L’anello dei Sassi (Itinerario n. 3)

Da Pieve di Trebbio a Pieve di Trebbio

hiking-15
Escursionismo
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Dettagli Percorso

Lunghezza

8.5km

Difficoltà

E

Durata

2h 30min

Dislivello +

344m

Dislivello -

344m

Quota di partenza

454m

Quota di arrivo

454m

Quota minima

297m

Quota massima

532m

Castellaro

Costituì probabilmente una delle quattro rocche confermate dagli Estensi ai Pio nel 1420 assieme ad altri fortilizi. Il nucleo abitato, situato in posizione panoramica di fronte ai Sassi sulla sommità di un accentuato pendio, è costituito da diversi edifici. Numerosi sono gli elementi architettonici significativi che ne documentano l’origine tre-quattrocentesca. Nei pressi dell’abitato, su un affioramento di roccia, si eleva una imponente torre isolata a pianta quadrata con parte inferiore in pietra, la cui copertura termina con una guglia in laterizio decorata con archetti dentellati e fori per rondoni. All’interno, al primo piano, è presente una volta a botte in arenaria. La torre anticamente era il campanile della chiesa parrocchiale, in origine situata presso i Sassi. La famiglia Ferrari, nel XVIII secolo, ottenne l’edificio in cambio di lavori effettuati presso la Parrocchiale nuova, la restaurò e la completò del suddetto coronamento architettonico, di notevole effetto. A primavera, ospita una colonia nidificante di rondoni.

Oratorio dei Sassi

L’oratorio, con annessa canonica, si trova di fronte all’ingresso del Borgo dei Sassi. Intitolato alla Beata Vergine Assunta e quindi detto della “Madonna dei Sassi”, è di fogge semplici ed essenziali. Di origini più antiche, dell’oratorio si hanno notizie certe dal 1729. Nel 1855 fu ingrandito e staccato dal monte. Interessante il bassorilievo murato nella parete esterna riproducente una mano scolpita con l’indice puntato al cielo tra un ramo di melograno e uno di palma recante la scritta “Spera in Deo et fac bonitatem”. La lapide avvalora l’ipotesi secondo la quale Geminiano Malatigni qui fondò un’ospitale agli inizi del XV secolo.

Antica Carbonaia

Ricostruzione di una vecchia carbonaia con tabelle esplicative, collocata su un falsopiano nel tratto discendente fra i Sassi e il mulino della Riva. La ricostruzione, soltanto visiva, ricorda il funzionamento di queste antiche strutture per l’ottenimento del carbone. La base era cosparsa di terriccio e veniva delimitata da grossi sassi; al centro si disponevano due legni a formare una croce (di buon auspicio) sui quali si issavano quattro pali che costituivano il camino centrale per il “respiro” della struttura. Attorno venivano disposti i legni a forma conica ricoperta di foglie, terra e muschio per evitare passaggio d’aria. “L’arte” dei carbonai era soprattutto la vigilanza della combustione, che doveva mantenersi lenta e graduale per la trasformazione del legno in carbone.

Siano

Piccola borgata residenziale situata nella frazione di Castellino delle Formiche. La località, chiamata anche Castello rustico per distinguerla dal Castello nobile, è attestata nel XVI secolo. Il complesso edilizio sembra essersi originato per aggregazioni successive attorno a due torri: la prima presenta fori per rondoni ed una bifora monolitica, la seconda presenta un cordolo di colombaia in arenaria, fori per rondoni e un portale ad arco tamponato. Di grande importanza il loggiato sei-settecentesco aggregato alla torre, caratterizzato, nella parte superiore, da cinque arcate di diversa luce poggianti su colonne a tutto tondo con capitelli in cotto e da un portale con timpano decorativo. Nel paramento murario è stata inserita una nicchia in arenaria scolpita con motivi vegetali e una mensola semicircolare contenente una statua acefala in cotto.

Mulino delle Vallecchie

Nelle vicinanze del Castellino delle Formiche, verso nord, si trova questo mulino ad acqua attivo già nel corso del ‘500. Era un opificio feudale mantenuto a carico dei comuni di Samone, Missano, Gainazzo e Rocca Malatina. È situato sulla sponda destra del rio delle Vallecchie, affluente del Panaro, ai piedi dei Sassi di Roccamalatina. Oggi l’edificio ospita un’attività agrituristica, ma il locale macine è ancora esistente, anche se esse non sono più funzionanti. Risalendo il rio per 200 metri, sulla sponda sinistra si trova una sorgente sulfurea di acqua potabile.

Cà Rastelli

La località era denominata Domus Zacheris o Ca’ de’ Zachieri e segna il luogo dove sorgeva l’antico castello di Trebbio. Il borgo, oggi denominato Cà Rastelli, si erge su un poggio di roccia affiorante in posizione emergente tra i Sassi di Roccamalatina e la Pieve di Trebbio. Rimangono i segni dell’antica struttura fortificata in un edificio articolato in vari corpi e in parte recentemente ristrutturato. Nel complesso si conservano portali, archivolti, finestrelle e resti di murature originali in conci d’arenaria. Nella parte prospiciente la strada carrabile a valle del borgo, si trovano edifici di recente costruzione di forte disturbo nel contesto storico-paesaggistico. Dalla cava presso Cà Rastelli furono tratte le arenarie che servirono per il restauro della Pieve di Trebbio ad opera del canonico don Ferdinando Manzini.

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Descrizione

Il percorso si snoda attorno alla valle del rio Vallecchie, che vede i Sassi come costanti primattori del paesaggio. Tocca ambiti di bosco, vallecole, coltivi tipici di questa area collinare. È uno degli itinerari più panoramici del Parco, mostrando gli elementi più maestosi della struttura naturale delle pareti verticali dei Sassi.
Dal parcheggio posta fra la località di Pieve di Trebbio e il Centro Parco “Il Fontanazzo” si segue il tracciato che conduce al Borgo dei Sassi e da lì, non senza importanti dislivelli e nell’alternarsi di boschi e paesaggi agricoli, si può osservare l’imponenza dei Sassi mutare ad ogni angolo.
L’itinerario è particolarmente ricco di biodiversità tra flora e fauna dovuta alla diversificazione degli ambienti in cui si snoda. Presenti le specie di bosco con fioriture a distesa di campanellini all’inizio di primavera, nei punti più umidi, per continuare con anemoni dei boschi, orchidee e gigli, fino ai ciclamini autunnali. Facile incontrare in volo rapaci come gheppi, sparvieri, poiane, mentre all’imbrunire mammiferi tipici del luogo, come caprioli, volpi, istrici e varie specie di chirotteri. Non manca l’incontro occasionale con le più varie specie di uccelli, dal codirosso spazzacamino a fringuelli, dagli scriccioli ai verzellini.