Itinerari di crinale

Itinerari di crinale: 12 Itinerari

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Alta Via dei Parchi Tappa 03

Una lunga giornata per collegare i due valichi più bassi dell’Appennino emiliano, entrambi a 1200 metri di quota e separati dal grande blocco montuoso dell’Alpe di Succiso-M. Alto-Punta Buffanaro. Da Prato Spilla si sale fino alla conca del Lago Verdarolo, seguito dal minuscolo Lago Scuro, anch’esso circondato dalla faggeta, e poi dal Lago Squincio, più aperto e invaso dalle erbe palustri; da lì alla Diga del Lagastrello, punto di accesso alternativo all’Alta Via, è una breve discesa. Lo sbarramento, dove nasce il fiume Enza, ha creato il Lago Paduli con la sommersione dell’ampia sella del Passo del Lagastrello, l’antico Malpasso presidiato dall’abbazia benedettina dei Linari. La salita nel bosco alle falde del M.Acuto porta all’omonimo lago, in una conca sovrastante un gradino glaciale; nei pressi si trova il rifugio Città di Sarzana (1580 m), aperto nei mesi estivi. In breve si scende ai Ghiaccioni, bella conca ricca di praterie e di acque sorgive da cui nasce il torrente Liocca, dominata dal grande circo glaciale racchiuso dalla cresta dentata dei Groppi di Camporaghena. La salita, fra grandi massi e praterie dominate dalla mole dell’Alpe di Succiso ermina nello stretto intaglio del Passo di Pietra Tagliata (1753 m), un ambiente severo su cui incombono le rocce del M. Alto; da lì un sentiero sassoso porta velocemente alle sorgenti del Secchia, al centro di una conca rinomata per la sua selvaggia bellezza. Dal pianoro del Prataccio si raggiunge il non lontano Passo dell’Ospedalaccio, segnalato da un cippo che ricorda i confini della Repubblica Cisalpina; il valico prende il nome da un ospitale medievale individuato da recenti scavi. Al Passo del Cerreto si giunge con una comoda camminata fra boschetti e praterie, con ampie vedute del circo del M. La Nuda che sarà risalito nella prossima tappa.

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Alta Via dei Parchi Tappa 04

Anche se si sale per quasi un chilometro la tappa è riposante rispetto alle precedenti. Dalla strada per Cerreto Laghi si risale in direzione del soprastante M. La Nuda, irto di rocce e di torrioni fra cui si impone la poderosa spalla del Gendarme. Dapprima nel bosco cosparso di blocchi morenici e poi lungo le impervie pietraie della Valle dell’Inferno - in ambiente grandioso e alpestre popolato, da una colonia di marmotte - si raggiunge il piccolo Bivacco Rosario, vicino a una sorgente. Risalendo l’evidente circo glaciale si arriva al crinale nella sella alla base del M. La Nuda (1895 m), sormontato dagli edifici di una vecchia stazione radio. La cresta offre ampie vedute verso la Garfagnana e le Alpi Apuane, ormai vicine, mentre sul versante padano l’inconfondibile profilo della Pietra di Bismantova si staglia oltre le foreste della valle del torrente Riarbero, dominando i mammelloni delle evaporiti trassiche, tagliati dall’erosione fluviale nelle caratteristiche scarpate biancheggianti. Dopo le pietraie della Borra Grande il percorso diviene meno impervio, scendendo al Passo di Belfiore attraverso basse brughiere di mirtillo punteggiate di rododendri, pianta alpina presente sull’Appennino soltanto in poche località. I primi faggi contorti sono l’avamposto del bosco che in breve avvolge il sentiero; al non lontano Passo di Cavorsella si incontra una comoda pista forestale che porta al Passo Pradarena, il più alto valico carrozzabile dell’Appennino settentrionale. Da qui potete raggiungere il posto tappa, il Rifugio di Rio Re, in circa 1 ora percorrendo i sentieri CAI 639 e 639b.

