Paesaggio Naturale e Seminaturale Protetto Collina Reggiana - Terre di Matilde

Il Paesaggio naturale e seminaturale protetto Collina Reggiana-Terre di Matilde si estende per 29.777 ettari nel territorio di undici comuni e tutela un'area collinare compresa tra il crinale appenninico tosco-emiliano e la pedecollina reggiana che interessa i bacini idrografici del fiume Enza ed in parte del fiume Secchia. La morfologia del territorio è scolpita dai torrenti Tresinaro, Crostolo e Tassobbio. La geodiversità è piuttosto ampia: dalle ofioliti della zona di Rossena e Campotrera, dove insiste l'omonima Riserva, alle Salse di Regnano, caratterizzate da una modesta attività lutivoma con cono e colata di fango; dalla rupe arenacea di Canossa alle morfologie calanchive che la circondano; dalle morfologie carsiche dei gessi messiniani agli strati verticalizzati di Flysch del monte Duro.

Paesaggio Naturale e Seminaturale Protetto Collina Reggiana - Terre di Matilde: 57 Itinerari

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Sentiero dei Vulcani di fango Tappa 1

Il percorso inizia dalla salsa di Regnano, nel comune di Viano, dove è stato attrezzato un comodo parcheggio. Seguendo il segnavia del sentiero dei Vulcani di Fango, si raggiunge in circa 20 minuti la vicina Salsa di Casola, situata in un'area di grande bellezza paesaggistica. Ritornando sui propri passi, si scende nel fondovalle del rio Faggiano, tra spettacolari esposizioni di arenaria, fino a raggiungere la sede municipale di Viano in località San Polo e di qui, proseguendo lungo il crinale, si oltrepassano le case a torre degli Spadoni, per avvicinare poi il castello di Viano, dove si scende nella valle del torrente Tresinaro che si oltrepassa in corrispondenza di un ponte situato presso il castello di Rondinara. Raggiunta l'antistante località del Colombaro (casa a torre), si inizia a salire raggiungendo la spettacolare dorsale panoramica del Monte Evangelo, che si segue sino al castello di Montebabbio, adiacente all'area S.I.C. del Rio della Rocca.Il percorso inizia dalla salsa di Regnano, nel comune di Viano, dove è stato attrezzato un comodo parcheggio. Seguendo il segnavia del sentiero dei Vulcani di Fango, si raggiunge in circa 20 minuti la vicina Salsa di Casola, situata in un'area di grande bellezza paesaggistica. Ritornando sui propri passi, si scende nel fondovalle del rio Faggiano, tra spettacolari esposizioni di arenaria, fino a raggiungere la sede municipale di Viano in località San Polo e di qui, proseguendo lungo il crinale, si oltrepassano le case a torre degli Spadoni, per avvicinare poi il castello di Viano, dove si scende nella valle del torrente Tresinaro che si oltrepassa in corrispondenza di un ponte situato presso il castello di Rondinara. Raggiunta l'antistante località del Colombaro (casa a torre), si inizia a salire raggiungendo la spettacolare dorsale panoramica del Monte Evangelo, che si segue sino al castello di Montebabbio, adiacente all'area S.I.C. del Rio della Rocca.

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Sentiero Spallanzani Tappa 2

