Paesaggio Naturale e Seminaturale Protetto Collina Reggiana - Terre di Matilde

Il Paesaggio naturale e seminaturale protetto Collina Reggiana-Terre di Matilde si estende per 29.777 ettari nel territorio di undici comuni e tutela un'area collinare compresa tra il crinale appenninico tosco-emiliano e la pedecollina reggiana che interessa i bacini idrografici del fiume Enza ed in parte del fiume Secchia. La morfologia del territorio è scolpita dai torrenti Tresinaro, Crostolo e Tassobbio. La geodiversità è piuttosto ampia: dalle ofioliti della zona di Rossena e Campotrera, dove insiste l'omonima Riserva, alle Salse di Regnano, caratterizzate da una modesta attività lutivoma con cono e colata di fango; dalla rupe arenacea di Canossa alle morfologie calanchive che la circondano; dalle morfologie carsiche dei gessi messiniani agli strati verticalizzati di Flysch del monte Duro.

Paesaggio Naturale e Seminaturale Protetto Collina Reggiana - Terre di Matilde: 14 Itinerari

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Anello di Cà Vai

L’anello escursionistico di Ca’ Vai percorre un territorio caratterizzato dall’inaspettato e suggestivo scenario delle antiche argille varicolori del comune di Baiso. Il tracciato è su comodo sentiero (CAI 632A e 632B), accompagnato da una serie di cartelli che descrivono le peculiarità geologiche, paesaggistiche e naturalistiche presenti lungo il percorso; a metà itinerario si incontra un attrezzato punto di sosta che agevola l’eventuale svolgimento di attività didattiche. È consigliato di iniziare l’escursione dal piccolo parcheggio realizzato a lato della strada comunale Baiso-Visignolo, in località Casale; da qui, andando verso est, si scende nel fondovalle oltrepassando la vicina pregevole casa a torre della Colombaia. Proseguendo, dopo circa 15 minuti ci si affaccia ad uno spettacolare affioramento di antiche argille abissali intensamente colorate di rosso, nero, rosa e viola. Di seguito, attraversando estese praterie arbustate ricche di ginestre e orchidee selvatiche, si giunge ad incontrare il vecchio borgo di Ca’ Vai, oltrepassato il quale, dopo altri 20 minuti, sfocia nel fondovalle, immettendosi su un ampio tratturo che raggiunge in pochi minuti il vicino punto di sosta realizzato in prossimità di un sito estrattivo dismesso di argille nere. Si prosegue quindi su terreno debolmente ondulato, iniziando successivamente a salire inizialmente tra estese praterie e successivamente nel folto bosco di Pietracava, sino ad incontrare il panoramico ciglio di una chiostra calanchiva dalla quale si scorge distintamente verso sud l’inconfondibile guglia rocciosa del monte Valestra. Da qui, dopo pochi minuti di cammino, si chiude l’anello ritornando nuovamente al punto di partenza.

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Sentiero dei Ducati Tappa 01

