Attraversando gli antichi ponti

Da Pievepelago a Pievepelago

hiking-15
Escursionismo
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Dettagli Percorso

Lunghezza

9.3km

Difficoltà

T

Durata

4h 31min

Dislivello +

647m

Dislivello -

647m

Quota di partenza

753m

Quota di arrivo

753m

Quota minima

742m

Quota massima

940m

Ponte della Fola

Il ponte della Fola è una costruzione tardomedievale a schiena d’asino con due archi irregolari. Le analogie con il ponte toscano di Borgo a Mozzano e con quello delle Lazze sono forse una testimonianza della breve dominazione lucchese nell’Alto Frignano durante il XIV secolo. Ha la particolarità di essere l’unico esempio noto di ponte in pietra a due arcate di tutta l’Emilia. La prima citazione di questo ponte risale al 1028 quando era considerato un transito fondamentale nelle comunicazioni appenniniche. Il ponte fu usato come strada di collegamento tra Riolunato e Pievepelago fino alla fine del XIX secolo, quando fu realizzato il moderno ponte posto più a valle.

Oratorio di San Michele

L’oratorio, le cui origini risalgono al XIII secolo, è collocato all’incrocio confinario dei territori di tre comuni: Riolunato, Pievepelago e Fiumalbo. La tradizione racconta che i fedeli entrassero in chiesa da tre entrate distinte: la principale era riservata a Pievepelago, quella rivolta a nord a Riolunato e quella a sud a Fiumalbo, oggi non più presente perché inglobata nella canonica. L’abside, eretta tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo con blocchi irregolari e accostati in modo non combaciante fra di loro, è l’unica componente originale che rimane. Di rilievo anche le tre finestre strombate, di cui soltanto la centrale è sicuramente originale con le sue coppie di colonnine ai lati; interessanti i capitelli, decorati alla base con un giro di foglie attraversate da un cordoncino, mentre in alto si incrociano nastri scanalati.

Ponte del Diavolo

Il torrente Scoltenna nasce nel paese di Fiumalbo dalla confluenza dei rii Acquicciola e San Rocco. Il ponte del Diavolo, o della Fola Alto, è il primo che si incontra scendendo il torrente a circa un chilometro a valle di Fiumalbo. E’ un classico ponte medievale a profilo arcuato detto “a schiena d’asino”. La forma “a tutto sesto” permette l’attraversamento di corsi d’acqua senza l’ausilio di piloni intermedi, la struttura risultante è un arco con una forte inclinazione delle rampe, molto alto al centro e appoggiato su grossi appoggi a riva posti ad altezza molto inferiore. Data la forma ardita sono spesso chiamati “ponti del Diavolo”, come se solo il Diavolo sapesse costruirli. Questo ponte è forse il meno noto, ma sicuramente il più suggestivo, posto su una profonda gola scavata nei secoli dalla forza delle acque e largo a sufficienza per il passaggio di carri.

Centrale di SanMichele

Non distante da Pievepelago, in direzione di Fiumalbo, la centrale idroelettrica di Sagradino a Modino (detta anche centrale di San Michele), ultimata nel 1925, presenta un fabbricato con un’architettura singolare tipica del periodo, che poneva molta attenzione agli elementi decorativi. L’edificio è opera dell’ingegnere Lapo Farinata degli Uberti (1880-1948), cui si deve anche il primo sviluppo turistico della valle delle Pozze (oggi val di Luce). La centrale idroelettrica fu fatta saltare dai tedeschi in ritirata il 20 aprile 1945.

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Descrizione

L’itinerario, fra boschi e prati a foraggio, permette la visita di due dei cinque antichi ponti di pietra sul torrente Scoltenna, oltre all’interessante oratorio di San Michele. Poco dopo la partenza, si raggiunge il ponte della Fola, l’unico esempio noto di ponte in pietra a due arcate in tutta l’Emilia. Si toccano poi le borgate della Fola e della Bernardina, ammirando, lungo il tragitto, due “maestà” in pietra, di cui una incastonata in un muretto a secco: elementi della devozione popolare sorti per segnare il cammino e confortare i viandanti. Da qui, seguendo la carreggiabile, si raggiunge in breve la chiesa di San Michele, con origini risalenti al XIII secolo, collocata all’incrocio dei confini di tre comuni e poi, attraversate le borgate della Castellaccia e di Casa Nizzi, un’antica strada in discesa, selciata in pietra e affiancata da un muretto a secco, conduce al suggestivo ponte del Diavolo, la cui unica arcata scavalca, da notevole altezza, una profonda gola del torrente. Di nuovo a Casa Nizzi, la discesa del ritorno mostra l’invaso artificiale della Centrale idroelettrica ENEL di San Michele, ospitata in un singolare fabbricato del 1925.