L’itinerario inizia in corrispondenza del borgo di Ventoso, un chilometro a sud dell’abitato di Scandiano (15 minuti a piedi da Piazza Spallanzani a Scandiano). Dal borgo l’inizio del sentiero è facilmente riconoscibile perché situato in prossimità del fianco occidentale dell’ex fornace a calce di interesse paleoindustriale. Una carrareccia risale la valle del rio Guiglia tra macchie arbustive ed ampie praterie. La carrareccia è interrotta da un cancello privato, normalmente aperto, poco dopo si lascia la carraia per proseguire in salita su stretto sentiero. Raggiunto lo spartiacque si incrocia il sent. 604 (anello del M. Evangelo) e si prosegue verso sud-ovest con vasta veduta sui colli della bassa val Tresinaro. Il sentiero oltrepassa un fabbricato colonico (Bottegaro) e, matenendosi sulla linea di spartiacque, si snoda in falsopiano tra affioramenti di argilla scagliosa. Nella prateria a graminacee in primavera fioriscono numerose orchidee. A un bivio si prenda la mulattiera sulla sinistra che, con un cambio netto di direzione, scende velocemente. Se invece arrivate fino al gruppo di case in rovina poco più giù (Case Monte di Sopra), osservate la famosa quercia pluricentenaria (tra i più begli esemplari dell’Emilia), ma poi tornate indietro di 150 m circa, per riprendere la direzione giusta, oltrepassato un fabbricato colonico in stato di abbandono, per una carrareccia attraverso campi coltivati si scende rapidamente al gruppo di case in località Colombaro, con una casa a torre al centro. Passato, su strada asfaltata, il ponte sul Torrente Tresinaro, davanti alla chiesa di Rondinara si imbocchi il sentiero prima di una sbarra, sentiero che ricomincia a salire per campi coltivati. Lo stradello compie un semicerchio attorno a un gruppo di case (il Monte) e sbuca in una strada bianca da prendere verso destra. Il Monte è un Circolo equituristico, associato a.n.t.e (Associazione Nazionale Turismo Equestre): è privato, ma ci si può rivolgere a loro per informazioni sul Sentiero Spallanzani a Cavallo. La strada ora diventa asfaltata. Attraversata la provinciale in località Minghetta, si imbocca la strada che sale. Arrivati a un gruppo di case la strada diventa mulattiera e conduce al caratteristico Castello di Viano, parte del complesso difensivo matildico. Una strada bianca sul crinale spartiacque conduce a S. Polo di Viano, dove, poco prima del Municipio di Viano, notiamo un’altra bella casa a torre con decorazioni in rilievo e affresco murario (sec. XV). Si segue ora la strada asfaltata in direzione Mamorra per circa 2 km, per abbandonarla dopo Casino e imboccare uno stradello sulla destra che, dopo aver superato un gruppo di case, in rapida discesa raggiunge il Rio Faggiano e la strada provinciale in prossimità dell’edificio rurale detto Le Piane, dove si incrocia il sent. 616, anello del Querciolese. Percorsi verso sinistra 100 m di strada provinciale si sale a destra, su carrareccia ad uso agricolo, su un altro spartiacque, tra campi e vigne, in un bel paesaggio tipico della collina reggiana. A Ca’ de Vezzoli la strada asfaltata conduce alla provinciale per Reggio in località Cortevedola. Di fronte trovate la Chiesa parrocchiale e la scuola.Andando a sinistra direzione Casina  dopo 500 mt vedete sulla sinistra il parcheggio con il cartello che illustra le Salse di Regnano, vulcanetti di fango freddo che bolle nel terreno argilloso, fenomeno causato dalla presenza sotterranea di idrocarburi gassosi. Lazzaro Spallanzani aveva studiato varie volte le Salse. In fondo al parcheggio trovate il passaggio per raggiungere i  vulcanetti che si trovano a 100 metri dalla strada.

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Sentiero Spallanzani Tappa 3

