Itinerari di crinale

Itinerari di crinale: 12 Itinerari

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Alta Via dei Parchi Tappa 09

Classica e panoramica camminata che congiunge due delle più rinomate località dell’Appennino settentrionale. Sul Monte SpigolinoLa prima parte del cammino attraversa la magnifica foresta di Boscolungo salendo al piccolo rifugio della Verginetta, vicino a M. Maiore. La dorsale soprastante, che in breve esce dal bosco divenendo rocciosa, conduce alla più bassa delle due cime del Libro Aperto (1936 m): dall’ottimo punto panoramico lo sguardo abbraccia l’intero valico dell’Abetone adagiato in un evidente sdoppiamento della linea del crinale. Scesi alla cresta sottostante, il panorama del versante emiliano è invece dominato dalla vicina mole del Cimone, coronato da antenne ed edifici di una stazione meteorologica. L’aereo percorso di crinale alterna sterminate praterie e distese di mirtilli a tratti più impervi, spesso su rocce sfasciate; come sempre il versante toscano è più ripido, mentre quello settentrionale è articolato da creste e circhi glaciali punteggiati da grandi faggi isolati. Dopo l’ampia sella del Colle dell’Acqua Marcia si superano le rocce dei Balzoni, poi più dolci ondulazioni portano al Passo di Croce Arcana dove si incontra la strada sterrata che va da Ospitale a Cutigliano. Superati gli impianti sciistici di Doganaccia si prosegue fino a costeggiare la cima del M. Spigolino, seguito dall’intaglio del Passo della Calanca. Da lì la cresta si sdoppia in una serie di avvallamenti, nell’ultimo dei quali si trova il Lago Scaffaiolo. Il piccolo specchio d’acqua si rova sotto il cocuzzolo erboso del M. Cupolino; alto sulle sue rive sorge il rifugio Duca degli Abruzzi, ultimo discendente della struttura originaria inaugurata nel 1878.

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Sentiero Europeo E1 Toscana T04

ATTENZIONE Il nuovo tracciato della Tappa 4 è stato imposto da eventi naturali dell’inverno 2020 2021 (numerosi grossi tronchi interrompono ripetutamente il sentiero, percorribile con ESTREMA DIFFICOLTA’). Il vecchio tracciato (SCONSIGLIATO al momento) viene riportato nella Variante 4.2. Il nuovo percorso base della tappa 4 del sentiero E1parte dal lato Nord della diga, dove si imbocca il sentiero CAI 659 / Alta Via dei Parchi, che in circa 2 ore conduce direttamente al Rifugio Città di Sarzana, “perdendo” alcuni tratti di crinale. In alternativa, si può percorrere la Variante 4.1 (cosiddetto Sentiero dei Ducati – CAI 659 A) che parte dallo stesso incrocio sul lato Nord della diga e consente di raggiungere il sentiero di crinale poco a Ovest della Sella di Monte Acuto, ammirando un tratto di crinale meraviglioso per poi discendere al Rfugio Città di Sarzana (vedi la descrizione). NB: Questo tratto NON è ancora marcato con i segnavia E1, ma il sentiero CAI 659 / AVP è ben evidente; la traccia proposta è ricavata su mappa. Il Rifugio Città di Sarzana (1587 m slm, apertura stagionale, locale invernale sempre aperto) si trova a poca distanza dalla sponda Nord del Lago di Monte Acuto (1575 m slm), ben mimetizzato nella faggeta, possibile punto tapa/ristoro. Continuando sul sentiero GEA – E1 nel bosco in ripida discesa, si attraversano alcuni guadi e si arriva nei pressi del Bivacco Ghiaccioni, dove è possibile pernottare e rifornirsi di acqua. Da qui inizia una ripida salita che porta al Passo della Pietra Tagliata (1770 m slm), molto panoramico, dal quale parte un sentiero per la cresta (attrezzato con corda fissa e quindi consigliabile solamente ad Escursionisti Esperti), che verso Nord si dirige alla vetta dell’Alpe di Succiso e a Sud sul crinale. Si tratta di una deviazione dal percorso principale, che allungherebbe significativamente la tappa (già lunga ed impegnativa di per sé), ma è meritevole di un’escursione dedicata, con l’equipaggiamento ottimale, l’allenamento e l’esperienza necessari. Il percorso E1, invece, prosegue nella ripida discesa, entra nel bosco e dopo poco si immette nello spettacolare anfiteatro delle Sorgenti del Secchia dove c’è la possibilità di trovare acqua (sorgente all’altezza di 1545 metri). Continuando in discesa si raggiunge il Passo dell’Ospedalaccio (1271 m slm), antico e frequentatissimo valico tra l’Emilia e la Toscana, che fu sede di un Ospitale per pellegrino nel Medioevo. Dal Passo dell’Ospedalaccio una tranquilla discesa porta al Passo del Cerreto, punto tappa con possibilità di pernottamento nell’omonimo hotel.

