Dai Sassi al Sasso (Itinerario n. 9)

Da Roccamalatina a Montombraro

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Escursionismo
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Dettagli Percorso

Difficoltà

E

Roccamalatina

I Mala Tignis di parte bolognese sono nominati in un documento del 1299 come proprietari di quattro rocche nella circoscrizione di Pieve di Trebbio. A loro si deve il nome del paese e dei Sassi in arenaria. La chiesa del paese risale al ‘600 ed ha un bel soffitto originale. Nella sacrestia vi sono un lavabo ed un Cristo in legno intagliato, anch’essi del ‘600. Nell’agglomerato delle Rocche di Sopra sono visibili un portale a sesto acuto del ‘300 ed uno del ‘400.

Sasso di Sant'Andrea

Emergenza di elevato interesse paesaggistico-ambientale, posta a est del borgo di Montecorone, nel comune di Zocca, è un affioramento di circa 20 metri di altezza, a scarpata strapiombante, di roccia arenaceo-calcarea di origine sedimentaria della stessa tipologia di quella dei Sassi di Roccamalatina. È localizzato a settentrione del fosso della Bura ed è stato modellato nel tempo dagli agenti atmosferici che ne hanno conformato l’aspetto attuale. Anche il Sasso di Sant’Andrea offre ambienti adatti alla presenza di alcune specie di rapaci e dalla sua sommità si può godere un ampio panorama. Alla base della scarpata, una frattura ha facilitato l’erosione da parte del corso d’acqua, il fosso Livia, che ha così visivamente isolato questo affioramento arenaceo. I fenomeni di degradazione tipici di queste rocce hanno conferito quelle caratteristiche forme e linee tondeggianti che distinguono il Sasso dagli altri rilievi della zona.

Montecorone

Il toponimo potrebbe derivare sia dal personale latino Coronius, sia per la posizione al centro di una corona di monti. Nel 1279 viene citato un castello cinto da un muro di fortificazione; nel 1408 fu uno dei castelli donati dal marchese Niccolò III ad Uguccione dei Contrari che lo unì alla Podesteria di Savignano del marchesato di Vignola. La chiesa di Santa Giustina, nominata per la prima volta nel 1277, domina un borgo di impianto medioevale di notevole bellezza, contraddistinto da edifici in pietra decorati da portali di arenaria e finestre ad arco a sesto acuto e dal seicentesco oratorio di San Rocco. Nei pressi del borgo, in direzione sud, si trova una sorgente sulfurea che eroga acqua potabile.

Fontanini di Sotto

Il toponimo prende origine dalla presenza di una sorgente di grande portata. Il nucleo è disposto a semicerchio attorno ad una casa torre quattro-cinquecentesca. Anche le estremità della cortina sono caratterizzate da costruzioni a torre, mentre nei fabbricati più bassi si apre un portico passante, con portali a sesto ribassato. La casa torre presenta al primo piano due finestre ad arco a sesto acuto e al secondo altre due finestre cinquecentesche di pregevole fattura. La torre è coperta da quattro falde con doppio ordine di aperture di colombaia, cornicione e soffittino di gronda in mattoni disposti a denti di sega.

Monteombraro

La prima menzione del castello di Monte Ombraro risale al 1110. Distrutto nella spedizione dei Bolognesi del 1271, l’area di appartenenza si alternò tra i Comuni di Modena e di Bologna a causa della sua posizione di confine. Nel 1409 Niccolò III lo cedette ad Uguccione dei Contrari che lo aggregò alla Podesteria di Savignano fino al 1797. Sull’antica area castellana sorge la vecchia chiesa parrocchiale, di epoca tardo trecentesca. La chiesa del S.S. Salvatore, sorta come nuova parrocchiale nel 1619, domina con un’architettura di finissime proporzioni il centro storico di impianto originario.

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Descrizione

Itinerario che conduce nelle aree meno conosciute del Parco dei Sassi, verso il Sasso di S. Andrea. Tocca ambiti naturali, paesaggistici, storici della media e alta collina, modellati nel tempo dalla presenza dell’uomo. Non mancano peculiarità, specialmente botaniche, nelle stagioni della fioritura, tra cui varie specie di orchidee e di liliacee, come il giglio martagone e il giglio di S. Giovanni.
Il percorso, nella sua interezza, e comprensivo della variante 9/a, richiede una certa disponibilità alla camminata per i dislivelli che affronta e per il fondo non sempre agevole. Pur non così “geologicamente appariscente” come le più note rupi arenacee di Roccamalatina, il Sasso di S. Andrea riveste tuttavia un certo fascino in considerazione del fatto che, oltre ad essere immerso in una natura a tratti severa, è sorvegliato dall’incantevole borgo storico di Montecorone. L’itinerario conduce poi verso i suggestivi edifici storici dei Fontanini per terminare nel paese di Montombraro di Zocca, fuori di poco dai confini amministrativi del Parco, ma non per questo meno interessante nella sua parte più antica.
Di particolare interesse la presenza di uccelli rapaci di ambienti aperti, come la poiana, l’albanella e il falco pecchiaiolo, ma anche di ambiente rupicolo come il falco pellegrino. Varie sono le altre specie, dall’upupa al picchio verde, dalle sterpazzole alle tottaville, dallo strillozzo ai cardellini e verdoni. È nidificante la pernice rossa.