Partiamo iniziando a camminare dal centro storico di Reggio Emilia. Il luogo simbolo per partire con il cammino è il Palazzo dei Musei, che custodisce la Collezione Spallanzani, proprio di fronte la Teatro Valli. Da qui si esce dalla città seguendo un corridoio verde che è anche un progetto di valorizzazione del camminare in città promosso dall’amministrazione. Alla fine dei portici, oltrepassata viale Montegrappa l’itinerario tiene leggermente la destra e attraversa viale dei Mille sul passaggio pedonale per entrare in viale Matteotti. Si prosegue tenendo sulla sinistra il vecchio stadio Mirabello, a destra il parco Giacomo Matteotti che ospita il monumento alle vittime dello stadio Heysel la triste vicenda extrasportiva nel 1985 che ha visto perire il noto fotografo reggiano Claudio Zavaroni. Più avanti, al passaggio pedonale, si attraversa viale Matteotti e si percorre via Sante Vicenzi entrando di seguito nell’area “Polveriera” caratterizzato da edifici militari dell’ Ottocento (qui si sta lavorando a un restauro a uso civile nell’ambito dei progetti di rigenerazione urbana. Oggi la Polveriera è uno spazio culturale con bar e sala convegni riunioni e mostre e ospita associazioni che operano nell’ambito delle attività umanitarie e di accoglienza). Oltrepassato il parcheggio si prosegue nell’area verde in cui spicca un ottimo esempio di archeologia industriale, nell’area verde del parco della Polveriera. Si percorre via Tondelli sbucando su via Melato . Si tiene al sinistra percorrendo via Melato camminando sull’ampio marciapiede. All’incrocio con viale Olimpia si attraversa alla strada e percorrendo viale Olimpia fino all’incrocio con via Luca da Reggio, si tiene la sinistra e si percorre la via fino all’incrocio con la via Emilia. Tenere la destra percorrendo il grande marciapiede /pista ciclabile e dopo 200 metri si svolta a destra in via Daria Malaguzzi la via dedicata alla madre di Ludovico Ariosto. Si percorrono 200 metri e svoltando a sinistra in via A. Bonacini si entra nel grande parco degli Ippocastani detto dai reggiani “Campo di Marte”. L’area verde è un ottimo polmone per la città molto frequentato dalle famiglie, al centro nella casetta di legno gestito dal circolo anziani si trova il bar dove è possibile richiedere uno spuntino e nei fine settimana il gnocco fritto. Si prosegue nel viale ghiaiato pedonale circumnavigando il parco e al raggiungimento della ferrovia occorre per ora uscire dal parco (prossimamente è prevista la realizzazione di un sottopasso pedonale) entrando in via Caravaggio. Percorrendola verso sinistra la strada porta al raggiungimento di via Papa Giovanni XXIII. Svoltando a sinistra si oltrepassa la ferrovia e subito a sinistra ancora si rientra nel proseguo di Campo di Marte che viene definito dai reggiani Campo di Marte 2. Si percorre il parco nell’ampio marciapiede e tenendo la destra si prosegue oltrepassando i giochi per i bambini camminando sul marciapiede che piega verso destra raggiungendo via Don Sturzo, la si attraversa passando dentro a piazza Stranieri sotto al porticato all’interno di un area di case popolari immerse nel verde , un progetto edilizio eco compatibile, si avanza sempre diritti entrando in via Marchi e in seguito attraversando l’incrocio con via Galloni si entra in via Piaggia costeggiando il parco. Il viale pedonale porta verso sinistra, e attraversa il parco del Quinzio entrando in via Gattalupa, si tiene la destra per 50 metri e si attraversa la strada entrando in via Caliceti; la si percorre per 100 metri seguendo la via che poi svolta a destra raggiungendo via P.e M. Curiè. Si attraversa la strada raggiungendo il parco ARE area di riequilibrio ecologico oggi area SIC: questo tratto di percorso è notevolmente interessante poichè rappresenta un esperienza di ripiantumazione selvatica all’interno di un area urbana. Il parco oggi è una reale riforestazione che rappresenta una testimonianza di quella che era l’antica foresta planiziale che ricopriva la pianura padana. Oggi nel parco vi sono numerosi animali (scoiattoli e ghiri che hanno la tana negli alberi di pioppo, nocciolo e frassino, mentre non è raro vedere volteggiare la Poiana, il Gheppio, mentre verso sera si inizia a sentire il suono della Civetta e altri piccoli rapaci come l’Assiolo che stanno ripopolando la zona protetta, mentre il sottobosco regala fiori spontanei protetti come l’Orchis Purpurea, l’Orchis scimmia, la Cephalantera