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Sentiero Europeo E1 Toscana T05

La tappa inizia al Passo del Cerreto, imboccando per breve tratto la SP 58 di Cerreto Laghi. Si abbandona l’asfalto dopo pochissimo per proseguire sulla parallela strada sterrata verso le case Crocetta ed il Camping Rio Bianco (a Est). Si attraversa la faggeta ignorando i bivi per Cerreto Laghi (a Est) e per Sassalbo (a Ovest) e all’uscita dal bosco si entra nel Vallone dell’Inferno, circondato dalle cime del monte Forame (1732 m slm) a Est e dei monti Scalocchio (1845 m slm) e Gendarme della Nuda (1872 m slm) a Ovest. A SudEst si comincia ad intravedere il Bivacco Rosario, oltre un cordone morenico. Poco distante dal bivacco, una fonte perenne offre possibilità di rifornimento d’acqua freschissima anche in piena estate: Si prosegue la salita in direzione del soprastante Monte La Nuda (a Est), irto di rocce e di torrioni rocciosi, fra i quali spicca il già citato Gendarme; Siamo nel punto più elevato della tappa, a breve distanza dalla vetta del monte la Nuda (1895 m slm), sulle cui pendici Nord Est, opposte al versante sul quale siamo, si stendono gli impianti della stazione sciistica di Cerreto Laghi. La cresta offre ampie vedute verso la Garfagnana e le Alpi Apuane, ormai vicine, mentre sul versante padano l’inconfondibile profilo della Pietra di Bismantova si staglia oltre le foreste della Valle del torrente Rialbero, dominando i mammelloni delle evaporiti rassiche, agliati dall’erosione fluviale nelle caratteristiche scarpate biancheggianti. Dopo le pietraie della Borra Grande il percorso diviene meno impervio, scendendo al Passo di Belfiore attraverso basse brughiere di mirtillo punteggiante di rododendri, pianta alpina presente sull’Appennino soltanto in poche località. I primi faggi contorti sono l’avamposto del bosco che in breve avvolge il sentiero; al non lontano Passo di Cavorsella si incontra una comoda pista forestale che porta al Passo di Pradarena, il più alto valico dell’Appennino settentrionale, meta della tappa.

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Sentiero Europeo E1 Toscana T06

Il percorso si sviluppa lungo lo spartiacque appenninico in uno dei suoi tratti più alti e panoramici. La tappa inizia dal Passo di Pradarena (1574 m slm), al confine tra le province di Reggio nell’Emilia e Lucca: si percorre la SP 12 della Provincia di Lucca in direzione Sud Est per circa 150 metri e si imbocca la strada bianca che sale tra ampie praterie alle pendici occidentali del monte Asinara (1732 m slm) fino a raggiungere il Passo della Comunella (1619 m slm) da dove è possibile ammirare, volgendo le sguardo a Nord Est, la sagoma inconfondibile della Pietra di Bismantova (1041 m slm). Si prosegue in salita lungo il sentiero di crinale, ad Ovest del Monte Sillano (1876 m slm), fino a raggiungere la vetta del Monte di Soraggio (1832 m slm) e, sempre mantenendosi in cresta, si transita sulle Porraie (1834 m slm), quindi si scende alla Cappella di San Bartolomeo e al vicino Passo di Romecchio (1630 m slm). Questo tratto offre panorami indimenticabili sulla Garfagnana a Sud e verso il Monte Cusna a Nord Est. Ricomincia la salita verso il punto più elevato di tutto il tratto ToscoEmiliano del sentiero E1, il monte Prado (2054 m slm) sul sentiero, abbastanza disconnesso, verso La Focerella (1745 m slm): questo incrocio è da segnalare, in quanto da qui parte il sentiero per la Variane Bargetana (Variante 6.2, La Focerella Passo delle Forbici) che consente di raggiungere il rifugio omonimo e/o di proseguire su un itinerario “basso” e non esposto verso il Rifugio Cesare Battisti. Questa variante è particolarmente indicata in caso di nebbia o maltempo sul crinale). Dalla Focerella si raggiunge la Sella del Monte Prado (1920 m slm) per arrivare infine alla vetta del Monte Prado (2054 m), cima più alta della Toscana. Se la giornata è limpida, la visione della Garfagnana a Sud e della mole del Monte Cusna a Nord ripaga abbondantemente la fatica spesa per raggiungere la vetta. Comincia l’agevole discesa tra i mirtilleti, fino al Passi di Monte Vecchio (1934 m slm) e, sempre tenendo a Ovest gli Scaloni, fino al Passo degli Scaloni (1922 m slm) e quindi a Bocca di Massa (1812 m slm). Qui si ignora il sentiero a Sud (verso il Rifugio Cella) e si prosegue la discesa verso il Passo delle Forbici (1572 m slm) alternando tratti boschivi e spazi aperti sul panorama. Al Passo, il sentiero incrocia la strada forestale che va dal Casone di Profecchia alla Segheria dell’Abetina Reale lungo il tracciato di un’antica via di valico. Diversi saliscendi accompagnano il cammino entro i bellissimi boschi di faggi e conducono al Passo del Giovarello (1661 m slm), a Cima La Nuda (1707 m slm), al Colle dei Laghi ed all’ Alpicella delle Radici da dove si gode di un panorama stupendo. Il tratto finale attraversa in discesa una zona boschiva che arriva velocemente alla Passo delle Radici (1527 m slm), storico valico dei pellegrini romei, che dalla Pianura Padana scendevano in Garfagnana.

