Romea Strata T09NL

Da Spilamberto a Samone

hiking-15
Escursionismo
webmapp map

Dettagli Percorso

Lunghezza

30km

Difficoltà

E

Durata

12h 39min

Dislivello +

1427m

Dislivello -

901m

Quota di partenza

75m

Quota di arrivo

601m

Quota minima

67m

Quota massima

601m

Marano Vecchio

Marano è citato per la prima volta in un documento dell’887 con il nome di Castiglione. Il suo nome deriva da “terra marna”, la terra grassa con cui si concimavano i terreni. La parte antica di Marano Vecchio si sviluppa verso il colle con case di aspetto medievale. Qui è l’oratorio di S. Antonio da Padova, del XVI secolo ed un vasto fabbricato chiamato “il Convento”, del XVIII secolo. Alla sommità del colle, il castello dei Montecuccoli, del quale oggi rimangono solo alcuni resti delle mura.

Fiume Panaro

Il fiume Panaro è formato dall’unione dei torrenti Leo e Scoltenna che scendono dall’alto Appennino Modenese. La “Panèra” (in dialetto modenese) rappresenta uno degli ambienti più delicati e fragili del Parco dei Sassi di Roccamalatina. L’alveo è incassato tra i versanti collinari e solo in prossimità del paese di Marano il fondovalle si allarga sensibilmente. La vegetazione mostra come le diverse specie si dispongono in successione dal letto del fiume fino ai primi tratti di riva: gli arbusti di salici, il salice bianco, i pioppi e gli ontani, quasi a formare una scala. L’organizzazione è dovuta ai fattori naturali, come il tipo di substrato costituito da sabbie e ghiaie e il rimaneggiamento periodico delle acque fluviali, che alterna periodi di abbondante disponibilità ad altri di forte siccità.

Il Fontanazzo

Sede operativa del Parco. La casa colonica, ristrutturata, ospita gli uffici e le seguenti strutture: ufficio informazioni, mostra naturalistica permanente "Gli ambienti del Parco", sentiero botanico, auditorium, ampia area cortiliva con tavoli e panchine per pic-nic utilizzabili nelle giornate di apertura, barbecue utilizzabili nelle giornate di apertura.

Cà Rastelli

La località era denominata Domus Zacheris o Ca’ de’ Zachieri e segna il luogo dove sorgeva l’antico castello di Trebbio. Il borgo, oggi denominato Cà Rastelli, si erge su un poggio di roccia affiorante in posizione emergente tra i Sassi di Roccamalatina e la Pieve di Trebbio. Rimangono i segni dell’antica struttura fortificata in un edificio articolato in vari corpi e in parte recentemente ristrutturato. Nel complesso si conservano portali, archivolti, finestrelle e resti di murature originali in conci d’arenaria. Nella parte prospiciente la strada carrabile a valle del borgo, si trovano edifici di recente costruzione di forte disturbo nel contesto storico-paesaggistico. Dalla cava presso Cà Rastelli furono tratte le arenarie che servirono per il restauro della Pieve di Trebbio ad opera del canonico don Ferdinando Manzini.

Oratorio dei Sassi

L’oratorio, con annessa canonica, si trova di fronte all’ingresso del Borgo dei Sassi. Intitolato alla Beata Vergine Assunta e quindi detto della “Madonna dei Sassi”, è di fogge semplici ed essenziali. Di origini più antiche, dell’oratorio si hanno notizie certe dal 1729. Nel 1855 fu ingrandito e staccato dal monte. Interessante il bassorilievo murato nella parete esterna riproducente una mano scolpita con l’indice puntato al cielo tra un ramo di melograno e uno di palma recante la scritta “Spera in Deo et fac bonitatem”. La lapide avvalora l’ipotesi secondo la quale Geminiano Malatigni qui fondò un’ospitale agli inizi del XV secolo.

I Sassi

Le particolari arenarie che hanno originato gli imponenti torrioni in località Roccamalatina, nel comune di Guiglia, di 70 metri e oltre di altezza, detti popolarmente “i Sassi”, sono composte da granuli grossolani (sabbie) osservabili distintamente anche a occhio nudo. Queste arenarie quarzose prendono il nome di “arenarie di Anconella”, la cui sedimentazione avvenne in ambiente di acque profonde circa 25 milioni di anni fa, nell’Oligocene Superiore, a seguito di fenomeni chiamati “correnti di torbida” (frane sottomarine) che, una volta attivate, per effetto del loro peso e per i movimenti della crosta terrestre, sospingono i granuli, depositati sulla scarpata continentale, per poi ridepositarli a distanza e profondità maggiori. Tale fenomeno ha portato alla formazione di elevati spessori di sedimenti di diverse dimensioni, decrescenti dal basso verso l’alto, all’interno dello stesso strato (evento torbiditico). La disposizione degli strati rocciosi nello spazio (si ergono con assetto quasi verticale) e la loro maggior resistenza all’erosione, rispetto alle rocce circostanti prevalentemente argillose, ne hanno determinato la particolare morfologia “a pinnacolo”. Oggetto di insediamenti fortificati, già durante la dominazione bizantina I Sassi costituirono un caposaldo difensivo contro i Longobardi. Nel Medioevo furono sede della famiglia dei Malatigni, che dominò i fortilizi fino alla loro decadenza. Il nucleo di edifici alla base del “Sasso della Croce”, detto Borgo dei Sassi, comprende un oratorio settecentesco e fabbricati con pregevoli portali dei secoli XIV e XV.