Demasonium e l’ Himatoglossum Irsutum. Raggiunto l’incrocio delimitato dal palo rosso dei percorsi della cintura verde del comune di Reggio Emilia il percorso prosegue a destra mentre a sinistra vi è la deviazione per raggiungere il parco del Mauriziano. Il percorso prosegue diritto e esce dall’area di riequilibrio ecologico, raggiungendo via Lombroso, si svolta a destra in prossimità di via Gattalupa e la si percorre per circa 150 metri. Si svolta a sinistra in via Metastasio, poco avanti la via finisce e inizia il raccordo pedonale che porta al sentiero fluviale del torrente Rodano. Oltrepassato il sottopassaggio della tangenziale, con un breve tratto protetto da guardrail si lascia la strada passando sul ponte del Rodano e si entra nel sentiero immerso nella vegetazione. Poco avanti sulla destra è visibile l’immissione del Rio delle Acque Chiare nel torrente Rodano; il piccolo e limpido corso d’acqua si immette dalla sponda orografica sinistra, mentre il nostro itinerario prosegue sulla sponda destra tra ampi tratti di vegetazione ripariale. L’itinerario prosegue sempre su una comoda carreggiata che si inoltra nella vegetazione in cui gli ambienti circostanti sono caratterizzati da siepi autoctone di Prugnolo (Prunux Spinosa), Biancospino (Ctrataegus Monogina) e Fusaggine (Euonymus Europeus) che spiccano tra le ramificazioni selvagge, mentre alberi di Pioppo (Popolus Nigra) Noce (Jungland Regia) e Robinia (Robinia Pseudoacacia) contornano con le loro fronde un ecosistema di notevole pregio. In alcuni punti di osservazione corredati da capanni tra gli alberi è possibile osservare il volo della Poiana del Gheppio e numerosi uccelli tipici della campagna tra i quali spiccano i limicoli: Airone Bianco, Beccabuoi, Airone Cinerino e le splendide Cicogne che provengono dalla vicina colonia di Gavasseto a circa 2 km dal percorso in direzione Ovest. Si raggiunge il bivio con il ponte del Rodano riconoscibile dal colore rosso, che rappresenta la variante per raggiungere l’agriturismo Acque Chiare, ottimo posto tappa con camere e servizio ristorazione. Si riprende il percorso proseguendo sul sentiero che continua a costeggiare il torrente Rodano, la traccia si fa più stretta e attraversa una zona in cui la vegetazione è più fitta, si raggiunge un sottopassaggio e nella risalita da questo si entra in un tratto stretto proprio sulla sponda del torrente. Nell’uscita dal percorso si raggiunge l’ampia tratta che spazia sui coltivi e sulla alta pianura reggiana. A destra da notare la chiusa a sbarramento tipico della gestione delle acque e delle canalizzazioni di irrigazione; un usanza tipica di queste campagne con chiuse ad argano che erano gestite anticamente da appositi esperti nella deviazione delle acque . A seconda delle esigenze delle semine e dalle indicazioni dei contadini, il “Dugarolo” azionava alzando le chiuse e deviando le acque del Rodano riempendo i canali a cui i contadini stessi attingevano per l’irrigazione. Si prosegue su un tratto a fondo ghiaiato che conduce do circa due km all’incrocio con via Anna Frank. Si gira a destra attraversando su asfalto il ponte sul Rodano e immediatamente dopo, alla fine del ponte si attraversa la strada e si prende la carreggiata che prosegue sulla sponda orografica sinistra del torrente, fiancheggiando a destra ampi campi a coltivo. Alla fine del tratto si raggiunge un importante elemento storico: il Canale di Secchia una via d’acqua artificiale costruita dai romani per portare l’acqua del fiume Secchia (a circa 20 km da dove ci troviamo) dentro alla città di Reggio Emilia, il canale è stato utilizzato fino al 1800 , con piccole imbarcazioni i commercianti entravano nell’allora città murata per scaricare le merci. Oggi il canale di Secchia è una presa d’acqua utilizzata per l’irrigazione ma conserva ancora il fascino di un antico manufatto tant’è che nel punto in cui il SSP deve attraversare il torrente si può notare ancora oggi l’antico ponte ad arco a tutto sesto in cui il canale passa sopra al Rodano nel punto in cui è sopraelevato e attraversa il torrente. Nel caso in cui l’attraversamento del Rodano sia impervio potete attraversarlo utilizzando la passerella metallica della presa del canale di Secchia. In entrambi i casi il percorso prosegue sulla sponda del canale a fondo erboso. Il percorso continua camminando sopraelevati di alcuni metri tra panorami sulla campagna sottostante e vegetazione. In seguito