Paesaggio Naturale e Seminaturale Protetto Collina Reggiana - Terre di Matilde

Il Paesaggio naturale e seminaturale protetto Collina Reggiana-Terre di Matilde si estende per 29.777 ettari nel territorio di undici comuni e tutela un'area collinare compresa tra il crinale appenninico tosco-emiliano e la pedecollina reggiana che interessa i bacini idrografici del fiume Enza ed in parte del fiume Secchia. La morfologia del territorio è scolpita dai torrenti Tresinaro, Crostolo e Tassobbio. La geodiversità è piuttosto ampia: dalle ofioliti della zona di Rossena e Campotrera, dove insiste l'omonima Riserva, alle Salse di Regnano, caratterizzate da una modesta attività lutivoma con cono e colata di fango; dalla rupe arenacea di Canossa alle morfologie calanchive che la circondano; dalle morfologie carsiche dei gessi messiniani agli strati verticalizzati di Flysch del monte Duro.

Paesaggio Naturale e Seminaturale Protetto Collina Reggiana - Terre di Matilde: 14 Itinerari

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Escursionismo

Sentiero Spallanzani Tappa 4

Dalla chiesa di Giandeto si segue per poco lo stradello asfaltato che attraversa la piana verso sud, voltando a sinistra per il borgo di Stropeda. Si prosegue per una carrareccia che perviene ad un crocicchio su una sella del M. Novella: a sinistra un bel tratto in piano raggiunge Ca’ di Bigo e Castagneda (B&B) in 30 minuti. Il Sentiero Spallanzani invece piega verso destra e scende in breve all’abitato di Croveglia, interessantissimo per le due case a torre del XV secolo. Poco a valle del borgo transita il Sentiero Matilde, nella tappa da Casina a Carpineti, che si presta a un’escursione ad anello con la tappa del Sentiero Spallanzani. Sempre per strade agricole in discesa verso il Tresinaro si arriva a un’altra borgata con case a torre, Cerpiano (1 h) dove si incontra la strada asfaltata, che si percorre in discesa per 400 metri. Raggiunta la provinciale presso il Mulino delle Noci, la si segue a destra per 150 metri; sulla sinistra, nella curva, si inerpica un sentiero un po’ infrascato che arriva al borgo di Mandra. Questo tratto sarà da evitare per bici e cavalli, che dovranno proseguire ancora sulla provinciale fino al bivio successivo, che a sinistra porta a Mandra per stradello (privato). Da Mandra si sale in breve al sito del castello medievale, presso cui sorge l’antico e venerato Oratorio di Santa Liberata. Una mulattiera sale al Monte Uccellara e poi scende, in un ambiente caratterizzato da formazioni argillose. A un bivio, a sinistra, si stacca una deviazione non segnata per Romagnano, uno dei borghi meglio conservati dell’intero Appennino reggiano. Ora l’itinerario prosegue su strada asfaltata. La chiesa di Pianzano già nel 1302 era una delle cappelle dipendenti dalla Pieve di S. Vitale. Giunti sulla strada provinciale in località Ca’ Spadaccini, la si percorre per 200 metri verso destra (Ovest), poi si imbocca un sentiero nel castagneto sulla sinistra, che sale in 15 minuti ad un bivio: a destra una carraia (adatta a bici e cavalli) raggiunge direttamente il Castello di Carpineti, mentre a sinistra il Sentiero Spallanzani sale in breve sullo stradello che a destra porta alla Pieve di S. Vitale. I ruderi dell’importante edificio sorgono in corrispondenza di un piano erboso. Dell’antica pieve romanica rimane solo il nartece ridotto a cappella e la canonica (secc. XVI-XVII), restaurata e adibita ad ostello, che ben si presta come posto-tappa per il pernottamento. Il sentiero ora è quello che corre sulla dorsale Monte Valestra – Monte Fosola, di grande interesse geologico e botanico. Ampio panorama sulla valle del Secchia. Attraverso un ricco sottobosco si scende un ripido pendio in un castagneto. L’intensa azione degli agenti atmosferici ha qui originato caratteristiche erosioni (costa Sabbioni). In leggera discesa si raggiunge il castello di Carpineti (850 m), poco prima del quale si incrocia la strada che scende al paese. Il castello di Carpineti occupa la sommità di un’aspra guglia arenacea che domina un ampio tratto delle valli del Secchia e del Tresinaro. Fu costruito nei secoli X e XI e fu uno dei pilastri difensivi del sistema di fortificazioni di Matilde di Canossa. Restaurato e attrezzato per visite con annesso ristorante e struttura ricettiva, può essere la conclusione della tappa. Anche nel paese di Carpineti si può pernottare in uno degli alberghi del centro, con rientro al castello il giorno successivo. Per raggiungere il paese si scende oltre il castello sul Sentiero Matilde, che volta a destra in discesa sostenuta presso una sella del crinale che, dopo i castagni, porta nella piazzetta principale.

