Borghi, chiese e ampi panorami (Itinerario n. 8)

Da Castellino delle Formiche a Samone

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Escursionismo
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Dettagli Percorso

Lunghezza

3.4km

Difficoltà

T

Durata

1h 45min

Dislivello +

272m

Dislivello -

155m

Quota di partenza

484m

Quota di arrivo

601m

Quota minima

437m

Quota massima

601m

Castellino delle Formiche

Il castello medievale, situato a 694 metri sul livello del mare, fu sede di residenza di un ramo dei Malatigni, cui successe nel ‘300 un Montecuccoli e poi la podesteria di Guiglia. Del castello sono rimasti muri del ‘200, costruzioni con portali a sesto acuto del ‘300, un portale della canonica del ‘400 e la torre divenuta poi campanile. La chiesa attuale, dedicata a Santo Stefano, è dentro le mura del castello e conserva un fonte battesimale del 1662, tele del ‘600 e una Via Crucis in terracotta dell’800.

Gainazzo

Antico borgo citato nel 1163, ebbe una rocca intestata ai Montecuccoli. Sui resti del castello sorge il nucleo dell’800 con casa padronale del 1770 e all’interno un bel dipinto di San Bartolomeo. La Maestà del Carmine è un’edicola con nicchia decorata del 1686. La prima chiesa dedicata a S. Bartolomeo (sembra fosse in località Falò) è menzionata nel XIII secolo. L’attuale risale probabilmente al 1669, ricostruita, sembra, in posizione più comoda alle facoltose famiglie locali Dini e Olivari, ma sfavorevole ai parrocchiani che abitavano ai confini con il territorio di Samone. La chiesa fu poi restaurata, e forse rifabbricata, nel 1770.

Samone

La prima citazione del paese risale al 1048. La parrocchiale di San Nicola, del XII secolo, conserva all’interno un quadro del Santo del ‘700 ed una tavola dorata che raffigura la Madonna col Bambino. Il campanile, iniziato nel 1678, è adorno di torre merlata aggiunta nel 1866. La sommità antica, occupata dal castello, è il Poggiolino che rivela costruzioni con sottopasso, portali e finestre a sesto acuto del ‘300 e ‘400. Vanno citati anche l’oratorio di Sant’Antonio, poi della Madonna della Neve, che conserva un calice in bronzo argentato del ‘500. Sul posto un voltone immette in una corte ove si nota un’immagine sacra in cotto del ‘700.

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Descrizione

Itinerario dalle caratteristiche di panoramicità su vari scorci del Parco verso le guglie dei Sassi, su ripide valli boscate e su aree coltivate, ma anche all’orizzonte verso le cime più alte dell’Appennino tosco-emiliano, nonché sui meandri orogenetici modellati nel tempo, dalla corrente fluviale del Panaro. Breve e semplice, senza alcuna difficoltà tecnica, deve la sua importanza al ruolo che riveste come fondamentale snodo di collegamento verso il cuore del Parco a nord e l’arroccato borgo di Castellino delle Formiche, nonché come snodo per l’esplorazione della fascia più a sud che conduce al monte della Riva e da lì a Zocca.
In questo contesto, non mancano i panorami mozzafiato sul crinale appenninico modenese-bolognese in ogni stagione dell’anno: dal bianco delle cime innevate d’inverno al rosso dei colori autunnali e primaverili, fino agli spettacolari tramonti estivi. Interessante, lungo il percorso, il piccolo agglomerato di Gainazzo, sede dell’antica rocca Montecuccoli dominante sulla valle del Panaro.
Sono segnalate, nei periodi stagionali appropriati, insetti di specie poco comuni come il cervo volante e l’Osmoderma eremita. Presenti flora e fauna tipiche legate al bosco misto e al castagneto: dai ghiri agli scoiattoli, dalla faina all’allocco, dai chirotteri ai picchi.