Prima e straordinaria tappa a cui non manca veramente nulla: antichi borghi, torri e castelli, aspri calanchi e forre ombrose imbricati l’uno con l’latro a formare un paesaggio, quello tipico delle colline emiliane e delle montagne dell’appennino Tosco Emiliano, che non è solo oggetto estetico ma piuttosto l’espressione diretta di una realtà evoluta nel tempo, interazione complessa tra assetto geologico, botanico e non ultimo l’azione dell’uomo. Panorami grandiosi si dipanano man mano che il viandante sale di quota, abbandonando la grande pianura e la sua chiostra Alpina che la chiude a nord, perfettamente visibile nelle giornate terse, per salire verso nuovi ampi orizzonti montuosi, solcati dalla profonda valle dell’Enza, le cui acque rimarranno fidate compagne per tutta la tratta emiliana del cammino. Segnalazioni - A causa del terreno prevalentemente argilloso, a seguito di periodi piovosi possibilità di fango con tratti scivolosi, in particolare nell’Oasi del Bianello (salita monte Lucio, discesa fontanina della Moja) e tra Ca' Reverbera e Grassano; - Tappa priva di luoghi di ristoro intermedi fatta eccezione per una trattoria in località Grassano Alta. Descrizione della Tappa Lasciato l'abitato di Quattro Castella (162) nei pressi della Chiesa Parrocchiale posta alle pendici dei famosi quattro colli Matildici, si imbocca la strada bianca che sale al Castello di Bianello, nel cuore dell’omonima oasi naturalistica. Poco prima di giungere al castello (che vale certamente una visita) il percorso lascia la strada bianca e si sposta sulla sinistra in località Corte degli Ulivi (splendida vista sulla conca calanchiva di Bergonzano). Da lì, con piacevole anche se a tratti faticoso saliscendi si giunge dapprima al colle di Monte Lucio (ruderi della torre medievale; splendida vista sul castello di Bianello e sulla pianura padana) poi sul monte Zane (ruderi della torre medievale; resti di un insediamento agricolo; stagno) per poi scendere con un tratto ripido (fare molta attenzione in caso di fango) nella stretta valle della Moja che si intercetta nei pressi di un fontanino e dei resti di una vecchia cava di argilla, orami trasformati in calanchi, ricchi di fossili marini.  Si sale quindi per tratturo e poi per sentiero a tratti ripido fino a raggiungere il borgo di Caverzana (400 m) con crescente e splendida vista sulla pianura e sui calanchi e i colli di Quattro Castella. Da Caverzana si prosegue per breve tratto asfaltato in piano fino alla suggestiva chiesetta della Madonna della Battaglia, di importanza storica per poi scendere (carraia con sbarra) fino ad un comodo guado sul torrente Modolena (270 m) e poi risalire per sentiero al suggestivo borgo abbandonato di Reverbera (340 m). Si sale a destra per mulattiera lungo la dorsale del Monte Covra proseguendo fino a quando la carrareccia diventa asfaltata ed in breve conduce alla località Pietre di Grassano, proprio nei pressi di una trattoria e B&B  (510 m). Si scende quindi al caratteristico borgo di Grassano Basso (400 m) e nello stretto solco vallivo scavato dal Rio Vico tra le rupi sormontate dai castelli di Rossena e Canossa. Superata località Riverzana ove agriturismo (406 m) si raggiunge infine il Castello di Canossa (600 m) con spettacolare vista a Sud sull’Appennino reggiano e parmense, a Ovest sulla valle dell’Enza, il Castello di Rossena e la sua torre, a Nord sulla pianura padana e ad Est sulla selvaggia zona collinare del torrente Campola. Variante In caso di pioggia e terreno molto fangoso, si possono evitare i saliscendi dei quattro colli di Quattro Castella aggirandoli a ovest (segnavia CAI), ovvero raggiungendo per piacevole stradina comunale la valle della Moia direttamente dalla partenza, passando cioè dal borgo di Monticelli (sede dell’Oasi LIPU del Bianello). Inoltre, giunti alle Pietre di Canossa si può evitare la discesa e risalita nella valle del Rio Vico seguendo invece la panoramicissima strada asfaltata che dalle Pietre di Grassano molto più direttamente conduce al Castello di Canossa. Informazioni utili In località Canossa e Grassano o nelle vicinanze, vi sono alcuni Bed & Breakfast o agriturismi che possono ospitare il viandante per il pernottamento: consultare la mappa interattiva del sito per individuarli. Si raccomanda di prenotare sempre in anticipo. Vi preghiamo di segnalare eventuali criticità o proposte di miglioramento dell'itinerario scrivendo a cairesentierodeiducati@gmail.com . Grazie per il vostro aiuto!

