La traversata del Parco (Itinerario n. 1)

Da Casona di Marano sul Panaro a Zocca

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Escursionismo
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Dettagli Percorso

Lunghezza

18.6km

Difficoltà

E

Durata

10h 01min

Dislivello +

1643m

Dislivello -

1092m

Quota di partenza

203m

Quota di arrivo

754m

Quota minima

174m

Quota massima

764m

Fiume Panaro

Il fiume Panaro è formato dall’unione dei torrenti Leo e Scoltenna che scendono dall’alto Appennino Modenese. La “Panèra” (in dialetto modenese) rappresenta uno degli ambienti più delicati e fragili del Parco dei Sassi di Roccamalatina. L’alveo è incassato tra i versanti collinari e solo in prossimità del paese di Marano il fondovalle si allarga sensibilmente. La vegetazione mostra come le diverse specie si dispongono in successione dal letto del fiume fino ai primi tratti di riva: gli arbusti di salici, il salice bianco, i pioppi e gli ontani, quasi a formare una scala. L’organizzazione è dovuta ai fattori naturali, come il tipo di substrato costituito da sabbie e ghiaie e il rimaneggiamento periodico delle acque fluviali, che alterna periodi di abbondante disponibilità ad altri di forte siccità.

Rio Frascara

Affluente in riva destra del fiume Panaro, ha scavato una vallecola delimitata da ampie pareti rocciose con vegetazione ripariale. L’ambiente fresco permette la presenza del faggio, non abituale a queste quote collinari. A valle, l’affiorare di rocce argillose consente una minor profondità dell’alveo e vegetazione tipica di ambienti più luminosi e aridi. Interessante la presenza di rocce composte da argille di colore rosso (ossidi di ferro), viola, grigio, nero o verde in base alla composizione mineralogica presente al momento della formazione. Sono polveri atmosferiche depositate, a pioggia, sul fondo di un antico mare (Bacino Ligure, 140-45 milioni di anni fa). La principale emergenza botanica è la Camphorosma monspeliaca, pianta ad areale fortemente frammentato che forma densi cuscinetti isolati sul substrato argilloso a forte concentrazione di sali (cloruri).

Il Fontanazzo

Sede operativa del Parco. La casa colonica, ristrutturata, ospita gli uffici e le seguenti strutture: ufficio informazioni, mostra naturalistica permanente "Gli ambienti del Parco", sentiero botanico, auditorium, ampia area cortiliva con tavoli e panchine per pic-nic utilizzabili nelle giornate di apertura, barbecue utilizzabili nelle giornate di apertura.

Oratorio dei Sassi

L’oratorio, con annessa canonica, si trova di fronte all’ingresso del Borgo dei Sassi. Intitolato alla Beata Vergine Assunta e quindi detto della “Madonna dei Sassi”, è di fogge semplici ed essenziali. Di origini più antiche, dell’oratorio si hanno notizie certe dal 1729. Nel 1855 fu ingrandito e staccato dal monte. Interessante il bassorilievo murato nella parete esterna riproducente una mano scolpita con l’indice puntato al cielo tra un ramo di melograno e uno di palma recante la scritta “Spera in Deo et fac bonitatem”. La lapide avvalora l’ipotesi secondo la quale Geminiano Malatigni qui fondò un’ospitale agli inizi del XV secolo.

Samone

La prima citazione del paese risale al 1048. La parrocchiale di San Nicola, del XII secolo, conserva all’interno un quadro del Santo del ‘700 ed una tavola dorata che raffigura la Madonna col Bambino. Il campanile, iniziato nel 1678, è adorno di torre merlata aggiunta nel 1866. La sommità antica, occupata dal castello, è il Poggiolino che rivela costruzioni con sottopasso, portali e finestre a sesto acuto del ‘300 e ‘400. Vanno citati anche l’oratorio di Sant’Antonio, poi della Madonna della Neve, che conserva un calice in bronzo argentato del ‘500. Sul posto un voltone immette in una corte ove si nota un’immagine sacra in cotto del ‘700.

Monte della Riva

Il rilievo, la cui cima è posta a 801 metri di altitudine, è situato a nord-ovest di Zocca e si presenta come una dorsale che domina l’alta valle del fiume Panaro. A livello geologico è costituito da una sequenza arenacea e calcareo-arenacea di età miocenica appartenente alla formazione di Bismantova. In rapporto alla particolare morfologia del monte, appare notevolmente accentuato l’effetto-versante sulla copertura vegetazionale: quello esposto a sud è fortemente arido e assolato con prevalenza di verella, oltre ad un’interessante presenza di pino nero, mentre a nord crescono castagni e carpini. Elementi di notevole rilevanza paesaggistica sono i tratti di paesaggio agrario tradizionale posti ai piedi ed a corona del rilievo boscato, come quelli posti nelle adiacenze del borgo di Montalbano, a Ca’ Pizza e alle Lame.

Oratorio del Cantone

Toponimo derivante dal latino canthus (angolo). Fondato nel 1716 e dedicato a San Filippo Neri, l’oratorio del Cantone fu eretto dal religioso Sansone Sansoni. La bella facciata è caratterizzata da due paraste che reggono un cornicione sormontato da una guglia ornata ai lati da pinnacoli, completati a loro volta da due pregevoli stelle in rame. Nei pressi dell’oratorio è ancora presente un bell’edifico rurale, nel quale spicca la torre cinquecentesca con colombaia coperta a quattro falde e tipico soffittino di gronda formato a doppia fila di mattoni disposti a T e a denti di sega.

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Descrizione

L’itinerario attraversa gli ambienti più caratteristici del Parco dei Sassi di Roccamalatina: dal fiume alle argille varicolori, dai boschi di quercia agli antichi borghi rurali, dalle guglie arenacee ai boschi di castagno e cerro. Con un po’ di fortuna e nei periodi giusti della stagione, si possono incontrare specie di piante ed animali tipici dei vari ambienti. All’inizio di primavera, fioriture di primule, epatiche, viole e liliacee come il dente di cane; nei punti più freschi, estese infiorate di campanellini d’inverno. A primavera inoltrata fioriscono le orchidee, in varie specie, oltre ad altre liliacee come il giglio di S. Giovanni. Nella stagione secca fanno capolino le iridacee del genere Crocus. In autunno il sottobosco si colora di rosa, con le fioriture dei ciclamini. Le specie animali sono delle più varie: caprioli e scoiattoli, non poche specie di uccelli, dai picchi a cince e rampichini in bosco, dalla tottavilla alla pernice rossa nelle zone aperte a varie specie di rapaci, tra cui poiane e gheppi in particolare.
L’itinerario è poi particolarmente ricco di scorci panoramici, verso la valle del Panaro o verso il crinale appenninico, che si possono ammirare da diversi punti, come in prossimità della Pieve di Trebbio o dal crinale del monte della Riva. Ancorché di importante impegno escursionistico per dislivelli e lunghezza, offre una visione completa del Parco passando per i ponticelli sul rio Frascara, l’antica Pieve di Trebbio e il Centro Parco “Il Fontanazzo”. Prosegue poi per il Borgo dei Sassi, il monte della Riva e l’ampia panoramica sulla valle del Panaro, oltre al suggestivo borgo storico di Montalbano, prima di giungere all’arrivo a Zocca.
L’itinerario include due varianti (1/a e 1/b) che ne arricchiscono l’offerta escursionistica, una delle quali consente, inoltre, il collegamento al suggestivo borgo di Missano.