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Escursionismo

Via Matildica del Volto Santo 4

E’ una tappa da non sottovalutare, con le prime vere salite della Via Matildica. E’ una tappa che, in particolare nella seconda parte, è esposta al sole. E’ un fattore da tener presente nel periodo estivo, programmando bene l’ora di partenza e le soste. Il punto di riferimento per imboccare la Via Matildica venendo dal centro della città o dalla vecchia stazione (non quella ad Alta Velocità) è il Ponte di San Pellegrino, che si raggiunge transitando per Porta Castello e proseguendo su viale Umberto I. Già qui, sul lato sinistro è possibile notare i segnali della Via Matildica. Passato il ponte, sulla sinistra si trova l’inizio del percorso con cartelli che indicano anche la distanza da San Pellegrino in Alpe. E’ una comoda pista ciclo-pedonale che corre lungo il torrente Crostolo e che ci porterà fino in corrispondenza di Villa d’Este anche detta Vasca di Corbelli, che si può visitare dall’esterno con una brevissima deviazione dal percorso. Tornati sul tracciato, sul terrapieno della diga sul torrente, dobbiamo affrontare una ripida ma breve discesa, che porta al sentiero che costeggia il corso d’acqua, prima nel mezzo di una zona di rimboschimento, poi tra campi coltivati fino al ponte di Puianello, dove il sentiero si trasforma di nuovo in pista ciclo-pedonale fino a Vezzano. Una volta alle porte di Vezzano sul Crostolo, si transita sotto il ponte del torrente Campola e si deve risalire sulla Statale 63 per attraversare un ponte in legno che ci conduce ad un attraversamento pedonale (fare attenzione). Si procede fino al centro di Vezzano dove si può riprendere la ciclo-pedonale per raggiungere l’EcoParco di Vezzano. All’altezza dell’Ecoparco si deve riattraversare la statale (prestare molta attenzione) e imboccare la strada sterrata che sale a fianco del parco e che ci porterà fino alla sommità del monte Grafagnana, in direzione di Pecorile. Dal monte Grafagnana scendiamo seguendo le indicazioni dei cartelli per Pecorile (attenzione ad alcuni tratti argillosi). Arrivati nella parte vecchia dell’abitato raggiungiamo l’incrocio con la provinciale che sale da Vezzano. Svoltiamo a sinistra passando davanti ad una fontana, davanti alla chiesa e ad un bar trattoria. Proseguendo incontreremo un incrocio e seguiremo le indicazioni per Canossa e Votigno. E’ un tratto di strada asfaltata che ci condurrà ad una altra deviazione, quella per Casola Canossa e la chiesa che vediamo sulla nostra destra in alto e che dobbiamo raggiungere. Una volta a Casola proseguiamo salendo sulla strada asfaltata fino al borgo di Casola di Mezzo. Poco dopo le case, sulla sinistra, parte il percorso che ci condurrà verso il crinale della collina, dove seguiremo le indicazioni del sentiero per Canossa. Sono tre chilometri di saliscendi, anche faticosi, che ci porteranno all’incrocio con la provinciale 73. Il castello di Canossa è lì sulla nostra sinistra, ad un chilometro, raggiungibile percorrendo il lato della provinciale in un tratto ormai piano.
 

