Sui passi di San Geminiano

Da Passo delle Radici a Passo delle Radici

hiking-15
Escursionismo
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Dettagli Percorso

Lunghezza

9.6km

Difficoltà

E

Durata

4h 39min

Dislivello +

662m

Dislivello -

662m

Quota di partenza

1522m

Quota di arrivo

1522m

Quota minima

1420m

Quota massima

1669m

Passo delle Radici

Situato a 1.529 metri di altitudine, il passo delle Radici è un valico che separa i territori provinciali di Modena, in Emilia, e di Lucca, in Toscana. Esso mette in comunicazione la Garfagnana con la valle dell’alto Secchia. Di questo valico si hanno notizie fin dal Medioevo perché da qui transitava anche l’antica via Bibulca. Notizie certe si hanno già nella prima metà dell’VIII secolo, quando con il re longobardo Liutprando venne aperto il valico delle Radici per poter collegare la montagna modenese, strappata ai Bizantini, con i possedimenti longobardi della Garfagnana.

Torbiera La Maccherie

Le Maccherie sono una località posta a ridosso del crinale appenninico, ai confini tra le province di Modena e Reggio Emilia, dove sorge un piccolo rifugio forestale ed è presente una torbiera di rilevante interesse botanico, che assegna valenza naturalistica a tutta l’area. Qui si possono osservare i pennacchi a foglie strette (Eriophorum angustifolium); la Carice di Davall, essenza tipica delle torbiere centroeuropee e rara in Appennino; la genzianella stellata (Swertia perennis) e l’erba unta (Pinguicola vulgaris). Segnalata inoltre, a livello faunistico, la specie anfibia della rana montana (Rana temporaria).

San Geminiano

La località di San Geminiano si trova lungo la direttrice dell’antica Via Bibulca, il più antico esempio di viabilità transappenninica della zona, che poteva essere percorsa da un paio di buoi aggiogati, da cui il nome. Luogo abitato fin dai tempi remoti, nell’XI secolo si hanno notizie della costruzione di un piccolo ospizio, proprio nelle vicinanze della ricca sorgente detta “del Silvano”. Al margine dei prati presenti in questa località si erge la piccola cappella dedicata a San Geminiano, che secondo la leggenda, si era ritirato qui come eremita fino a che i cittadini modenesi non lo vennero a prelevare affinché divenisse il loro pastore. Fu in questa circostanza che il Santo, giunto a Cognento, conficcò nel terreno il suo bastone da pellegrino e fece zampillare dal terreno una copiosissima sorgente della stessa acqua che sgorgava nei prati che era stato costretto a lasciare.

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Descrizione

Si tratta di un’escursione piuttosto breve su piste forestali, attraverso le estreme propaggini occidentali del Parco del Frignano ai confini con l’alto Appennino reggiano, dove il crinale corre a quote modeste, dividendo l'impervio versante garfagnino da quello modenese, molto più dolce nelle morfologie e ricoperto da estesi boschi. La brevità del percorso consente di compiere una visita al vicino borgo di San Pellegrino in Alpe, splendido “balcone panoramico” sulla Garfagnana e sulle Alpi Apuane, dove si trovano l’antico ospizio che, fin dall’Alto Medioevo, dava rifugio a viandanti e pellegrini, e il “Museo della campagna e della vita di ieri”. L’itinerario si sviluppa in parte lungo lo spartiacque con la Toscana, lungo il quale si trovano, in sequenza, l’Alpicella delle Radici, il bel punto panoramico del Colle dei Lagni e la cima della Nuda, fino al passo Giovarello, da cui si può salire sull’omonimo monte (già in territorio reggiano) per godere di una ulteriore vista panoramica fin sulle Alpi Apuane. Lungo la discesa s’incontra il piccolo rifugio forestale delle Maccherie e una vicina torbiera di rilevante interesse botanico, dove si può osservare la Carice di Davall, un’essenza tipica delle torbiere centroeuropee e rara in Appennino. Da qui si raggiunge la radura di San Geminiano, dove in passato sorgeva un ospizio e dove transitava la via Bibulca, il più antico esempio di viabilità transappenninica della zona, che poteva essere percorsa da un paio di buoi aggiogati, da cui il nome. Oggi rimane, al margine dei prati, la piccola cappella dedicata al Santo, che, secondo la leggenda, si era ritirato qui come eremita fino a quando i cittadini modenesi non lo vennero a prelevare affinché divenisse il loro pastore.