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Sentiero dei Ducati Tappa02

Tappa caratterizzata da una meravigliosa la vista su tutta la tratta reggiana dell’Appennino tosco-emiliano e sulla Pietra di Bismantova, in particolare nella tratta tra Barazzone e Pianzo e sul Monte Staffola, forse il luogo più panoramico della media collina reggiana. Non mancheranno borghi caratteristici, con raffigurazioni “apotropaiche” sulle case, l’incantevole Pieve di Pianzo, case a torre e piccoli oratori per completare il paesaggio naturale con quello umano. La lunghezza della tappa è di poco superiore alla media, ma se ne avvantaggia altrettanto per la varietà dei paesaggi attraversati e per le ampie vedute a perdita d'occhio. Possibilità di acquisto di generi alimentari e farmacia a Trinità. Segnalazioni Dotarsi di cartografia aggiornata , essendo stato modificato il tracciato originario in alcuni punti: eliminata la salita a Monte Barazzone e variato l'ultimo tratto della tappa da Monte Staffola. Per il pernottamento, verificare disponibilità in una delle soluzioni intorno al Monte Staffola. Prevedere quindi il tempo di trasferimento al luogo di pernottamento. Descrizione della Tappa Lasciandosi alle spalle il Castello di Canossa, lo sguardo è subito attratto dagli impressionanti calanchi e sullo sfondo dallo scenario del Castello di Rossena e della Torre di Rossenella. Attraversata, con cautela, la strada provinciale, si sale all'ampia spianata prativa del monte Tesa da cui è possibile scorgere, verso nord, la chiostra alpina. Scendendo il versante opposto, il SD si sovrappone al SM (Sentiero Matilde) per un km circa, dove è consigliabile una deviazione a dx per visitare il borgo di Ceredolo dei Coppi (bar ristoro). Ripreso il tracciato del SD, si giunge all'altro bel borgo di Vercallo e quindi a Barazzone (Osteria). Con lungo attraversamento in costa, si scende nei pressi della suggestiva e antica Chiesa di Pianzo (visita consigliata), per raggiungere poi il borgo di Trinità, dove si prosegue per il Monte Cavaliere, a godere altre vedute panoramiche sull'Appennino. Rimanendo in quota, si sale sul Monte Staffola (caratterizzato a sud da enorme movimento franoso), meta della tappa, per poi dirigere verso il luogo prescelto per il pernottamento. Informazioni utili Se all'arrivo a Canossa nel giorno precedente non fosse stato possibile visitare le vestigia e il museo sulla sommità alla rupe, è di fatto “obbligo” farlo prima della partenza di questa tappa; Per la visita guidata alla Chiesa di Pianzo: Tel 0039 349 3400071; Possibilità di approvvigionamento alimentare si trova in località Ceredolo dei Coppi e Trinità; Lungo il percorso vi sono strutture che possono offrire ristorazione: consultare la mappa interattiva del sito per individuarli. Nei borghi nei pressi del Monte Staffola, vi sono alcuni Bed & Breakfast o agriturismi che possono ospitare il viandante per il pernottamento: consultare la mappa interattiva del sito per individuarli. Si raccomanda di prenotare sempre in anticipo. Vi preghiamo di segnalare eventuali criticità o proposte di miglioramento dell'itinerario scrivendo a cairesentierodeiducati@gmail.com . Grazie per il vostro aiuto!

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Sentiero dei Ducati Tappa 03

Tappa non eccessivamente lunga ma, forse più di altre, assai ricca di emergenze naturalistiche e storiche: corsi d'acqua con mulini, siti geologici con scoperte e scavi tuttora in atto. Attraversati alcuni borghi piacevolmente isolati (almeno per il gusto di chi ci passa), si raggiunge il centro di Vetto, dotato di ogni opportunità (Municipio, negozi, ristoranti/pizzeria, banca, farmacia, edicola) per una tranquilla sosta di fine tappa, avendo anche già percorso circa 45 km dall'inizio del trekking. Segnalazioni Nel tratto poco oltre l'attraversamento del Torrente Tassobbio, è di nuovo possibile accedere, con breve uscita dal percorso principale, alla spettacolare cascata sul Rio Tassaro, dopo che un disastroso distacco di massi rocciosi ne aveva ostruito il passaggio. Descrizione della Tappa Dal luogo prescelto per il pernottamento, ci si ricongiunge al SD nei pressi del Monte Staffola o nelle sue vicinanze, per proseguire il cammino fino all'abitato di Borzano (con una pregevole Chiesa, una bella casa-torre e il "volto di pietra”) e raggiungere il suggestivo borgo di Crognolo. Si abbandona il borgo e si percorre in discesa una comoda stradina che, superata la stupenda casa-torre di Lesignola, conduce al famoso Mulino di Chichino ancora recentemente in attività dimostrativa. Attraversato il ponte sul Torrente Tassobbio, il sentiero tende sempre più a inerpicarsi fino a sbucare nei pressi di Crovara, luogo che racchiude storia (Chiesa di S. Giorgio, ruderi della Rocca), e attualità (Ostello La Rupe di San Giorgio). Riprendendo il cammino, ci si immette presto nel cuore più naturalistico della tappa, le boscose valli del rio Tassaro e del torrente Riolco (ZSC Rio Tassaro), con la singolare e misteriosa pietra del Monte Lulseto, antico luogo di culto legato alla venerazione delle rocce. Si prosegue poi tra un susseguirsi di borghi, ognuno con caratteristiche proprie: Legoreccio (con la Corte dei Da Palude e il monumento a ricordo dell'eccidio del 1944), Pineto (altra Corte dei Da Palude e casa-torre) e Spigone (stretti viottoli tra arcate in pietra e Locanda del Rebecco). Quindi si riprende in quota costante la traversata fino a località Costa dalla quale, con ampia vista sulla Val d'Enza, inizia la discesa verso Vetto, dove ci si potrà rilassare per affrontare, rigenerati, le tappe successive. Informazioni utili Nei borghi di Pineto e Spigone vi sono strutture che possono offrire ristorazione: consultare la mappa interattiva del sito per individuarli. Si raccomanda di prenotare sempre in anticipo. Nel borgo di Vetto o nelle vicinanze e vi sono varie strutture che possono ospitare il viandante per il pernottamento: consultare la mappa interattiva del sito per individuarli. Si raccomanda di prenotare sempre in anticipo. Vi preghiamo di segnalare eventuali criticità o proposte di miglioramento dell'itinerario scrivendo a cairesentierodeiducati@gmail.com . Grazie per il vostro aiuto!

