Alta Via dei Parchi Tappa 07

Da San Pellegrino in Alpe a Lagosanto Modenese

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Escursionismo
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Dettagli Percorso

Lunghezza

14.2km

Difficoltà

EE

Durata

6h 45min

Dislivello +

690m

Dislivello -

685m

Quota di partenza

1524m

Quota di arrivo

1501m

Quota minima

1501m

Quota massima

1860m

Infopoint Lago Santo

Il Punto informativo del Lago Santo modenese in comune di Pievepelago (MO), è situato all'arrivo della strada che da Pievepelago giunge al parcheggio a pagamento del Lago Santo, ora dotato di servizi pubblici. Il personale preposto fornirà informazioni di carattere generale sulla zona del Lago Santo con materiale informativo, depliants e cartine specifiche.

Lago Santo

Ai piedi del ripido versante nord-orientale del monte Giovo, si trova il lago Santo. Con un perimetro di 1,5 chilometri e una profondità di circa 20 metri, è il più grande invaso del Parco del Frignano e ha origini glaciali, come molti altri della zona. Alimentato da freddissime sorgenti sotterranee, è circondato sulla sponda orientale da una faggeta in fase di conversione all’alto fusto, mentre sull’altro versante si trova una comoda passeggiata lastricata che collega una serie di rifugi.

Alpe di San Pellegrino

L’Alpe di San Pellegrino (1.700 metri) è una cima poco appariscente del crinale tosco-emiliano, la più elevata tra il passo delle Radici e la Bassa del Saltello. Prende il nome dal sottostante paese di San Pellegrino in Alpe, sul versante toscano. La montagna ha una forma allungata, con un crinale sommitale lungo e stretto, orientato grossolanamente nord-sud. Sul punto culminante si trova un palo metallico che sorregge un’edicola sacra con Madonnina ed una piccola croce. L’Alpe di San Pellegrino è una vetta piuttosto frequentata, grazie alla facilità di accesso e allo splendido panorama che offre sugli adiacenti gruppi appenninici del Giovo, del Cimone e del Cusna, sulla Garfagnana e sulle Alpi Apuane.

Lago di Montalbano

Il nome deriva dalla presenza di una modesta zona umida alimentata per lo più dallo scioglimento delle nevi e dalle precipitazioni piovose e può prosciugarsi durante la stagione estiva. Questa piccola zona umida è alimentata da una sorgente che spesso d’estate si prosciuga. L’area, posta a 1.520 metri di altitudine, è suddivisa in due zone: a nord troviamo lo specchio d’acqua, mentre a sud-ovest è presente una torbiera con la sua tipica vegetazione.

Monte Spicchio

Tipico massiccio dell’Appennino, il monte Spicchio non presenta un’altezza particolarmente elevata (1.656 metri). Posto sul crinale, è attraversato dal sentiero 00 e presenta versanti boscosi e non troppo ripidi. La cima è piatta e senza alberi, da cui si può godere di una bella e ampia vista a trecentosessanta gradi, dalle Alpi Apuane fino alla val di Luce. Dal monte Spicchio nasce il rio Perticara, affluente del torrente Scoltenna.

I Diacci

Posti nelle vicinanze dell’arrivo della seggiovia di monte Albano, ad un’altitudine di 1.565 metri, si presentano con tre piccoli invasi collegati fra loro da un ruscello. Solo due hanno la presenza di acqua (non in modo permanente), mentre il terzo, il più grande, è interrato. Qui sono presenti alcune specie acquatiche come la rana temporaria e i tritoni, ed è visibile una specie floristica di Ranunculus flammula di estremo interesse botanico.

Bassa del Saltello

La Bassa del Saltello, antico valico che divide l’Emilia dalla Toscana, si trova a 4 chilometri dal passo delle Radici ed è circondato da cespugli di mirtillo, genziane e non-ti-scordar-di-me. Il sentiero che porta alla Bassa del Saltello è in mezzo a un’immensa faggeta, dove si trova il cippo che ricorda l’eccidio della Faggiaccia del 9 novembre 1944: la barbara uccisione, da parte dei tedeschi, di cinque donne di Sant’Annapelago di ritorno alle loro case da una trasferta oltre il fronte in Toscana.

