gacciola, sopra cui ci si immette nel percorso principale al bivio di Fontanagatta. Ad un quadrivio di fronte all’ingresso degli edifici del Mulino della Gacciola (sbarra) si volta a sinistra. Questo è l’antico sentiero che porta al Monte Carù, ora quasi scomparso nella vegetazione. È una zona molto bella e poco conosciuta dagli escursionisti. Il nostro lavoro ha ripristinato l’uso di questo sentiero, un tempo usato dai frati dell’Eremo di Bismantova per raggiungere l’Oratorio di San Venerio, di antica origine e méta devozionale: pare sia l’erede di un ospizio per pellegrini romei. Salendo a un terrazzo di paleoalveo rivestito da un castagneto secolare con radure di felci, inizia il ripido sentiero a stretti tornanti. Si sale in breve da quota 450 m a quota 800 m, tra castagni, carpini, roverelle, ginepri. A quota 700 m si lascia l’evidente mulattiera che in piano porta a San Venerio (deviazione consigliata in 10 minuti), per salire bruscamente a destra seguendo ancora la costa del Monte Carù. A quota 800 m circa si incontra una mulattiera che conduce in mezza costa ai piedi della vetta fino all’abitato di Ca’ Budriotto dove si incontra la strada asfaltata. Al crocicchio per Fontanagatta si procede diritto su carraia e si arriva all’ingresso del borgo di Castellaro, arroccato su un poggio di origine vulcanica di colore rossastro (consigliabile la visita). Proseguendo si imbocca la mulattiera verso sud, parallela alla strada. Si entra così nel borgo di Cerrè Sologno, dove si sbuca sulla strada provinciale, che si prende a destra per poi lasciarla subito dopo, in corrispondenza del campo da calcio, per prendere una mulattiera che sale a sinistra. Ora il sentiero è su una dorsale in un’area interessante per il paesaggio argilloso. Si prosegue sullo spartiacque e si supera un dosso a quota 1.041 m, (M. delle Formiche) dal quale si scende verso sud ai piedi del M. Rimondatino (a sinistra si stacca il Sentiero Pighini che vi conduce in vetta, molto panoramica, in 20 minuti). Presto si giunge al bel paesino di Montecagno. Lo si attraversa in salita in direzione della chiesa e poi del cimitero, lungo una strada diretta al Monte Prampa (sent. 621). La si abbandona dopo circa 200 m per imboccare una mulattiera sulla destra che con un ampio semicerchio, ci porta al paese di Casalino, caratteristico vecchio borgo di montagna (fontana, bar trattoria). Da qui, in parte su asfalto, in parte per scorciatoie, si giunge al Mulino di Ligonchio, in splendida posizione sul torrente Ozola, e poi al bacino della centrale idroelettrica di Ligonchio (922 m) dove si fa tappa.

Scopri di più

hiking-15
Escursionismo

Sentiero Spallanzani Tappa 7

Da Ligonchio (presso la fontana dello Scodellino, in fondo al paese, di fronte alla Centrale ENEL) si segue il sentiero 635, a mezza costa del torrente Ozola. Cavalli e bici dovranno invece seguire necessariamente la strada, recentemente asfaltata che da Ligonchio di Sopra conduce alla Presa Alta. È un sentiero ombreggiato da castagni e faggi, che serve all’ENEL come sentiero di servizio per i numerosi impianti della centrale idroelettrica, impianto di grade importanza per la storia di Ligonchio, ma che oggi occupa poche persone. Il percorso, recentemente attrezzato anche per i disabili, attraversa la suggestiva valle del torrente Ozola snodandosi a mezza costa tra dirupanti affioramenti di arenaria.  Da questo punto in poi il Sentiero Spallanzani entra nella fascia di vegetazione dell’alto Appennino. Dopo la Presa Bassa inizia una progressiva salita, a tratti stretta e spesso rovinata da frane, fino alla Presa del Rimale, sull’omonimo torrente. Poco dopo si raggiunge la strada che a sinistra conduce in breve alla Presa Alta (1230 m). Quasi di fronte all’accesso alla casa ENEL si imbocca il sentierino che sale deciso sulla destra (segnato con il numero 639), sentiero che successivamente si fa più evidente e sfocia nel numero 633, che si segue a sinistra. Sempre in salita, dopo alcuni zig-zag nel bosco si arriva al bel pianoro noto come Lago del Capriolo (ma il lago fu prosciugato oltre 60 anni fa), e con altri tratti nella faggeta d’alto fusto chiamata Bosco di Soraggio, si perviene al Passo di Romecchio, valico sul crinale appenninico posto a quota 1.680 m e dal quale si gode di un bel panorama sul Massiccio del Monte Cusna e, a Sud, sulle Alpi Apuane. Dal passo di Romecchio (da notare pietre incise dai pastori e il vicino Oratorio di S. Bartolomeo) si segue ancora il sentiero 633 (ora anche GEA) che passa un po’ sotto il crinale, attraverso una brughiera di mirtilli (faggi imponenti). Al Rifugio Bargetana a 1.739 m si incontra una strada forestale proveniente dal fondovalle che conduce al passo di Lama Lite (1.769 m), dal quale un’altra carrareccia o un più breve sentiero conducono al Rifugio Battisti (1.761 m), storico rifugio appenninico di proprietà del CAI.
 

Scopri di più