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Sentiero dei Ducati Tappa 04

La quarta tappa, piuttosto lunga e con un dislivello significativo, si snoda attraverso una serie di splendidi e caratteristici borghi, alcuni pregevolmente conservati, ampissimi panorami e suggestive emergenze paesaggistiche tra cui lo spettacolare sito detto “dei Pizzoni”, raggiungibile da Cereggio con una variante per “Escursionisti Esperti”. Nel borgo di Gottano di Sopra vale una vista il piccolo ma interessantissimo “Museo della civiltà contadina”. Segnalazioni Tratto infrascato nella salita tra la strada sterrata lungo il torrente Lonza e Gottano di Sotto, con possibili lievi difficolta di orientamento; Tappa priva di luoghi di ristoro (bar e ristoranti) fatta eccezione per Montedello (trattoria) e Castagneto (trattoria con camere). Descrizione della Tappa Lasciato l'abitato di Vetto, si affronta subito una breve salita, seguita da un bel tratto di bosco a mezza costa che conduce agli abitati Sole di Sopra e di Sotto, scendendo poi al torrente Lonza; oltre il ponte, si prende a sinistra la strada sterrata e si percorre la valle passando accanto al mulino Gli Oppi (da tempo in totale abbandono); si prosegue poi in salita per i borghi Gottano di Sotto e di Sopra (quest'ultimo assai più interessante), fino a giungere al curioso sito Beata Vergine delle Formiche, oltre il quale ci si immette sul lungo sentiero, parallelo alla strada asfaltata e in quota pressoché costante, fino a Cereggio, altro tipico grazioso borgo. Oltrepassato Cereggio si prosegue per un breve tratto su bella e panoramica strada asfaltata fino ad un bivio sulla destra che con comoda mulattiera conduce al borgo di Taviano, attraversato il quale si prosegue per l'abitato di Camporella e, a tratti ancora su strada asfaltata, al successivo borgo di Montedello, fino a giungere a Castagneto, meta di tappa. Vi preghiamo di segnalare eventuali criticità o proposte di miglioramento dell'itinerario scrivendo a cairesentierodeiducati@gmail.com . Grazie per il vostro aiuto!

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Sentiero dei Vulcani di fango Tappa 1