Castellino delle Formiche

Il castello medievale, situato a 694 metri sul livello del mare, fu sede di residenza di un ramo dei Malatigni, cui successe nel ‘300 un Montecuccoli e poi la podesteria di Guiglia. Del castello sono rimasti muri del ‘200, costruzioni con portali a sesto acuto del ‘300, un portale della canonica del ‘400 e la torre divenuta poi campanile. La chiesa attuale, dedicata a Santo Stefano, è dentro le mura del castello e conserva un fonte battesimale del 1662, tele del ‘600 e una Via Crucis in terracotta dell’800.

Samone

La prima citazione del paese risale al 1048. La parrocchiale di San Nicola, del XII secolo, conserva all’interno un quadro del Santo del ‘700 ed una tavola dorata che raffigura la Madonna col Bambino. Il campanile, iniziato nel 1678, è adorno di torre merlata aggiunta nel 1866. La sommità antica, occupata dal castello, è il Poggiolino che rivela costruzioni con sottopasso, portali e finestre a sesto acuto del ‘300 e ‘400. Vanno citati anche l’oratorio di Sant’Antonio, poi della Madonna della Neve, che conserva un calice in bronzo argentato del ‘500. Sul posto un voltone immette in una corte ove si nota un’immagine sacra in cotto del ‘700.

Scarica tracciato GPX

Descrizione

Tenendo Castello Rangoni alle spalle, si procede diritto su via Corso Umberto I e si gira a destra al primo incrocio in via San Giovanni. Dopo 240 metri si attraversano le strisce pedonale di via Circonvallazione Nord per proseguire a destra su via Passetto. Questa strada consente di tornare alla ciclopedonale del fiume Panaro. Arrivati alla pista sterrata che costeggia il fiume, si prosegue a destra in direzione di Vignola. Non si abbandona mai il percorso natura a meno che non si voglia visitare il paese di Vignola, raggiungibile dopo 8 km, e Marano sul Panaro, che dista da Vignola altri 5 km. Chi vuole a Vignola può attraversare il ponte e seguire la tappa T11NL-Savignano sul Panaro-Vignola-Marano sul Panaro, a ritroso, per raggiungere il colle di Savignano sul Panaro con il castello e la chiesa della Beata Vergine Assunta. Si procede altrimenti, sempre lungo il percorso natura (detto 'Percorso Sole') per 18,6 km costeggiando sempre la sponda destra del Panaro. Lo si segue passando a fianco di Marano sul Panaro, fino ad arrivare a località Casona, da dove un ponte poco dopo permette di passare sull'altro lato del fiume. Superato il ponte, si prende la strada che sale verso destra, e poi ancora a destra, il cartello indicante il Parco Regionale dei Sassi di Rocca Malatina. La strada si chiama via Ponte Casona, poi prende il nome di via Fondovalle. Si prosegue per 1.2 km sino a trovare sulla sinistra dei gradini e il sentiero CAI 400/2 indicante Pieve di Trebbio. Lo si segue e si inizia a salire. Dopo circa 600 metri si incontra il sentiero 410. Si mantiene sempre la segnaletica CAI 400/2. Il sentiero attraversa il parco lungo un percorso natura immerso nel bosco dove si possono superare alcuni ponticelli. E' ben segnalato e manutentato. Lo si segue sempre fino ad incontrare la strada asfaltata di via Fondovalle, dopo 2.7 km di salita. Si prosegue a sinistra verso le indicazioni di Pieve di Trebbio, che si raggiunge dopo 360 metri. Si prosegue diritti lungo via Casa Giusti e poi lungo via del Partigiano, seguendo sempre il sentiero CAI 400/2 in direzione di località Le Serre e Rocca di Sotto, andando diritti in salita. Dopo 1.2 km, al bivio si tiene la destra in leggera discesa fino a raggiungere la chiesa. Si prosegue diritti sempre sul sentiero CAI 400/2, superando dei resti di "Mulino della Riva" e attraversando un castagneto fino a raggiungere nuovamente la strada asfaltata dopo 2 km. Si è giunti in via Castellino in località Castellino delle Formiche e si procede a destra seguendo la strada verso questa località . Raggiunta la chiesa, dopo 600 metri, si prosegue a sinistra seguendo le indicazioni verso Samone-Montalbano-Zocca, passando davanti ad una casa e proseguendo ancora in salita lungo una strada sterrata. Si arriva, dopo 900 metri, in via Varrobbie e si prosegue a destra su strada asfaltata per 650 metri fino all'incrocio con la Strada Provinciale n°26. A sinistra si trova l'ufficio postale di Samone.
 

Link utili

romeastrata.org