La salita al Sasso della Croce (Itinerario N.4)

hiking-15
Escursionismo
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Dettagli Percorso

Lunghezza

0.4km

Difficoltà

EE

Durata

20min

Dislivello +

54m

Dislivello -

54m

Quota di partenza

513m

Quota di arrivo

567m

Quota minima

513m

Quota massima

567m

I Sassi

Le particolari arenarie che hanno originato gli imponenti torrioni in località Roccamalatina, nel comune di Guiglia, di 70 metri e oltre di altezza, detti popolarmente “i Sassi”, sono composte da granuli grossolani (sabbie) osservabili distintamente anche a occhio nudo. Queste arenarie quarzose prendono il nome di “arenarie di Anconella”, la cui sedimentazione avvenne in ambiente di acque profonde circa 25 milioni di anni fa, nell’Oligocene Superiore, a seguito di fenomeni chiamati “correnti di torbida” (frane sottomarine) che, una volta attivate, per effetto del loro peso e per i movimenti della crosta terrestre, sospingono i granuli, depositati sulla scarpata continentale, per poi ridepositarli a distanza e profondità maggiori. Tale fenomeno ha portato alla formazione di elevati spessori di sedimenti di diverse dimensioni, decrescenti dal basso verso l’alto, all’interno dello stesso strato (evento torbiditico). La disposizione degli strati rocciosi nello spazio (si ergono con assetto quasi verticale) e la loro maggior resistenza all’erosione, rispetto alle rocce circostanti prevalentemente argillose, ne hanno determinato la particolare morfologia “a pinnacolo”. Oggetto di insediamenti fortificati, già durante la dominazione bizantina I Sassi costituirono un caposaldo difensivo contro i Longobardi. Nel Medioevo furono sede della famiglia dei Malatigni, che dominò i fortilizi fino alla loro decadenza. Il nucleo di edifici alla base del “Sasso della Croce”, detto Borgo dei Sassi, comprende un oratorio settecentesco e fabbricati con pregevoli portali dei secoli XIV e XV.

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Descrizione

Il percorso sale quasi a perpendicolo sui versanti del Sasso della Croce, la cima più alta delle guglie.
Presenta tratti attrezzati, offrendo continui scorci di panoramicità sui vari ambienti del Parco e
anche oltre, all’orizzonte, sulle cime appenniniche più alte, sulla Pianura padana e, nelle giornate
più terse, fino alla catena alpina. Può offrire l’avvistamento di alcune specie di volatili che vivono
in questi ambienti, dal falco pellegrino al corvo imperiale, dalla rondine montana al picchio
muraiolo. Non mancano curiosità botaniche: dall’erica arborea, al pungitopo, dall’elicriso, al timo,
nonché resti antichi della presenza dell’uomo, quali tracciati e scalinate scavate nella roccia,
grotte, nascondigli e rifugi. Pure le rocce “parlano”, mostrando i resti degli antichi depositi marini
su cui si depositarono le sabbie che oggi costituiscono l’impalcatura principale dei Sassi.
Normalmente la salita è aperta nei fine settimana e nei festivi da Pasqua ai Santi, nella restante
parte dell’anno osserva la chiusura invernale causa la pericolosità dovuta alla possibile presenza di
tratti umidi, scivolosi o ghiacciati.

Link utili

www.parchiemiliacentrale.it