Il percorso inizia dalla salsa di Regnano, nel comune di Viano, dove è stato attrezzato un comodo parcheggio. Seguendo il segnavia del sentiero dei Vulcani di Fango, si raggiunge in circa 20 minuti la vicina Salsa di Casola, situata in un'area di grande bellezza paesaggistica. Ritornando sui propri passi, si scende nel fondovalle del rio Faggiano, tra spettacolari esposizioni di arenaria, fino a raggiungere la sede municipale di Viano in località San Polo e di qui, proseguendo lungo il crinale, si oltrepassano le case a torre degli Spadoni, per avvicinare poi il castello di Viano, dove si scende nella valle del torrente Tresinaro che si oltrepassa in corrispondenza di un ponte situato presso il castello di Rondinara. Raggiunta l'antistante località del Colombaro (casa a torre), si inizia a salire raggiungendo la spettacolare dorsale panoramica del Monte Evangelo, che si segue sino al castello di Montebabbio, adiacente all'area S.I.C. del Rio della Rocca.Il percorso inizia dalla salsa di Regnano, nel comune di Viano, dove è stato attrezzato un comodo parcheggio. Seguendo il segnavia del sentiero dei Vulcani di Fango, si raggiunge in circa 20 minuti la vicina Salsa di Casola, situata in un'area di grande bellezza paesaggistica. Ritornando sui propri passi, si scende nel fondovalle del rio Faggiano, tra spettacolari esposizioni di arenaria, fino a raggiungere la sede municipale di Viano in località San Polo e di qui, proseguendo lungo il crinale, si oltrepassano le case a torre degli Spadoni, per avvicinare poi il castello di Viano, dove si scende nella valle del torrente Tresinaro che si oltrepassa in corrispondenza di un ponte situato presso il castello di Rondinara. Raggiunta l'antistante località del Colombaro (casa a torre), si inizia a salire raggiungendo la spettacolare dorsale panoramica del Monte Evangelo, che si segue sino al castello di Montebabbio, adiacente all'area S.I.C. del Rio della Rocca.

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Sentiero Spallanzani Tappa 2

L’itinerario inizia in corrispondenza del borgo di Ventoso, un chilometro a sud dell’abitato di Scandiano (15 minuti a piedi da Piazza Spallanzani a Scandiano). Dal borgo l’inizio del sentiero è facilmente riconoscibile perché situato in prossimità del fianco occidentale dell’ex fornace a calce di interesse paleoindustriale. Una carrareccia risale la valle del rio Guiglia tra macchie arbustive ed ampie praterie. La carrareccia è interrotta da un cancello privato, normalmente aperto, poco dopo si lascia la carraia per proseguire in salita su stretto sentiero. Raggiunto lo spartiacque si incrocia il sent. 604 (anello del M. Evangelo) e si prosegue verso sud-ovest con vasta veduta sui colli della bassa val Tresinaro. Il sentiero oltrepassa un fabbricato colonico (Bottegaro) e, matenendosi sulla linea di spartiacque, si snoda in falsopiano tra affioramenti di argilla scagliosa. Nella prateria a graminacee in primavera fioriscono numerose orchidee. A un bivio si prenda la mulattiera sulla sinistra che, con un cambio netto di direzione, scende velocemente. Se invece arrivate fino al gruppo di case in rovina poco più giù (Case Monte di Sopra), osservate la famosa quercia pluricentenaria (tra i più begli esemplari dell’Emilia), ma poi tornate indietro di 150 m circa, per riprendere la direzione giusta, oltrepassato un fabbricato colonico in stato di abbandono, per una carrareccia attraverso campi coltivati si scende rapidamente al gruppo di case in località Colombaro, con una casa a torre al centro. Passato, su strada asfaltata, il ponte sul Torrente Tresinaro, davanti alla chiesa di Rondinara si imbocchi il sentiero prima di una sbarra, sentiero che ricomincia a salire per campi coltivati. Lo stradello compie un semicerchio attorno a un gruppo di case (il Monte) e sbuca in una strada bianca da prendere verso destra. Il Monte è un Circolo equituristico, associato a.n.t.e (Associazione Nazionale Turismo Equestre): è privato, ma ci si può rivolgere a loro per informazioni sul Sentiero Spallanzani a Cavallo. La strada ora diventa asfaltata. Attraversata la provinciale in località Minghetta, si imbocca la strada che sale. Arrivati a un gruppo di case la strada diventa mulattiera e conduce al caratteristico Castello di Viano, parte del complesso difensivo matildico. Una strada bianca sul crinale spartiacque conduce a S. Polo di Viano, dove, poco prima del Municipio di Viano, notiamo un’altra bella casa a torre con decorazioni in rilievo e affresco murario (sec. XV). Si segue ora la strada asfaltata in direzione Mamorra per circa 2 km, per abbandonarla dopo Casino e imboccare uno stradello sulla destra che, dopo aver superato un gruppo di case, in rapida discesa raggiunge il Rio Faggiano e la strada provinciale in prossimità dell’edificio rurale detto Le Piane, dove si incrocia il sent. 616, anello del Querciolese. Percorsi verso sinistra 100 m di strada provinciale si sale a destra, su carrareccia ad uso agricolo, su un altro spartiacque, tra campi e vigne, in un bel paesaggio tipico della collina reggiana. A Ca’ de Vezzoli la strada asfaltata conduce alla provinciale per Reggio in località Cortevedola. Di fronte trovate la Chiesa parrocchiale e la scuola.Andando a sinistra direzione Casina  dopo 500 mt vedete sulla sinistra il parcheggio con il cartello che illustra le Salse di Regnano, vulcanetti di fango freddo che bolle nel terreno argilloso, fenomeno causato dalla presenza sotterranea di idrocarburi gassosi. Lazzaro Spallanzani aveva studiato varie volte le Salse. In fondo al parcheggio trovate il passaggio per raggiungere i  vulcanetti che si trovano a 100 metri dalla strada.