a un lungo tratto di canale di Secchia si raggiunge la strada asfaltata (via del Bosco) in corrispondenza del ponte del Gazo, un luogo che ha visto svolgersi un importante battaglia nel passato. Si tiene la destra e si percorre la strada asfaltata, dopo circa 300 mt nella svolta a destra della strada possiamo notare un notevole esemplare di Farnia (Quercus Robur), il percorso prosegue sempre su asfalto, poco avanti in prossimità di una circa a destra della strada all’angolo di una vecchia casa colonica oggi disabitata occorre abbandonare via del Bosco e seguire a sinistra la carreggiata che oltrepassa il cancello arrugginito. L’itinerario prosegue tra i campi e le vigne entrando nella proprietà dell’azienda Il Tralcio. L’arrivo all’azienda agricola Il Tralcio è un immersione nella tipica azienda reggiana di produzione del vini tipici di uve lambrusche e Parmigiano Reggiano. Nei filari che affiancano il sentiero oltre alle uve tipiche per la produzione del Lambrusco vi è il recupero di un antichissimo vitigno di uva bianca: la Spergola. Si esce dall’azienda il Tralcio utilizzando la vecchia strada militare che affianca campi alternati a siepi notevoli, i cui primi lievi contrafforti segnalano l’abbandono dell’ultima parte di pianura. Si prosegue, la strada diventa asfaltata, prosegue per circa 300 metri e raggiunge un incrocio dove la strada prende il nome di via Mabrazza. L’itinerario prosegue a destra, lasciando via Mabrazza e percorrendo via Sabatini. Oltrepassato l’agriturismo l’itinerario raggiunge un incrocio, si prosegue diritto ignorando la stradina destra e proseguendo su via Dei Brugnoli che continua ad attraversare panorami agresti, raggiunta una curva dove la strada prosegue vi è un bell’esemplare di Farnia (Quercus Robur) e poco avanti raggiunge un incrocio. Tenere la sinistra e percorrere via Cerlini in prossimità dell’abitato di Fellegara che si raggiunge poco dopo all’incrocio con la strada principale che attraversa longitudinalmente il paese. All’angolo della casa con il numero civico 65 in cui troviamo una curiosità: il piccolo slargo all’incrocio è dedicato a Augusto Daolio indimenticato artista della musica e delle parole leader del gruppo musicale “I Nomadi” (tra le tante canzoni ci piace ricordare “cammina cammina” ). Si prosegue a sinistra e dopo circa 300 metri si svolta a destra imboccando via della Botte. Poco avanti ha inizio il percorso ciclo pedonale del Tresinaro. Il percorso ciclopedonale, da mantenere fino all’abitato di Ca de Caroli, è semplice e intuitivo da seguire. Si prosegue lungo la sinistra orografica del torrente Tresinaro – che nasce più avanti sul SSP alle pendici del monte Fosola – fino ad arrivare al ponte di via del Cristo. Siamo a Scandiano, e da qui si può deviare verso il centro storico, che merita certamente una visita per la sua bella Rocca dei Boiardo e per la casa natale di Lazzaro Spallanzani, da dove il naturalista partiva per le sue escursioni scientifiche sull’Appennino. Per proseguire direttamente verso Ventoso si attraversa il ponte di via del Cristo e si continua lungo il percorso ciclopedonale che per circa 100 metri corre ai margini della strada asfaltata e, all’altezza di una fontana pubblica, curva leggermente a destra portandosi sulla sponda del torrente. Continuare per circa un chilometro, poi il percorso prosegue dritto nel parco pubblico Antonino Caponnetto – segnalato da un cartello – in cui mantenere la stradina di destra sempre parallela al letto del torrente. Si passa sotto la via Pedemontana grazie a un sottopassaggio e, in poche centinaia di metri, si arriva alle prime case del borgo di Ca de Caroli. Si prosegue sempre dritto fino ad arrivare al ponte di via Resta e qui svoltare a sinistra, fino ad una piccola rotonda. Alla rotonda proseguire diritto – troverete un forno sulla sinistra davanti a voi – in via del Borgo, che attraversa il minuscolo e grazioso centro storico del paesino. Proseguire su via del Borgo – stradina di campagna asfaltata ma poco frequentata e con buon marciapiede sulla destra – per circa un chilometro fino ad arrivare al borgo di Ventoso. All’incrocio girare a destra in via Goti – vi troverete un grande parcheggio sulla vostra destra – oltrepassare un gruppo di case e imboccare via Colombaia sempre sulla vostra destra. Ed ecco, davanti a voi, sul lato sinistro della strada, lo storico cartello d’inizio del Sentiero Spallanzani (che nel 1988 partiva da qui).