Gli antichi borghi e il lago Pratignano

Da Località Due Ponti a Località Due Ponti

hiking-15
Escursionismo
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Dettagli Percorso

Lunghezza

12.3km

Difficoltà

E

Durata

7h 42min

Dislivello +

1463m

Dislivello -

1463m

Quota di partenza

544m

Quota di arrivo

544m

Quota minima

536m

Quota massima

1324m

Borgo delle Caselle

Questo antico borgo rappresenta oggi un museo storico vivente ed è raggiungibile seguendo il sentiero CAI 407. Abitato da numerose famiglie, subì nel gennaio del 1953 un movimento franoso che, pur non provocando danni alle abitazioni, lambì il perimetro dell’insediamento costringendo gli abitanti ad una frettolosa quanto irreversibile evacuazione. Attualmente, è ancora possibile vedere le case in rovina ricoperte dalla vegetazione che, lentamente, ha preso il sopravvento. Da questo connubio di storia e natura, possiamo avere uno scorcio sulla vita passata delle popolazioni montanare che vivevano in questi luoghi.

Lago Pratignano

Situato sull’altopiano coperto di praterie che domina le valli di Ospitale e del Dardagna, a ridosso del confine tra le province di Modena e Bologna, il lago Pratignano rappresenta un esempio unico di torbiera in tutto il Nord Italia. Qui è possibile, solo per occhi esperti e attenti, osservare la pianta carnivora Drosera rotundifolia che, durante l’estate, attira insetti di tutte le dimensioni per poi intrappolarli tra le sue spire, mentre in primavera e autunno si possono osservare numerose specie di uccelli che qui trovano un’oasi dove riposare durante le migrazioni. Attorno al lago, è luogo ideale di passeggiate la grande prateria che ricopre l’altopiano, ai limiti della quale svetta un enorme faggio secolare. Una piccola insenatura della parete rocciosa sul versante bolognese viene chiamata “Grotta delle fate”, perché la leggenda vuole che al suo interno vivano tre fate maligne che, durante le giornate nebbiose, attirano i viaggiatori nello specchio d’acqua per poi farli affogare. A dominare il lago, infine, panoramico sulla valle del Dardagna, un grande sperone roccioso che si propende a sbalzo verso il precipizio chiamato “Becco dell’aquila”.

Pian della Farnia

Antico borgo in buono stato di conservazione posto al limite della fascia vegetazionale del castagno. Qui gli abitanti vivevano di un’economia mista: pastorizia e castagno. lnteressanti sono una maestà ed una nicchia votiva poste lungo il sentiero che attraversa la borgata. In una casa, parte di un’aia racchiusa da altre case, si trova una piccola finestra datata 1564. Poco più avanti, dopo il tornante, si può notare l’ottocentesca abitazione detta Casa del Vento, in quanto edificata in un’area particolarmente esposta. A destra della strada, presso la casa si può ammirare un suggestivo panorama sul paese di Fanano, la vallata di Ospitale e il monte Cimone.

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Descrizione

Il percorso parte dai Due Ponti (Fanano), località posta alla confluenza fra i torrenti Fellicarolo e Ospitale. Nel primo tratto, si sviluppa interamente fra boschi misti di carpino nero, roverella e cerro, intervallati da castagni fino a raggiungere il borgo delle Caselle, uno dei maggiori insediamenti rurali montani abbandonato negli anni ’50 del secolo scorso a causa di un importante evento franoso. Dopo le vestigia del borgo, il sentiero si fa più irto per l’avvicinarsi della zona dei cinghi, scoscesa stratificazione geomorfologica che sovrasta la valle del torrente Ospitale. Poi, giunti in quota, in direzione del lago si incontrano zone più rade e vecchi pascoli ricolonizzati dalla vegetazione arborea. Il lago Pratignano, di rilevante pregio naturalistico, è posto a 1.307 metri di altitudine in un’ampia conca di origine tettonica, in un’area circondata da praterie che in autunno assumono la veste migliore per la fioritura della calluna. Sullo specchio d’acqua si osserva l’incessante azione colonizzatrice delle piante palustri che lo hanno progressivamente trasformato nella torbiera più importante dell’Appennino Modenese. Nei dintorni del lago, merita una visita, sul lato ovest, un grande faggio secolare e, in posizione seminascosta sul lato est, la cavità rocciosa detta “Grotta delle fate”. Volendo, ci si può ristorare nell’area pic-nic, prima di intraprendere di nuovo la discesa lungo una cresta con vista sul monte Cimone, toccando poi gli antichi abitati di Casa del Vento e di Monte Luzzo.