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Escursionismo

Dai Sassi al Sasso (Itinerario n. 9)

Itinerario che conduce nelle aree meno conosciute del Parco dei Sassi, verso il Sasso di S. Andrea. Tocca ambiti naturali, paesaggistici, storici della media e alta collina, modellati nel tempo dalla presenza dell’uomo. Non mancano peculiarità, specialmente botaniche, nelle stagioni della fioritura, tra cui varie specie di orchidee e di liliacee, come il giglio martagone e il giglio di S. Giovanni.
Il percorso, nella sua interezza, e comprensivo della variante 9/a, richiede una certa disponibilità alla camminata per i dislivelli che affronta e per il fondo non sempre agevole. Pur non così “geologicamente appariscente” come le più note rupi arenacee di Roccamalatina, il Sasso di S. Andrea riveste tuttavia un certo fascino in considerazione del fatto che, oltre ad essere immerso in una natura a tratti severa, è sorvegliato dall’incantevole borgo storico di Montecorone. L’itinerario conduce poi verso i suggestivi edifici storici dei Fontanini per terminare nel paese di Montombraro di Zocca, fuori di poco dai confini amministrativi del Parco, ma non per questo meno interessante nella sua parte più antica.
Di particolare interesse la presenza di uccelli rapaci di ambienti aperti, come la poiana, l’albanella e il falco pecchiaiolo, ma anche di ambiente rupicolo come il falco pellegrino. Varie sono le altre specie, dall’upupa al picchio verde, dalle sterpazzole alle tottaville, dallo strillozzo ai cardellini e verdoni. È nidificante la pernice rossa.

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Escursionismo

Ascesa e orizzonte del monte Cimone

Percorso impegnativo che prevede l’ascesa alla vetta del monte Cimone (2.165 metri) partendo dal lago della Ninfa (1.503 metri), collocato alle sue pendici nord-orientali e circondato da faggete e boschi di conifere. La salita inizia fiancheggiando, all’interno di una bella faggeta, l’impianto di risalita per lo sci. Oltre l’arrivo della seggiovia, si giunge all’ampia porzione pianeggiante di Piancavallaro (1.880 metri), da cui inizia il tratto più interessante dell’ascesa, denominato “Sentiero dell’atmosfera” e punteggiato di pannelli informativi che introducono ai temi dell’atmosfera e dei cambiamenti climatici. Su questo tratto, in base al periodo dell’anno, ci si può imbattere in essenze floristiche tipiche dell’Europa settentrionale come il raro Geranio argenteo e la Soldanella pusilla. Frequente, poi, sentire i fischi e osservare esemplari di marmotta alpina, la preda d’elezione per l’aquila reale, dominatrice assoluta di questi cieli. La vetta del monte Cimone è il rilievo dal quale si vede più superficie italiana. Da qui, infatti, la vista può spaziare su un orizzonte libero a 360 gradi, raffigurato anche in una grande ceramica posta sul versante sud-ovest che riporta un disegno dell’ingegner Alfredo Galassini. Sulla sommità del monte Cimone si trova una stazione meteorologica d’importanza internazionale, costituita dall’Osservatorio Meteorologico dell’Aeronautica Militare e dal Laboratorio CNR “Ottavio Vittori” per lo studio dell’atmosfera e dei cambiamenti climatici.

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Escursionismo

La traversata del Parco (Itinerario n. 1)

L’itinerario attraversa gli ambienti più caratteristici del Parco dei Sassi di Roccamalatina: dal fiume alle argille varicolori, dai boschi di quercia agli antichi borghi rurali, dalle guglie arenacee ai boschi di castagno e cerro. Con un po’ di fortuna e nei periodi giusti della stagione, si possono incontrare specie di piante ed animali tipici dei vari ambienti. All’inizio di primavera, fioriture di primule, epatiche, viole e liliacee come il dente di cane; nei punti più freschi, estese infiorate di campanellini d’inverno. A primavera inoltrata fioriscono le orchidee, in varie specie, oltre ad altre liliacee come il giglio di S. Giovanni. Nella stagione secca fanno capolino le iridacee del genere Crocus. In autunno il sottobosco si colora di rosa, con le fioriture dei ciclamini. Le specie animali sono delle più varie: caprioli e scoiattoli, non poche specie di uccelli, dai picchi a cince e rampichini in bosco, dalla tottavilla alla pernice rossa nelle zone aperte a varie specie di rapaci, tra cui poiane e gheppi in particolare.
L’itinerario è poi particolarmente ricco di scorci panoramici, verso la valle del Panaro o verso il crinale appenninico, che si possono ammirare da diversi punti, come in prossimità della Pieve di Trebbio o dal crinale del monte della Riva. Ancorché di importante impegno escursionistico per dislivelli e lunghezza, offre una visione completa del Parco passando per i ponticelli sul rio Frascara, l’antica Pieve di Trebbio e il Centro Parco “Il Fontanazzo”. Prosegue poi per il Borgo dei Sassi, il monte della Riva e l’ampia panoramica sulla valle del Panaro, oltre al suggestivo borgo storico di Montalbano, prima di giungere all’arrivo a Zocca.
L’itinerario include due varianti (1/a e 1/b) che ne arricchiscono l’offerta escursionistica, una delle quali consente, inoltre, il collegamento al suggestivo borgo di Missano.

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Cosa vedere

I Sassi

Le particolari arenarie che hanno originato gli imponenti torrioni in località Roccamalatina, nel comune di Guiglia, di 70 metri e oltre di altezza, detti popolarmente “i Sassi”, sono composte da granuli grossolani (sabbie) osservabili distintamente anche a occhio nudo. Queste arenarie quarzose prendono il nome di “arenarie di Anconella”, la cui sedimentazione avvenne in ambiente di acque profonde circa 25 milioni di anni fa, nell’Oligocene Superiore, a seguito di fenomeni chiamati “correnti di torbida” (frane sottomarine) che, una volta attivate, per effetto del loro peso e per i movimenti della crosta terrestre, sospingono i granuli, depositati sulla scarpata continentale, per poi ridepositarli a distanza e profondità maggiori. Tale fenomeno ha portato alla formazione di elevati spessori di sedimenti di diverse dimensioni, decrescenti dal basso verso l’alto, all’interno dello stesso strato (evento torbiditico). La disposizione degli strati rocciosi nello spazio (si ergono con assetto quasi verticale) e la loro maggior resistenza all’erosione, rispetto alle rocce circostanti prevalentemente argillose, ne hanno determinato la particolare morfologia “a pinnacolo”. Oggetto di insediamenti fortificati, già durante la dominazione bizantina I Sassi costituirono un caposaldo difensivo contro i Longobardi. Nel Medioevo furono sede della famiglia dei Malatigni, che dominò i fortilizi fino alla loro decadenza. Il nucleo di edifici alla base del “Sasso della Croce”, detto Borgo dei Sassi, comprende un oratorio settecentesco e fabbricati con pregevoli portali dei secoli XIV e XV.

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