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Sentiero Spallanzani Tappa 3

Da Regnano si imbocca la stradina asfaltata (via Ballotta) che sale in direzione Monte Alfonso, raggiunto il quale si scende per una ripida carrareccia tra i campi, con bei paesaggi sulla valle sottostante. Attenzione all’orientamento: l’importante è mantenere la direzione sud. Raggiunta la strada asfaltata, si prosegue a destra, e varcato il Rio Cesolla, si giunge in salita all’ingresso di Riolo, altro interessante piccolo borgo. In alto si nota il borgo abbandonato di Cavazzone, raro esempio di insediamento a corte risalente nelle forme attuali ai secc. XVII-XIX, caratterizzato da un lungo porticato sotto cui transitava la mulattiera principale. Si raggiunge Riolo con breve stradello asfaltato, segnato con il sent. 622 del M. Duro. Si procede ora da Riolo lungo il sentiero 622. Attraversato il borgo prendere verso sud una carrareccia che, con brusca svolta a destra tra campi aperti prende a risalire la valletta del Rio Cesolla, in questo tratto oasi naturalistica affidata all’associazione Pro Natura. La carrareccia si inoltra in piano nella valletta, ormai stretta e boscosa, valicando il Rio Cesolla presso una suggestiva cascatella, incisa negli strati di arenaria. Sul versante destro si risale in un bosco misto con un’inusuale ricchezza di essenze arboree, tra cui spicca il pino silvestre, che a gruppetti colonizza le zone più aperte. Si passa dai 400 m del rio agli oltre 600 m, per poi scendere, prima lungo un campo altamente panoramico sull’alto Appennino fino alla catena del M. Cusna poi per una strada lungo la quale sono state costruite numerose case.
Si continua a scendere lungo lo stradello fiancheggiato da filari di querce fino a raggiungere S. Giovanni di Querciola dove è possibile trovare bar, ristorante e alimentari, nonché la Locanda Belvedere.
Senza scendere al ristorante, si tiene via Michelangelo sempre tra querce secolari, fino al vicino borgo di Prediera. Si attraversa la strada provinciale (a destra si lascia il sent. 622 per Ca’ Schiavino) e si prende via Spallanzani (guarda guarda.. ), percorrendo l’interno del borgo con un sottopasso. Per strada asfaltata si supera la Casa di Carità, il caseificio, e si raggiunge il vicino borgo Ca’ de’ Pazzi (bar e alimentari). Poco oltre si volta a destra in via Sorriva, stradello in discesa verso ovest, si supera l’abitato semi-abbandonato di Sorriva. Il sentiero ora continua nel bosco, dove a primavera si possono osservare bellissimi esemplari di orchidea (Orchis purpurea). In breve si raggiunge un bivio dove si scende bruscamente a sinistra per attraversare un ruscello e risalire sul versante opposto fino ad un altro evidente bivio: a sinistra il sent. 624 aggira il Monte delle Ripe (variante più facile e deviazione possibile al B&B Castagneda in 1 ora per l’eventuale pernottamento), a destra si raggiunge in piano il lago del Mulino del Tasso. Un bel sentiero sale al Monte delle Ripe, antica sede del Castello di Giandeto. Lasciato a destra il sent. 624 per il Lago dei Pini e Casina (1 ora, possibilità di pernottamento in albergo) si scende nel versante meridionale fino a un piccolo ruscello. Guadatolo, si raggiunge Case Mattioli, caratteristico gruppo di case fortificato. Incrociato di nuovo il sent. 624 (a sinistra per Castegneda, a destra per Casina) si imbocca una carrareccia tra i campi, all’inizio poco visibile che porta alla chiesa di Giandeto, dove si conclude la terza tappa.
 

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