Eurovelo 7 Variante 2

Da Modena a Vergato

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In bicicletta
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Dettagli Percorso

Lunghezza

85.6km

Durata

34h 59min

Dislivello +

3681m

Dislivello -

3515m

Quota di partenza

38m

Quota di arrivo

204m

Quota minima

37m

Quota massima

838m

Fiume Panaro

Il fiume Panaro è formato dall’unione dei torrenti Leo e Scoltenna che scendono dall’alto Appennino Modenese. La “Panèra” (in dialetto modenese) rappresenta uno degli ambienti più delicati e fragili del Parco dei Sassi di Roccamalatina. L’alveo è incassato tra i versanti collinari e solo in prossimità del paese di Marano il fondovalle si allarga sensibilmente. La vegetazione mostra come le diverse specie si dispongono in successione dal letto del fiume fino ai primi tratti di riva: gli arbusti di salici, il salice bianco, i pioppi e gli ontani, quasi a formare una scala. L’organizzazione è dovuta ai fattori naturali, come il tipo di substrato costituito da sabbie e ghiaie e il rimaneggiamento periodico delle acque fluviali, che alterna periodi di abbondante disponibilità ad altri di forte siccità.

I Sassi

Le particolari arenarie che hanno originato gli imponenti torrioni in località Roccamalatina, nel comune di Guiglia, di 70 metri e oltre di altezza, detti popolarmente “i Sassi”, sono composte da granuli grossolani (sabbie) osservabili distintamente anche a occhio nudo. Queste arenarie quarzose prendono il nome di “arenarie di Anconella”, la cui sedimentazione avvenne in ambiente di acque profonde circa 25 milioni di anni fa, nell’Oligocene Superiore, a seguito di fenomeni chiamati “correnti di torbida” (frane sottomarine) che, una volta attivate, per effetto del loro peso e per i movimenti della crosta terrestre, sospingono i granuli, depositati sulla scarpata continentale, per poi ridepositarli a distanza e profondità maggiori. Tale fenomeno ha portato alla formazione di elevati spessori di sedimenti di diverse dimensioni, decrescenti dal basso verso l’alto, all’interno dello stesso strato (evento torbiditico). La disposizione degli strati rocciosi nello spazio (si ergono con assetto quasi verticale) e la loro maggior resistenza all’erosione, rispetto alle rocce circostanti prevalentemente argillose, ne hanno determinato la particolare morfologia “a pinnacolo”. Oggetto di insediamenti fortificati, già durante la dominazione bizantina I Sassi costituirono un caposaldo difensivo contro i Longobardi. Nel Medioevo furono sede della famiglia dei Malatigni, che dominò i fortilizi fino alla loro decadenza. Il nucleo di edifici alla base del “Sasso della Croce”, detto Borgo dei Sassi, comprende un oratorio settecentesco e fabbricati con pregevoli portali dei secoli XIV e XV.

Bosco delle Tane

Viene così denominata l’area situata a nord ovest di Zocca, dietro il monte Roppio. Nell’area boscata, a prevalenza di castagno, sono presenti rocce di arenaria poco cementificate che hanno permesso il formarsi di grotte naturali che la fantasia popolare ha denominato con nomi fantastici come tana “della Celeste”, “delle Felci Pendenti” o “del Gatto Mammone”. Qui l’azione dell’acqua ha inoltre scavato affascinanti gole, ma tutta la geologia della zona è relativamente complessa. Vi affiorano delle alternanze arenaceo-marnose e delle torbiditi arenaceo conglomeratiche appartenenti alla formazione di Antognola e delle arenarie calcaree della formazione di Bismantova. Al piede del Bosco delle Tane è situata una delle più interessanti sorgenti di acque sulfuree dell’Appennino Modenese detta “acqua di Montecorone”.

Oratorio del Cantone

Toponimo derivante dal latino canthus (angolo). Fondato nel 1716 e dedicato a San Filippo Neri, l’oratorio del Cantone fu eretto dal religioso Sansone Sansoni. La bella facciata è caratterizzata da due paraste che reggono un cornicione sormontato da una guglia ornata ai lati da pinnacoli, completati a loro volta da due pregevoli stelle in rame. Nei pressi dell’oratorio è ancora presente un bell’edifico rurale, nel quale spicca la torre cinquecentesca con colombaia coperta a quattro falde e tipico soffittino di gronda formato a doppia fila di mattoni disposti a T e a denti di sega.

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