Escursionismo

Escursionismo: 514 Itinerari

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Alta Via dei Parchi Tappa 03

Una lunga giornata per collegare i due valichi più bassi dell’Appennino emiliano, entrambi a 1200 metri di quota e separati dal grande blocco montuoso dell’Alpe di Succiso-M. Alto-Punta Buffanaro. Da Prato Spilla si sale fino alla conca del Lago Verdarolo, seguito dal minuscolo Lago Scuro, anch’esso circondato dalla faggeta, e poi dal Lago Squincio, più aperto e invaso dalle erbe palustri; da lì alla Diga del Lagastrello, punto di accesso alternativo all’Alta Via, è una breve discesa. Lo sbarramento, dove nasce il fiume Enza, ha creato il Lago Paduli con la sommersione dell’ampia sella del Passo del Lagastrello, l’antico Malpasso presidiato dall’abbazia benedettina dei Linari. La salita nel bosco alle falde del M.Acuto porta all’omonimo lago, in una conca sovrastante un gradino glaciale; nei pressi si trova il rifugio Città di Sarzana (1580 m), aperto nei mesi estivi. In breve si scende ai Ghiaccioni, bella conca ricca di praterie e di acque sorgive da cui nasce il torrente Liocca, dominata dal grande circo glaciale racchiuso dalla cresta dentata dei Groppi di Camporaghena. La salita, fra grandi massi e praterie dominate dalla mole dell’Alpe di Succiso ermina nello stretto intaglio del Passo di Pietra Tagliata (1753 m), un ambiente severo su cui incombono le rocce del M. Alto; da lì un sentiero sassoso porta velocemente alle sorgenti del Secchia, al centro di una conca rinomata per la sua selvaggia bellezza. Dal pianoro del Prataccio si raggiunge il non lontano Passo dell’Ospedalaccio, segnalato da un cippo che ricorda i confini della Repubblica Cisalpina; il valico prende il nome da un ospitale medievale individuato da recenti scavi. Al Passo del Cerreto si giunge con una comoda camminata fra boschetti e praterie, con ampie vedute del circo del M. La Nuda che sarà risalito nella prossima tappa.

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Alta Via dei Parchi Tappa 04

Anche se si sale per quasi un chilometro la tappa è riposante rispetto alle precedenti. Dalla strada per Cerreto Laghi si risale in direzione del soprastante M. La Nuda, irto di rocce e di torrioni fra cui si impone la poderosa spalla del Gendarme. Dapprima nel bosco cosparso di blocchi morenici e poi lungo le impervie pietraie della Valle dell’Inferno - in ambiente grandioso e alpestre popolato, da una colonia di marmotte - si raggiunge il piccolo Bivacco Rosario, vicino a una sorgente. Risalendo l’evidente circo glaciale si arriva al crinale nella sella alla base del M. La Nuda (1895 m), sormontato dagli edifici di una vecchia stazione radio. La cresta offre ampie vedute verso la Garfagnana e le Alpi Apuane, ormai vicine, mentre sul versante padano l’inconfondibile profilo della Pietra di Bismantova si staglia oltre le foreste della valle del torrente Riarbero, dominando i mammelloni delle evaporiti trassiche, tagliati dall’erosione fluviale nelle caratteristiche scarpate biancheggianti. Dopo le pietraie della Borra Grande il percorso diviene meno impervio, scendendo al Passo di Belfiore attraverso basse brughiere di mirtillo punteggiate di rododendri, pianta alpina presente sull’Appennino soltanto in poche località. I primi faggi contorti sono l’avamposto del bosco che in breve avvolge il sentiero; al non lontano Passo di Cavorsella si incontra una comoda pista forestale che porta al Passo Pradarena, il più alto valico carrozzabile dell’Appennino settentrionale. Da qui potete raggiungere il posto tappa, il Rifugio di Rio Re, in circa 1 ora percorrendo i sentieri CAI 639 e 639b.

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