Sentiero Europeo E1 Toscana T10
Alla partenza dal Lago Scaffaiolo si lascia il Monte Cupolino a destra (comunque raggiungibile con una breve deviazione) e si imbocca il sentiero CAI 00 verso il Passo dei Tre Termini (1779 m slm), antico confine fra Stato Pontificio, Granducato di Toscana e Ducato di Modena e, costeggiando la parete Nord del Monte Cornaccio (1789 m slm), si raggiunge rapidamente il Passo dello Strofinatoio (1846 m slm). La mulattiera che lo varca era percorsa in tempi antichi dai muli che nel punto sommitale ripido e stretto strofinavano la soma lungo le rocce e da qui il nome. Sul passo è presente un quadrivio ben segnalato dal quale si diramano il sentiero verso la Val Dardagna e il rifugio Cavone (direzione Nord Ovest), oppure quello in direzione Nord che in circa 30’ porta sulla vetta del Corno alle Scale (1945 m slm), oppure ancora il sentiero E1 che coincide con il sentiero CAI 00 e si dirige a Sud Ovest verso Pracchia, transitando dal Passo del Cancellino (1630 m slm). Da questo Passo, si diramano numerosi sentieri: quello verso Nord Est porta al borgo di Monteacuto delle Alpi e scende rapidamente sul versante bolognese, il sentiero che sale verso la vetta del Monte Gennaio (1814 m slm) e da qui scende al Passo dei Malandrini (1574 m slm), oppure il sentiero E1 che invece raggiunge il Passo dei Malandrini più agevolmente dirigendosi a Sud (destra) e aggirando il Monte Gennaio sul versante Ovest.
Al Passo dei Malandrini è molto importante porre la massima attenzione e imboccare il sentiero in direzione Est (verso il Rifugio del Montanaro e il Passo della Pedata del Diavolo), tralasciando quelli diretti rispettivamente a Nord (ritorna verso la vetta del Monte Gennaio) e a Ovest, CAI 00, che porta verso la Maceglia ed il Rifugio di Piano di Pratorsi; quest’ultimo sarebbe la “vera” via di crinale geografico, ma compie un’ansa lunghissima per lasciare le sorgenti del Reno a sinistra e la valle della Lima sulla destra. Il sentiero E1 raggiunge in pochi minuti il Rifugio del Montanaro (1567 m slm), apertura stagionale, locale bivacco invernale sempre aperto, dalla cui terrazza si gode un bel panorama. Dal Rifugio del Montanaro inizia una ripida discesa, abbastanza impegnativa, verso il bivio del Passo della Pedata del Diavolo (1347 m slm) e l’adiacente area del Rombiciaio (1373 m slm); qui bisogna proseguire in direzione Sud Est verso Pracchia, evitando sia il sentiero in direzione Est (verso Orsigna) che quello a sud Ovest (il più a destra) verso Casetta Pulledrari (“storico” punto di appoggio della Foresta del Teso, purtroppo chiuso) e Maresca. Dalla Pedata del Diavolo inizia un tratto agevole fino al Piano della Trave (1317 m slm) e da qui una ripida, impegnativa e faticosa discesa verso Pracchia (607 m slm). Attenzione, poco prima di arrivare a Pracchia, si rende necessaria, a causa dell’interruzione del sentiero “classico”, una breve deviazione (ben segnalata) lungo l’itinerario alternativo, arrivando rapidamente agli edifici della frazione Le Case e quindi a Pracchia, sulla riva sinistra del fiume Reno. L’attraversamento del Reno a Pracchia (607 m slm) rappresenta il confine tra due diverse tipologie di montagna: dal confine ligure (Passo dei Due Santi) fino a Pracchia, il tracciato ha caratteristiche prevalenti di alta montagna, è quasi sempre tra i 1500 e i 2000 metri di quota con crinali spesso impervi, assenza di vegetazione e molte tappe sono infatti contrassegnate con EE. Da Pracchia verso il confine umbro (Bocca Trabaria) il tracciato ha caratteristiche più dolci di media montagna, solo raramente si superano i 1500 metri di quota con tracciati quasi sempre all’ombra di fitte foreste, e tappe prevalentemente di tipo E.
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