Lagacci della Porticciola

Nel versante orientale delle Cime di Romecchio (1791 m.), verso nord-est si apre un circo di medie dimensioni, il cui fondo è inciso a gradinata e sui vari ripiani si susseguono le piccole conche dei Lagacci della Porticciola, di origine glaciale. Sul ripiano più elevato si apre la conca del Lagaccio superiore, minuscolo specchio d’acqua poco profondo. A valle segue un gradino, ai piedi del quale si trova un secondo bacino lacustre, un poco più grande del precedente, quasi completamente interrato da depositi alluvionali, trasformato in prato paludoso. Un’altra pozza di minori dimensioni si trova un poco a nord-est ed è circondata anch’essa da una collinetta morenica. I Lagacci della Porticciola rappresentano un esempio di laghi completamente interrati: d’estate, infatti, si presentano come verdi prati pianeggianti, che solo nella stagione delle piogge o allo scioglimento delle nevi si ricoprono di un velo d’acqua che conferisce temporaneamente un aspetto lacustre.

Campi d'Annibale

I Campi di Annibale sono una distesa semi-pianeggiante contornata e modellata dai circhi glaciali del monte Giovo, caratterizzata da praterie d’alta quota, vaccinieti e faggi isolati. Qui, secondo la leggenda, il condottiero cartaginese Annibale, durante la sua marcia in Italia, fu costretto ad accamparsi a causa delle alte febbri che colpirono i suoi soldati. La zona è caratterizzata da enormi massi di origine morenica. Da qui passa anche uno dei tracciati dell’antica “Via dei Remi”, come attesta il sentiero compreso nel tratto tra il passo della Boccaia e la Porticciola, conosciuto anche come “Serra dei Paloni”, per via del passaggio dei lunghi tronchi usati per la fabbricazione dei remi.

Madonna del Lago

Antica cappella in pietra restaurata dagli alpini, posta fra gli alberi in bella posizione a ridosso delle sponde del lago Santo, a 1.501 metri di quota. Piccola e graziosa, al suo interno vi è un piccolo altare e si può ammirare un affresco della Beata Vergine che protegge il luogo. All’esterno, nelle vicinanze della chiesa si trovano alcune statue in pietra di santi.

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Descrizione

Bella tappa di trasferimento verso le più alte montagne modenesi e la rinomata meta turistica del Lago Santo.

Da San Pellegrino si sale subito nel bosco lungo la mulattiera che porta al Giro del Diavolo, grande cumulo di sassi deposti nei secoli dai pellegrini nei pressi del crinale; da qui si può prendere il sentiero proveniente dal Passo delle Radici che si mantiene vicino al filo di cresta con numerosi saliscendi, ma è preferibile seguire la bella strada forestale che corre quasi orizzontale sul versante toscano fino al valico della Bassa del Saltello.

Usciti dal bosco si rimonta il M. Romecchio, seguito dal Colle delle Vacche dove inizia l’aereo percorso lungo la cresta rocciosa delle Cime di Romecchio; affacciandosi sul versante modenese si notano le belle conche ricche di acquitrini che sovrastano le vaste faggete del Rio delle Fontanacce, mentre più lontano si staglia il bizzarro profilo ofiolitico del Sasso Tignoso.La salita alla Cima dell’Omo (1858 m) è faticosa ma è ripagata dall’ampiezza delle vedute; al successivo valico, il Colle Bruciata, si lascia il crinale che si impenna nel M. Giovo raggiungendo in breve il grandioso anfiteatro glaciale delle Fontanacce, disseminato di blocchi morenici e ricco di sorgenti. Attraverso le pietraie dei Campi di Annibale si giunge al Passo Boccaia, quindi una breve discesa nel bosco porta al Lago Santo, dominato dal largo versante settentrionale del M. Giovo articolato in una serie di cenge. Sulle rive del lago si trovano ben quattro rifugi, molto frequentati in estate e nei fine settimana; la strada che risale la Valle delle Tagliole termina nel parcheggio a un quarto d’ora di distanza.

Link utili

Regione Emilia Romagna