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Alta Via dei Parchi Tappa 05

È la tappa più alta dell’intero cammino, mantenendosi sempre sopra i 1600 metri di quota e giungendo a sfiorare i 2000. Dal Pradarena si riprende il cammino lungo la strada forestale che tocca il Passo della Comunella e poi corre sul versante toscano fino alle falde del M. Sillano. Pernottando al Rifugio Rio Re invece potete risalire al Passo della Comunella in circa 45'.
Un viottolo nel bosco e poi un sentierino portano in cima al M. di Soraggio, ottimo punto per abbracciare con lo sguardo la boscosa Val d’Ozola e, verso la Garfagnana, il selvaggio ventaglio di fossi franosi alla testata valliva del Serchio di Soraggio, con le pareti calcaree della Ripa che paiono sbarrare il corso del torrente. Dopo le rocce sfasciate delle Porraie la chiesetta di San Bartolomeo annuncia il Passo di Romecchio, un tempo valico di una certa importanza. Segue la Focerella, attraversata da una strada forestale che può essere utile per raggiungere rapidamente il rifugio Bargetana in caso di maltempo. L’Alta Via continua invece in cresta, risalendo pietraie e distese di mirtilli fino al pianoro sommitale del M. Castellino (1952 m), punto più alto dell’intero percorso; la vista abbraccia un orizzonte vastissimo, dove si impongono il profilo dentato delle Alpi Apuane e la vicina gigantesca mole del M. Cusna. Fra i massi della dorsale quasi pianeggiante si arriva alla sella di M. Prado, dove si lascia il crinale per discendere rapidamente fino al Lago Bargetana, ai piedi dell’omonima conca glaciale, e alla strada forestale che risale la Val d’Ozola e che in breve porta all’ampia sella di Lama Lite. Il rifugio Battisti si trova a poca distanza dal valico, nascosto da una collinetta che ne impedisce la vista.

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Alta Via dei Parchi Tappa 06

Giornata breve e dai dislivelli modesti, accompagnata da vedute indimenticabili delle Alpi Apuane; all’arrivo il camminatore è accolto dalla serena bellezza dell’antico ospizio di San Pellegrino in Alpe. Da Lama Lite si torna sul crinale costeggiando i contrafforti rocciosi del M. Prado con ampie vedute dell’alta valle del Dolo ricoperta dai boschi dell’Abetina Reale. Una dolce salita porta all’ampia sella di Bocca di Massa (1816 m), poi il percorso scende lungo la cresta panoramica che si abbassa nel Passo delle Forbici, dove incrocia la strada forestale che va dal Casone di Profecchia alla Segheria dell’Abetina Reale lungo il tracciato di un’antica via di valico; nei pressi, un cippo ricorda gli otto partigiani caduti in combattimento nell’agosto 1944. Un viottolo a mezza costa porta al Passo del Giovarello; qui si lascia il crinale per scendere lungo una mulattiera lastricata nella conca acquitrinosa delle Maccherie, dove il portico di un piccolo rifugio può offrire riparo temporaneo. Poco dopo si incontra la strada che sale dai Prati di San Geminiano ricalcando il racciato dell’antica Via Bibulca e che in direzione opposta porta in breve al Passo delle Radici, principale valico stradale fra Emilia e Garfagnana, dove eventualmente si può pernottare. Dal passo si può camminare lungo la strada asfaltata che in meno di due chilometri porta a San Pellegrino in Alpe, antico ospitale per viandanti e pellegrini; in alternativa si può seguire il viottolo sul lato toscano che porta al borgo con modesti dislivelli. San Pellegrino è l’abitato permanente più alto dell’intero Appennino settentrionale e da quassù la vista sulle Apuane e sulla Garfagnana è veramente splendida.

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Alta Via dei Parchi Tappa 07.

Bella tappa di trasferimento verso le più alte montagne modenesi e la rinomata meta turistica del Lago Santo.