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Escursionismo

Via Matildica del Volto Santo 5

Si parte dal Castello di Canossa per salire su asfalto al borgo di Cavandola, qui sulla destra inizia la strada sterrata che porta a Cerredolo de Coppi. Raggiunto il paese (da dove passano diversi sentieri) la Via Matildica prende sulla sinistra il sentiero per il borgo di Bergogno. E’ un tratto ombreggiato che attraversa il bosco della Pentoma. L’ultima parte della discesa per arrivare alla fonte, prima di risalire verso Bergogno, è ripida e sassosa. Prestare attenzione. Poco dopo Bergogno, passato il cartello del paese, in corrispondenza di un palo telefonico il percorso della Via Matildica svolta bruscamente a destra per procedere poi su una strada sterrata ampia, prima in piano e poi in discesa. Quasi alla fine della discesa, brusca deviazione a sinistra all’interno del bosco (segnalata) per salire su sentiero ripido alla località di Crocicchio dove si incrocia di nuovo a strada provinciale in asfalto. Saliamo a destra sula strada in asfalto per 300 metri. Passati i tornanti troveremo sulla destra il sentiero che sale e che, dopo circa 500 metri, incrocia brevemente e di nuovo la strada in asfalto per prendere la carraia che scende a sinistra verso Monchio. Da Monchio (toponimo molto comune in appennino reggiano) si prosegue su sentiero verso il Castello di Sarzano e Casina. Dal castello si gode un’ampia vista su tutto l’appennino reggiano. Da dietro il castello si scende, tenendo la sinistra, verso le prime case ai margini di Casina, paese dove troverete tutti i servizi (anche autobus per raggiungere Carpineti in caso di difficoltà, ma con poche corse giornaliere). Dal centro di Casina, davanti al municipio dove troverete anche una fontanella, si scende a destra per via Roma e tenendosi sempre a destra è necessario imboccare via Ca’ Matta, su cui rimarremo fino ad incrociare la piccola via Gramsci che sale ripida sulla sempre sulla destra (dove è visibile anche una antica colombaia) prima su asfalto poi su sterrato che passa a fianco di un ripetitore telefonico. Si scende così a Migliara nella zona della chiesa parrocchiale e di lì si continua verso l’incrocio con via Migliara Centro. Dal sottopasso della via Militare Lunigiana si prosegue in direzione di Marola, prima attraverso via Alighieri e poi, tenendo la destra, su via Boastra dove i cartelli indicano “Castello“. Dopo un chilometro e mezzo, raggiunto un gruppo di case, il percorso della Via Matildica sale sulla sinistra lasciando via Boastra. Siamo su uno dei sentieri dei grandi castagneti di Marola. Procedendo si arriverà nei pressi di un agriturismo dove il tracciato vira a sinistra per andare a raggiungere via Canova, dove saliremo per via Poggio fino all’incrocio con la strada principale di Marola che immediatamente incrocia quella che porta al seminario e alla sua bella chiesa. Dal seminario la strada asfaltata scende in direzione Carpineti e verso il vecchio tracciato della Statale 63 che attraverseremo in località Campo dell’Oppio, per infilare il sentiero che scende verso Carezza passando sul fianco sinistro di un piccolo allevamento. A Carezza ritroveremo l’asfalto che ci porterà in leggera discesa fino alla località di Cigarello. Il profilo del Castello di Carpineti è davanti a noi e ci accompagnerà. A Cigarello, non seguiamo il cartello stradale per Carpineti (strada trafficata) ma voltiamo a destra per raggiungere la chiesa di San Donnino in mezzo ad una vallata silenziosa. Di fronte all’edificio religioso, sulla strada, attraverseremo il corso d’acqua su un piccolo ponte in cemento (i ponti sono due, uno stradale e uno pedonale qualche metro più avanti, entrambi portano a Carpineti attraverso il borgo di Riana). Una volta alla periferia di Carpineti per raggiungere il centro del paese prendiamo via I Maggio e poi svoltando a sinistra, via Crispi.

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Escursionismo

Via Matildica del Volto Santo Tappa 4B

Dalla zona sud della città di Reggio, nel quartiere San Pellegrino, si attraversa il torrente Crostolo sull’omonimo ponte per poi imboccare sulla sinistra il percorso ciclopedonale che risale verso sud affiancando il torrente. Si prosegue su questo facile tracciato superando le località di Rivalta (con la Reggia e relativo parco) e Villa d’Este – Vasca di Corbelli. Si oltrepassa quindi Puianello, frazione del comune matildico di Quattro Castella, per arrivare dopo una manciata di chilometri a Vezzano sul Crostolo. Si fiancheggia tutto il paese fino all’altezza dell’Ecoparco dove si attraversa il torrente Crostolo due volte nel giro di poche centinaia di metri. La prima su un ponte in legno, la seconda su un ponte in cemento. A questo punto è necessario attraversare la Statale 63 in prossimità del grande parcheggio dell’Ecoparco prestando molta attenzione al traffico veicolare. Fin qui il tracciato è coinciso con la tappa n.5 della Via Matildica che da Reggio conduce al Castello di Canossa. Ora invece di imboccare il sentiero che sale verso Monte Grafagnana si attraversa l’Ecoparco all’ombra della vegetazione, per raggiungere poco dopo la località di Casoletta. Da qui si prende il vecchio tratto asfaltato della Statale 63 fino all’inizio della frazione di La Vecchia dove riattraverseremo, sempre con attenzione la statale e poi su un altro ponte, il torrente Crostolo. Proseguendo si salirà gradualmente verso La Vecchia e la zona del cimitero locale, dove si imboccherà sulla sinistra Via Ca de’ Cesari per proseguire attraverso Case Caprari e Scarzola, fino a giungere a Montalto-Casaratta, arrivo della tappa.
 

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