Da Regnano si imbocca la stradina asfaltata (via Ballotta) che sale in direzione Monte Alfonso, raggiunto il quale si scende per una ripida carrareccia tra i campi, con bei paesaggi sulla valle sottostante. Attenzione all’orientamento: l’importante è mantenere la direzione sud. Raggiunta la strada asfaltata, si prosegue a destra, e varcato il Rio Cesolla, si giunge in salita all’ingresso di Riolo, altro interessante piccolo borgo. In alto si nota il borgo abbandonato di Cavazzone, raro esempio di insediamento a corte risalente nelle forme attuali ai secc. XVII-XIX, caratterizzato da un lungo porticato sotto cui transitava la mulattiera principale. Si raggiunge Riolo con breve stradello asfaltato, segnato con il sent. 622 del M. Duro. Si procede ora da Riolo lungo il sentiero 622. Attraversato il borgo prendere verso sud una carrareccia che, con brusca svolta a destra tra campi aperti prende a risalire la valletta del Rio Cesolla, in questo tratto oasi naturalistica affidata all’associazione Pro Natura. La carrareccia si inoltra in piano nella valletta, ormai stretta e boscosa, valicando il Rio Cesolla presso una suggestiva cascatella, incisa negli strati di arenaria. Sul versante destro si risale in un bosco misto con un’inusuale ricchezza di essenze arboree, tra cui spicca il pino silvestre, che a gruppetti colonizza le zone più aperte. Si passa dai 400 m del rio agli oltre 600 m, per poi scendere, prima lungo un campo altamente panoramico sull’alto Appennino fino alla catena del M. Cusna poi per una strada lungo la quale sono state costruite numerose case.
Si continua a scendere lungo lo stradello fiancheggiato da filari di querce fino a raggiungere S. Giovanni di Querciola dove è possibile trovare bar, ristorante e alimentari, nonché la Locanda Belvedere.
Senza scendere al ristorante, si tiene via Michelangelo sempre tra querce secolari, fino al vicino borgo di Prediera. Si attraversa la strada provinciale (a destra si lascia il sent. 622 per Ca’ Schiavino) e si prende via Spallanzani (guarda guarda.. ), percorrendo l’interno del borgo con un sottopasso. Per strada asfaltata si supera la Casa di Carità, il caseificio, e si raggiunge il vicino borgo Ca’ de’ Pazzi (bar e alimentari). Poco oltre si volta a destra in via Sorriva, stradello in discesa verso ovest, si supera l’abitato semi-abbandonato di Sorriva. Il sentiero ora continua nel bosco, dove a primavera si possono osservare bellissimi esemplari di orchidea (Orchis purpurea). In breve si raggiunge un bivio dove si scende bruscamente a sinistra per attraversare un ruscello e risalire sul versante opposto fino ad un altro evidente bivio: a sinistra il sent. 624 aggira il Monte delle Ripe (variante più facile e deviazione possibile al B&B Castagneda in 1 ora per l’eventuale pernottamento), a destra si raggiunge in piano il lago del Mulino del Tasso. Un bel sentiero sale al Monte delle Ripe, antica sede del Castello di Giandeto. Lasciato a destra il sent. 624 per il Lago dei Pini e Casina (1 ora, possibilità di pernottamento in albergo) si scende nel versante meridionale fino a un piccolo ruscello. Guadatolo, si raggiunge Case Mattioli, caratteristico gruppo di case fortificato. Incrociato di nuovo il sent. 624 (a sinistra per Castegneda, a destra per Casina) si imbocca una carrareccia tra i campi, all’inizio poco visibile che porta alla chiesa di Giandeto, dove si conclude la terza tappa.
 

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Sentiero Spallanzani Tappa 4

Dalla chiesa di Giandeto si segue per poco lo stradello asfaltato che attraversa la piana verso sud, voltando a sinistra per il borgo di Stropeda. Si prosegue per una carrareccia che perviene ad un crocicchio su una sella del M. Novella: a sinistra un bel tratto in piano raggiunge Ca’ di Bigo e Castagneda (B&B) in 30 minuti. Il Sentiero Spallanzani invece piega verso destra e scende in breve all’abitato di Croveglia, interessantissimo per le due case a torre del XV secolo. Poco a valle del borgo transita il Sentiero Matilde, nella tappa da Casina a Carpineti, che si presta a un’escursione ad anello con la tappa del Sentiero Spallanzani. Sempre per strade agricole in discesa verso il Tresinaro si arriva a un’altra borgata con case a torre, Cerpiano (1 h) dove si incontra la strada asfaltata, che si percorre in discesa per 400 metri. Raggiunta la provinciale presso il Mulino delle Noci, la si segue a destra per 150 metri; sulla sinistra, nella curva, si inerpica un sentiero un po’ infrascato che arriva al borgo di Mandra. Questo tratto sarà da evitare per bici e cavalli, che dovranno proseguire ancora sulla provinciale fino al bivio successivo, che a sinistra porta a Mandra per stradello (privato). Da Mandra si sale in breve al sito del castello medievale, presso cui sorge l’antico e venerato Oratorio di Santa Liberata. Una mulattiera sale al Monte Uccellara e poi scende, in un ambiente caratterizzato da formazioni argillose. A un bivio, a sinistra, si stacca una deviazione non segnata per Romagnano, uno dei borghi meglio conservati dell’intero Appennino reggiano. Ora l’itinerario prosegue su strada asfaltata. La chiesa di Pianzano già nel 1302 era una delle cappelle dipendenti dalla Pieve di S. Vitale. Giunti sulla strada provinciale in località Ca’ Spadaccini, la si percorre per 200 metri verso destra (Ovest), poi si imbocca un sentiero nel castagneto sulla sinistra, che sale in 15 minuti ad un bivio: a destra una carraia (adatta a bici e cavalli) raggiunge direttamente il Castello di Carpineti, mentre a sinistra il Sentiero Spallanzani sale in breve sullo stradello che a destra porta alla Pieve di S. Vitale. I ruderi dell’importante edificio sorgono in corrispondenza di un piano erboso. Dell’antica pieve romanica rimane solo il nartece ridotto a cappella e la canonica (secc. XVI-XVII), restaurata e adibita ad ostello, che ben si presta come posto-tappa per il pernottamento. Il sentiero ora è quello che corre sulla dorsale Monte Valestra – Monte Fosola, di grande interesse geologico e botanico. Ampio panorama sulla valle del Secchia. Attraverso un ricco sottobosco si scende un ripido pendio in un castagneto. L’intensa azione degli agenti atmosferici ha qui originato caratteristiche erosioni (costa Sabbioni). In leggera discesa si raggiunge il castello di Carpineti (850 m), poco prima del quale si incrocia la strada che scende al paese. Il castello di Carpineti occupa la sommità di un’aspra guglia arenacea che domina un ampio tratto delle valli del Secchia e del Tresinaro. Fu costruito nei secoli X e XI e fu uno dei pilastri difensivi del sistema di fortificazioni di Matilde di Canossa. Restaurato e attrezzato per visite con annesso ristorante e struttura ricettiva, può essere la conclusione della tappa. Anche nel paese di Carpineti si può pernottare in uno degli alberghi del centro, con rientro al castello il giorno successivo. Per raggiungere il paese si scende oltre il castello sul Sentiero Matilde, che volta a destra in discesa sostenuta presso una sella del crinale che, dopo i castagni, porta nella piazzetta principale.