Da San Pellegrino si sale subito nel bosco lungo la mulattiera che porta al Giro del Diavolo, grande cumulo di sassi deposti nei secoli dai pellegrini nei pressi del crinale; da qui si può prendere il sentiero proveniente dal Passo delle Radici che si mantiene vicino al filo di cresta con numerosi saliscendi, ma è preferibile seguire la bella strada forestale che corre quasi orizzontale sul versante toscano fino al valico della Bassa del Saltello.

Usciti dal bosco si rimonta il M. Romecchio, seguito dal Colle delle Vacche dove inizia l’aereo percorso lungo la cresta rocciosa delle Cime di Romecchio; affacciandosi sul versante modenese si notano le belle conche ricche di acquitrini che sovrastano le vaste faggete del Rio delle Fontanacce, mentre più lontano si staglia il bizzarro profilo ofiolitico del Sasso Tignoso.La salita alla Cima dell’Omo (1858 m) è faticosa ma è ripagata dall’ampiezza delle vedute; al successivo valico, il Colle Bruciata, si lascia il crinale che si impenna nel M. Giovo raggiungendo in breve il grandioso anfiteatro glaciale delle Fontanacce, disseminato di blocchi morenici e ricco di sorgenti. Attraverso le pietraie dei Campi di Annibale si giunge al Passo Boccaia, quindi una breve discesa nel bosco porta al Lago Santo, dominato dal largo versante settentrionale del M. Giovo articolato in una serie di cenge. Sulle rive del lago si trovano ben quattro rifugi, molto frequentati in estate e nei fine settimana; la strada che risale la Valle delle Tagliole termina nel parcheggio a un quarto d’ora di distanza.

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Alta Via dei Parchi Tappa 08

Tappa molto affascinante dal punto di vista ambientale e paesistico, anche se un po’ sciupata dagli impianti sciistici della Val di Luce; nella valle del Sestaione si attraversa la più bella foresta incontrata finora sull’Alta Via. Dalle rive del Lago Santo si segue la comoda mulattiera che sale rapidamente al Lago Baccio, ai piedi di uno splendido vallone glaciale su cui incombono i dirupi della cresta dell’Altaretto. L’ambiente d’alta montagna accompagna la salita al Passetto (1850 m) aereo intaglio della cresta sottostante la cima del M. Rondinaio, che si costeggia sul lato toscano con qualche passaggio esposto. Tornati sul crinale, il sentiero raversa la estata della Valle delle Tagliole, passando sopra i minuscoli laghi Torbido e Turchino, prima di raggiungere Foce a Giovo, valico attraversato dalla via ottocentesca detta “Strada del Duca”, dove una piccola cappella può servire come riparo temporaneo. Un’altra traversata a mezza costa sul versante emiliano porta al Passo di Annibale, sormontato da un edificio diroccato; la vista si apre sulla valle del Rio delle Pozze, ribattezzata Val di Luce e notevolmente antropizzata dalle infrastrutture sciistiche che si spingono fino alla cima dell’Alpe delle Tre Potenze. Il Lago Piatto si trova proprio sotto una seggiovia; poco dopo si incontra il Passo della Vecchia. Da qui la via più diretta si mantiene in cresta fino al M. Gomito e poi scende all’Abetone. Percorso preferibile è invece quello che dal passo scende alle rive dello splendido Lago Nero, dove si trova un rifugio con locale sempre aperto. La discesa a mezzacosta nella valle del Sestaione attraversa ambienti forestali di rara e primordiale bellezza, con faggi e abeti giganteschi e rocce incrostate di muschi e licheni. Ormai in vista della val di Lima si incrocia una strada forestale che porta comodamente alla Consuma, località distante circa un chilometro dal centro dell’Abetone. La rinomata meta sciistica e turistica è sede comunale e si trova sull’omonimo valico un empo detto di Boscolungo dal nome della vicina foresta; di qui passa la strada fra Modena e Lucca, erminata nel 1781 e prima rotabile moderna ad attraversare l’Appennino settentrionale.

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