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Sentiero Europeo E1 Toscana T10

Alla partenza dal Lago Scaffaiolo si lascia il Monte Cupolino a destra (comunque raggiungibile con una breve deviazione) e si imbocca il sentiero CAI 00 verso il Passo dei Tre Termini (1779 m slm), antico confine fra Stato Pontificio, Granducato di Toscana e Ducato di Modena e, costeggiando la parete Nord del Monte Cornaccio (1789 m slm), si raggiunge rapidamente il Passo dello Strofinatoio (1846 m slm). La mulattiera che lo varca era percorsa in tempi antichi dai muli che nel punto sommitale ripido e stretto strofinavano la soma lungo le rocce e da qui il nome. Sul passo è presente un quadrivio ben segnalato dal quale si diramano il sentiero verso la Val Dardagna e il rifugio Cavone (direzione Nord Ovest), oppure quello in direzione Nord che in circa 30’ porta sulla vetta del Corno alle Scale (1945 m slm), oppure ancora il sentiero E1 che coincide con il sentiero CAI 00 e si dirige a Sud Ovest verso Pracchia, transitando dal Passo del Cancellino (1630 m slm). Da questo Passo, si diramano numerosi sentieri: quello verso Nord Est porta al borgo di Monteacuto delle Alpi e scende rapidamente sul versante bolognese, il sentiero che sale verso la vetta del Monte Gennaio (1814 m slm) e da qui scende al Passo dei Malandrini (1574 m slm), oppure il sentiero E1 che invece raggiunge il Passo dei Malandrini più agevolmente dirigendosi a Sud (destra) e aggirando il Monte Gennaio sul versante Ovest. Al Passo dei Malandrini è molto importante porre la massima attenzione e imboccare il sentiero in direzione Est (verso il Rifugio del Montanaro e il Passo della Pedata del Diavolo), tralasciando quelli diretti rispettivamente a Nord (ritorna verso la vetta del Monte Gennaio) e a Ovest, CAI 00, che porta verso la Maceglia ed il Rifugio di Piano di Pratorsi; quest’ultimo sarebbe la “vera” via di crinale geografico, ma compie un’ansa lunghissima per lasciare le sorgenti del Reno a sinistra e la valle della Lima sulla destra. Il sentiero E1 raggiunge in pochi minuti il Rifugio del Montanaro (1567 m slm), apertura stagionale, locale bivacco invernale sempre aperto, dalla cui terrazza si gode un bel panorama. Dal Rifugio del Montanaro inizia una ripida discesa, abbastanza impegnativa, verso il bivio del Passo della Pedata del Diavolo (1347 m slm) e l’adiacente area del Rombiciaio (1373 m slm); qui bisogna proseguire in direzione Sud Est verso Pracchia, evitando sia il sentiero in direzione Est (verso Orsigna) che quello a sud Ovest (il più a destra) verso Casetta Pulledrari (“storico” punto di appoggio della Foresta del Teso, purtroppo chiuso) e Maresca. Dalla Pedata del Diavolo inizia un tratto agevole fino al Piano della Trave (1317 m slm) e da qui una ripida, impegnativa e faticosa discesa verso Pracchia (607 m slm). Attenzione, poco prima di arrivare a Pracchia, si rende necessaria, a causa dell’interruzione del sentiero “classico”, una breve deviazione (ben segnalata) lungo l’itinerario alternativo, arrivando rapidamente agli edifici della frazione Le Case e quindi a Pracchia, sulla riva sinistra del fiume Reno. L’attraversamento del Reno a Pracchia (607 m slm) rappresenta il confine tra due diverse tipologie di montagna: dal confine ligure (Passo dei Due Santi) fino a Pracchia, il tracciato ha caratteristiche prevalenti di alta montagna, è quasi sempre tra i 1500 e i 2000 metri di quota con crinali spesso impervi, assenza di vegetazione e molte tappe sono infatti contrassegnate con EE. Da Pracchia verso il confine umbro (Bocca Trabaria) il tracciato ha caratteristiche più dolci di media montagna, solo raramente si superano i 1500 metri di quota con tracciati quasi sempre all’ombra di fitte foreste, e tappe prevalentemente di tipo E.

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