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Via Matildica del Volto Santo 4

E’ una tappa da non sottovalutare, con le prime vere salite della Via Matildica. E’ una tappa che, in particolare nella seconda parte, è esposta al sole. E’ un fattore da tener presente nel periodo estivo, programmando bene l’ora di partenza e le soste. Il punto di riferimento per imboccare la Via Matildica venendo dal centro della città o dalla vecchia stazione (non quella ad Alta Velocità) è il Ponte di San Pellegrino, che si raggiunge transitando per Porta Castello e proseguendo su viale Umberto I. Già qui, sul lato sinistro è possibile notare i segnali della Via Matildica. Passato il ponte, sulla sinistra si trova l’inizio del percorso con cartelli che indicano anche la distanza da San Pellegrino in Alpe. E’ una comoda pista ciclo-pedonale che corre lungo il torrente Crostolo e che ci porterà fino in corrispondenza di Villa d’Este anche detta Vasca di Corbelli, che si può visitare dall’esterno con una brevissima deviazione dal percorso. Tornati sul tracciato, sul terrapieno della diga sul torrente, dobbiamo affrontare una ripida ma breve discesa, che porta al sentiero che costeggia il corso d’acqua, prima nel mezzo di una zona di rimboschimento, poi tra campi coltivati fino al ponte di Puianello, dove il sentiero si trasforma di nuovo in pista ciclo-pedonale fino a Vezzano. Una volta alle porte di Vezzano sul Crostolo, si transita sotto il ponte del torrente Campola e si deve risalire sulla Statale 63 per attraversare un ponte in legno che ci conduce ad un attraversamento pedonale (fare attenzione). Si procede fino al centro di Vezzano dove si può riprendere la ciclo-pedonale per raggiungere l’EcoParco di Vezzano. All’altezza dell’Ecoparco si deve riattraversare la statale (prestare molta attenzione) e imboccare la strada sterrata che sale a fianco del parco e che ci porterà fino alla sommità del monte Grafagnana, in direzione di Pecorile. Dal monte Grafagnana scendiamo seguendo le indicazioni dei cartelli per Pecorile (attenzione ad alcuni tratti argillosi). Arrivati nella parte vecchia dell’abitato raggiungiamo l’incrocio con la provinciale che sale da Vezzano. Svoltiamo a sinistra passando davanti ad una fontana, davanti alla chiesa e ad un bar trattoria. Proseguendo incontreremo un incrocio e seguiremo le indicazioni per Canossa e Votigno. E’ un tratto di strada asfaltata che ci condurrà ad una altra deviazione, quella per Casola Canossa e la chiesa che vediamo sulla nostra destra in alto e che dobbiamo raggiungere. Una volta a Casola proseguiamo salendo sulla strada asfaltata fino al borgo di Casola di Mezzo. Poco dopo le case, sulla sinistra, parte il percorso che ci condurrà verso il crinale della collina, dove seguiremo le indicazioni del sentiero per Canossa. Sono tre chilometri di saliscendi, anche faticosi, che ci porteranno all’incrocio con la provinciale 73. Il castello di Canossa è lì sulla nostra sinistra, ad un chilometro, raggiungibile percorrendo il lato della provinciale in un tratto ormai piano.
 

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